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Baraldi: "Era impossibile salvare il Parma. In Lega Pro servirà rifondare"

di Luca Bargellini
Fonte: ParmaLive.com
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© foto di Image Sport

Intervenuto ai microfoni di TvParma, l'ex amministratore delegato gialloblù Luca Baraldi ha parlato a lungo del Parma, sia in ottica futura che del recente triste passato: "Era impossibile salvare il Parma. Al di là del sottoscritto, anche altri hanno provato a vedere se si potesse fare qualcosa. È stato uno scempio per noi amanti del Parma vedere quello che è successo. Si è provato a fare il possibile per tenere in vita il club, ma non c'erano le condizioni per rilevarlo. Era troppo grande il debito per giustificare la B, ma forse anche la A".

Qualcuno ha detto che sono stati messi apposta i bastoni tra le ruote per far ripartire il Parma dalla D: "No, anzi, ci tengo a dire che i curatori hanno lavorato in maniera esemplare. Hanno fatto il possibile e anche l'impossibile per provare a salvare il Parma. Purtroppo non si sapeva ciò che si comprava. È molto meglio essere ripartiti dalla D: ci stiamo facendo le ossa giuste per ripartire meglio di come avremmo fatto dalla B".

Chi faresti giocare tra Longobardi, Guazzo e Musetti?
"Longobardi, è quello che ha dimostrato di essere più leader. Può essere un punto di riferimento importante per risolvere gare bloccate come quella col Mezzolara".

Anche in D c'è un po' di pressione: "Ma sì, le dinamiche sono le stesse dei campionati professionistici. Questa squadra ha grandi mezzi, lo ha dimostrato. Noi, come Parma, siamo sotto esame tutte le domeniche, pertanto non è facile giocare. Ci sta un minimo di rilassamento, la corsa del Parma continuerà. Quello di domenica scorsa è solo un piccolissimo incidente di percorso. Paradossalmente lo 0-0 potrebbe rappresentare la molla giusta per una grande volata finale. I giocatori sono tornati sulla terra".

In caso di Lega Pro, secondo te cosa bisognerebbe fare in sede di mercato?
"Dal punto di vista tecnico, la squadra andrebbe rifondata completamente. È un campionato diverso, e poi non dimentichiamo che il Parma ha ambizioni importanti. Ci sono persone capaci nella parte tecnica, staranno studiando già la situazione. Tra l'altro non è detto che si debba spendere tanto: si può costruire una squadra di buon livello con meno soldi di quello che si possa pensare. Tuttavia gli incassi non sono sufficienti a coprire le spese, perciò presto gli azionisti dovranno mettere mano ai portafogli. Però la capacità patrimoniale degli azionisti c'è, devono avere solo la volontà di andare avanti tutti insieme. In B cambierà la musica: allora servirà un leader o un gruppo ristretto di leader. In A è ancora un altro paio di maniche, ma fino ad allora bisognerà mettere soldi. Il Parma ha azionisti e competenze tecniche per tornare nelle serie che gli competono, e poi in Emilia i giocatori vengono volentieri. Se io fossi calciatore, ad esempio, a Parma verrei anche con un euro in meno rispetto a quanto richiesto".

Torneresti a Parma?
"Sono legatissimo a Parma, per mille motivi. Non ho mai provato da nessun'altra parte le emozioni che ho provato qui. Lo farei gratis, però io ora ho preso un'altra strada, lavoro per Zanetti. Il Parma non ha bisogno di me, però se le strade dovessero nuovamente convergere... Ad ogni modo il mio eventuale ritorno nel calcio dipende molto anche da Zanetti".

E' giusto che un club come il Parma riparta dalla D?
"Ripartire dalla D è una festa, lo stiamo vedendo, però il Parma non c'entra niente con questa categoria. Inserendo il Parma in D hanno disincentivato un campionato, le altre cominciano già a vendere i giocatori perché tanto sanno già che la stagione è chiusa. Vanno riscritte le regole, bisognerebbe far ripartire i club falliti almeno dall'ultimo gradino dei professionisti".

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