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Tavecchio: "Escludo un nuovo caso Parma, serve tempo per la A a 18"

di Marco Frattino
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Attraverso le frequenze di Radio Rai, durante la trasmissione Radio Anch'io Sport, il presidente Figc Carlo Tavecchio ha affrontato diversi temi dopo la prima giornata di campionato: "Quanto è distante la Serie A ai principali campionati europei? Credo che l'organizzazione del calcio italiano stia vivendo una ristrutturazione sotto l'aspetto economico, tecnico e agonistico. Sarei arrogante a dire di voler colmare il gap in un paio d'anni in termini economici e di infrastrutture, ma lavoreremo con impegno per riuscirci. Siamo sulla strada giusta".

Violenza e calcioscommesse le vere rivali del calcio italiano? "Intanto voglio dire che il calcio italiano è pervaso da questa situazione da venti anni, i provvedimenti adottati sono stati radicali con inasprimenti delle pene, le retrocessioni, il blocco dei ripescaggi. Questo Paese ha una notevole disposizione, inclinazione a delinquere in senso lato, non si può pensare che nel calcio non ci siano queste inclinazioni. Abbiamo preso provvedimenti di carattere amministrativo, che possono intervenire sulle società. Adesso per prendere un club bisogna produrre diverse certificazioni, nell'ultimo Consiglio Federale ho proposto l'inserimento di una commissione per monitorare scommesse e finanza, un tavolo di lavoro sui grandi rischi che il calcio italiano corre. Sulle scommesse, siamo sul pezzo. Per il resto, ci stiamo lavorando. Abbiamo fatto dei provvedimenti restrittivi ma c'è ancora qualcosa che non quadra e non posso assistere impotente a questa situazione, con questa commissione valuteremo i rischi futuri. Nelle serie inferiori ci sono calciatori che percepiscono meno di 20-30 mila euro l'anno".

De Laurentiis ha detto di aver parlato con Tavecchio, il quale ha detto che solo tre club potrebbero iscriversi in Serie A vista la situazione dei bilanci. "Ho detto una manciata di club, tre - ha spiegato lo stesso Tavecchio - sono troppo pochi. Meno di dieci, comunque".

Le nuove riforme sui conti delle società? "In questi mesi abbiamo dettato delle norme per il futuro, non si poteva attuare tutto subito. L'anno venturo sarà quello della resa dei conti. I club dovranno presentare dei bilanci che hanno una sostenibilità e conti economici in attivo: in 4 anni ci sarà un pareggio di bilancio ed una spending review corretta. Senza questi interventi, il calcio italiano difficilmente può resistere sotto il profilo economico. Il nostro è un piano quadriennale. I bilanci devono essere alla pari per tutti i club: chi non può, dovrà vendere calciatori per ingaggiarne altri".

Esclude una nuova vicenda Parma? "Non può capitare, stiamo controllando. La Covisoc ha valutato gli impegni a breve e ci troviamo di fronte alle dichiarazioni di impegno morale da parte di amministratori e dirigenti che riteniamo serie".

Per i club è stato l'ultimo anno prima di guardare con serietà ai bilanci? "La situazione non era di poco conto, era l'ultima spiaggia. Bloccare subito tutto sarebbe stato difficoltoso per i club, i bilanci non possono essere inventati. Tutti sanno cosa sono i rischi e gli obblighi presi, balla circa 1 miliardo e 800milioni di euro di disavanzo. Non si può coprire un buco di quasi due miliardi in poco tempo, serve lavorare ma c'è bisogno di tempo".

Cosa accadrà se tra un anno ci saranno tante squadre con i conti non in regola? "La riforma dei calendari si farà da sola, se si rispettano le regole. In Lega Pro, bloccando i ripescaggi, già si scende a 54. Il futuro della Lega di A e di B è legato alla gestione amministrativa, che non può non essere considerata. Le entrate e le uscite dovranno essere chiare, non possiamo pensare che ci siano situazioni dove il passivo non sia integrato con possibilità di ricavi. Se non ci sono ricavi, il calcio non può essere gestito".

Disparità nel trattamento ricevuto tra Catania e Teramo? "La magistratura ordinaria e sportiva è indipendente. Al Consiglio federale compete di dare norme e regole, poi la magistratura le applica. In meno di 15-20 giorni, decine di soggetti hanno lavorato sulle carte. Non conosco le carte, ma conosco i fatti che sono apparsi come sentenze. Non giudico nè la parte inquirente nè quella giudicante, mi fido del sistema che ha persone che lavorano alacremente senza rimborsi, notte e giorno".

Come valuta la presenza di Frosinone e Carpi in Serie A? "Dobbiamo valutare il gioco del calcio, pensare di negare il gioco a delle città che non hanno grande appeal sarebbe un grandissimo errore. Frosinone e Carpi si mettono in mostra in un sistema di correttezza istituzionale. Non credo che quei rapporti che dovrebbero incidere sul miliardo e 200 milioni di euro dei diritti televisivi possano dipendere dal Carpi e dal Frosinone".

Spingerà per la Serie A a 18 squadre? "Per fare una riforma serve la maggioranza di 3/4 del Consiglio Federale. In questo momento, serve una opposizione per far tramontare ogni soluzione. Abbiamo aperto il fronte delle trattative, conta anche il cosiddetto 'paracadute' in caso di retrocessione. La riforma ha bisogno di almeno un biennio per essere realizzata. Il futuro deve essere concordato con le Leghe. Abbiamo l'obiettivo di incontrarci già a settembre per portare a regime questa situazione. Abbiamo un alleato, che è l'economia".

La sconfitta della Juve contro l'Udinese è uno 'spot' per le nuove realtà del calcio italiano? "Il calcio ha bisogno di Juve, Milan, Inter, Roma, Fiorentina e delle altre realtà. La periferia ha delle chances, sarà un campionato molto livellato. Sono contento. Nazionale? Firenze sarà orgogliosa della presenza dell'Italia, mi auguro che la gente accolga bene la squadra di Conte il prossimo 3 settembre. Abbiamo bisogno del calore: tenete presente che non siamo ancora qualificati. A breve, dobbiamo battere sia Malta sia la Bulgaria".

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