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Tra Mister Bee e Mister Lee, tutti i dubbi di Berlusconi, oggi è il giorno decisivo. Juve, Pogba sempre più vicino al PSG. Totti lascia il calcio?

di Enzo Bucchioni
Giornalista professionista e scrittore, editorialista del Quotidiano Sportivo che ha rifondato e diretto per cinque anni. Opinionista radio e tv. Twitter @EnzoBucchioni
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© foto di Federico De Luca

Berlusconi non è più così convinto di vendere il Milan e comunque non è così certo che le offerte di Mister Bee e della cordata che rappresenta siano le migliori per lui e per il futuro della società rossonera.

L’ex Cavaliere doveva dare una risposta ieri sera al broker thailandese, ma si è preso altre 24 ore di tempo per riflettere e analizzare. E’ chiaro sin dall’inizio di questa vicenda che il passo per Berlusconi sarebbe stato oltremodo doloroso e non facile. La decisione di vendere è stata presa da tempo con il conforto e la spinta di tutta la famiglia, ma qualche ritorno indietro persiste e resiste.

Il colloquio di mercoledì sera con Mister Bee non ha completamente convinto nessuno e non soltanto il Capo. E’ vero che 550 milioni di euro sono tanti ed è altrettanto vero che ci sono quasi 300 milioni di debiti da ripianare, ma cedere il 55 per cento del Milan significa perdere il potere, perdere la società e comunque dover contribuire alle eventuali perdite o agli investimenti futuri in una quota parte non da poco. Tanto varrebbe, allora, vendere tutto per quel miliardo che era l’obiettivo iniziale e farsi completamente da parte.

Poi non avrebbero soddisfatto Berlusconi neppure le eventuali posizioni della figlia Barbara in seno alla nuova società. E anche il futuro di Galliani è una delle preoccupazioni, mister Bee sarebbe orientato ad un management nuovo, il Berlusca vorrebbe ancora un ruolo per l’amico di sempre.

E poi c’è sempre l’altra offerta, quella di Mister Lee, il cinese, che secondo le nostre fonti sarebbe da sempre il favorito di Berlusconi sia per l’offerta fatta, sia perché si assumerebbe in prima persona l’onere di questo investimento con altri alle spalle è chiaro, ma con una sua partecipazione futura nella gestione dell’Azienda Milan.

Mister Lee, tra l’altro, ha tenuto un atteggiamento diverso, ha agito più sotterraneamente, senza cercare il clamore della ribalta e anche questo sarebbe piaciuto molto. I contatti ci sono e ci sono stati ma in gran segreto con videoconferenze internazionali e tutto quel che serve per la riservatezza di una trattativa così.

Mister Bee, invece, con il suo gran uso dei social network (ha twittato foto anche ieri notte) ha lasciato qualche sgradevole situazione, come se l’offerta fosse sicuramente concreta, ma anche ammantata da una gran voglia di apparire.

I programmi di mister Lee sono invece sconosciuti, non sappiamo se davvero voglia rilevare tutto il Milan, ma ai cinesi non sarebbe sgradita la presenza di Berlusconi come presidente onorario e dal punto di vista tecnico, come già scritto, vorrebbero portare Marcello Lippi come direttore tecnico, un altro personaggio che piace molto in Cina, ma anche a Berlusconi.

Oggi, probabilmente, sapremo qualcosa di più. Il primo maggio, tra l’altro, con la chiusura dei giornali può diventare anche un giorno più tranquillo, senza troppo assedio mediatico. Se l’hanno fatto apposta sono dei geni, ma non crediamo visto che Berlusconi è sempre stato un animale mediatico.

Ci sta pure che la cessione del Milan possa essere collegata ad altre operazioni economiche-finanziarie del gruppo di Berlusconi e quei 500 milioni siano già destinati a finire nelle casse di qualche altro affare che non si è ancora chiuso. Da qui la presa di tempo.

Aspettando questa decisione storica, meno storica e più banale la decisione del giudice sportivo di chiudere la curva Sud della Juventus dopo la bomba carta lanciata durante il Derby. E’ un’altra sentenza assurda. Per cinquanta, cento delinquenti non è possibile privare migliaia di persone del piacere di seguire la loro squadra.

Lo diciamo oggi per la Juve, ma l’abbiamo sostenuto anche per la Roma qualche settimana fa. Questo andazzo va stroncato a favore di indagini e decisioni più mirate a individuare i veri responsabili e a lasciarli fuori dagli stadi per sempre. Con tutti gli occhi elettronici che ci sono ci sembra impossibile che non si riescano a fare delle zoomate, non crediamo neppure che la polizia non abbia negli schedari i nomi e i cognomi dei responsabili, tanto quelli violenti sono sempre gli stessi, ben noti a tutti.

Il tempo è scaduto, oggi più che mai le società (come ha fatto Pallotta a Roma) devono condannare questi falsi tifosi che rovinano il calcio, isolarli e denunciarli, senza avere rapporti sotterranei. E’ l’ora del coraggio. E anche gli ultrà sani devono cominciare a denunciare chi sta distruggendo il calcio: la collaborazione è un passaggio obbligato. Questi delinquenti non devono più entrare negli stadi, servono pene severe, ma solo per loro, per chi sbaglia.

Chiudere per due domeniche la curva Sud punisce tutti per non punire nessuno, è una giustizia tanto al metro. Finita questa squalifica tornerà tutto come prima e chi ha lanciato la bomba carta alla prima occasione ci riproverà. Purtroppo.

Venendo al mercato, la trattativa che vi abbiamo anticipato quasi un mese fa sta andando avanti. Pogba e Raiola si sono incontrati con il Psg, la società disposta a versare 90 milioni nelle casse della Juve anche senza contropartita tecnica. Il giocatore riflette, vuole un ingaggio da dieci milioni, per ora ne hanno offerti otto, sta prendendo tempo. La decisione entro la fine di maggio.

La Juve tiene sempre calde tutte le sue piste, da Cavani a Dybala. Ma non solo. In gran segreto sta nascendo una grande squadra. A proposito di Dybala, come avete visto l’Inter è in ritirata, ha capito che il ragazzo ha un pre-accordo con la Juventus. Marotta sta cercando solo di convincere Zamparini. Non è facile. Per rifarsi, Mancini ha chiesto a Thohir la stretta finale per Jovetic che alla fine costerà molto meno di Dybala. L’ex viola, tra l’altro, è più esperto e più adatto al ruolo di trequartista che il Mancio gli vuole affidare. In attesa degli ultimi verdetti (champions e europa league) è un momento di grande suspance.

De Laurentiis, ad esempio, aspetta il sì di Benitez. Il tecnico non si fida, sta riflettendo. Anche l’anno scorso il presidente del Napoli aveva promesso tre giocatori importanti e non li ha presi…Benitez resterà solo se avrà certe assicurazioni e se il Napoli andrà in Champions. La sorprendente e inattesa sconfitta di ieri sera a Empoli ha scombussolato piani e idee, Higuain è furibondo per il trattamento gossiparo che ha avuto dai media napoletani e già sta pensando all’addio. Senza Champions se ne andrà di sicuro.

Ma non è tutto. A Roma, almeno a sentire i più, sta per scoppiare la bomba-Totti. Il giocatore avrebbe confidato ad amici la sua volontà di smettere con il calcio giocato. Ha faticato e sta faticando a rimanere a livelli accettabili, fatica troppo negli allenamenti. Alla sua età (38) è tutto normale e fra l’altro la sua presenza è ormai un equivoco tattico anche per la squadra.

La sensazione che la Roma corra di più quando lui non c’è, l’ha avuta nettamente pure lui e su questo sta riflettendo. Anche il comunicato emesso ieri lascia margini alla possibilità di uno stop. Totti, infatti, non sarebbe orientato a ritagliarsi un ruolo alla Altafini, uomo dell’ultima mezz’ora: o gioca o non gioca.

Questo diventerà un altro tormentone come il Milan in vendita o i cento milioni per Pogba. Basta aspettare per sapere.

Twitter @EnzoBucchioni

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