7 novembre 1990, a Mosca il capolinea di Maradona in Coppa dei Campioni
Il 7 novembre 1990 è una data amara per i tifosi del Napoli. I partenopei si giocano l'accesso ai quarti di finale di Coppa dei Campioni in un'ostica trasferta a Mosca contro lo Spartak. Lo 0-0 dell'andata al San Paolo rimanda tutto al ritorno. Gli azzurri sono alla loro seconda partecipazione nel massimo torneo continentale e vogliono dire la loro dopo la sfortunata prima spedizione del 1987, quando uscirono al primo turno per mano del Real Madrid. A Mosca però si consuma il giallo Diego Armando Maradona: l'asso argentino, trattenuto contro la sua volontà nella stagione precedente, è indolente e sempre più ingestibile e non si presenta sull'aereo che avrebbe dovuto portare nella capitale russa. El Pibe de Oro ci arriverà comunque con un volo privato, ma la rottura con la società e l'allenatore è netta, tanto che il tecnico Alberto Bigon decide di spedirlo in panchina. Viene buttato nella mischia a mezz'ora dalla fine, nel tentativo di rompere il ghiaccio nel gelo dell'allora stadio Lenin (oggi Luzhniki).
Non basterà. Lo 0-0 si trascina fino al 120' e la qualificazione verrà decisa ai rigori. Diego segna il suo penalty, ma non basta. L'errore di Baroni qualifica lo Spartak. Il Napoli è eliminato e Maradona non avrà più la possibilità di giocare in Coppa dei Campioni. Circa la sua separazione dal Napoli sarà solo questione di qualche mese: arriverà la squalifica per doping e la fuga da Napoli per un epilogo fra i più amari possibili.