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Salernitana, l'ex Bernardini: "Vedo favoriti i granata contro il Perugia"

di Luca Esposito
Antonino Bernardini
Antonino Bernardini
© foto di Federico De Luca

Da calciatore era un regista tatticamente molto essenziale, ha fatto parte di squadre di valore come la Roma e come il Torino, ed è anche stato azzurrino partecipando alle Olimpiadi di Atlanta con l'Under 23 italiana. E' soprannominato "Il Professore" per la sua tendenza in campo a farsi seguire dai compagni, e nella sua carriera ci sono anche Salernitana e Perugia. Antonino Bernardini a 41 anni ha già appeso le scarpette al chiodo da un po', ma i suoi ricordi lo legano anche alle due piazze di Salerno e Perugia, anche se per domani, nell'intervista rilasciata a TuttoSalernitana.com, ha ammesso di vedere proprio i granata favoriti.
"Per me sono state due belle stagioni quelle trascorse a Salerno e a Perugia, sia con le società sia nelle città. Ricordi differenti ma due belle città, diverse, nelle quali mi sono trovato bene".

Lei aveva partecipato anche alle Olimpiadi, poi dopo la Roma è passato al Perugia in B. Arrivò la promozione in massima serie, poi, con il Perugia già in A, avvenne il passaggio alla Salernitana. Come mai?
"Accadde perché il Perugia di Gaucci prese Nakata, che era l'astro nascente in Giappone, il ruolo era lo stesso, e nella diatriba di noi due che eravamo considerati simili da qualcuno (anche se in realtà non eravamo secondo me simili) ci fu lo scambio tra me e Giovanni Tedesco, il quale aveva discusso con Rossi, allora tecnico della Salernitana. Venne proposto lo scambio di giocatori e io accettai tranquillamente perché a Perugia avevo fatto due presenze in A e decisi di andare via".

A Salerno la stagione '98-'99 fu intensa, perché arrivaste così vicini alla salvezza.
"Ricordo questo fatto come se fosse ieri, perché giocare all'Arechi con quarantaquattromila spettatori ogni domenica non è da tutte le piazze. Il girone d'andata fu disastroso, ma in quello di ritorno trovammo una quadratura e avemmo un ruolino di marcia da Coppa UEFA come media punti. Ricordo che alla penultima giornata contro il Vicenza si fece male Marco Di Vaio, e ci trovammo a dover andare a giocare la partita di Piacenza, decisiva per la permanenza in A, senza il nostro miglior attaccante. Facemmo 1-1 e retrocedemmo, ma ci avevamo creduto tutti".

A Perugia lei era invece stato l'elemento di spicco in Serie B, lei rimase tutta la stagione '97-'98, perché segnò 11 gol in 37 partite.
"Ricordo che lì nel '97 ero considerato il giocatore più importante della campagna acquisti, perché il Perugia voleva me a tutti i costi, e ci fu uno scambio tra me e Gautieri, perché c'era Zeman come allenatore alla Roma. Dovetti accettare perché ero giovane, ma all'epoca non ero così convinto di scendere in B. Poi si sa che quello è stato il mio bivio. Ero il rigorista, segnai 11 gol, e fu un'annata positiva, ma se avessi rifiutato e se avrei potuto fare un'altra carriera non lo posso sapere".

Sappiamo che lei è in possesso del patentino di allenatore, ha avuto delle richieste?
"Non sto neanche cercando, perché proporsi a certi livelli è praticamente impossibile, quindi sto alla finestra. Guardo qualche partita nell'attesa".
Salernitana-Perugia come pensa potrà finire domani?
"Magari so che quelli di Perugia mi guarderanno poco di buon occhio per quello che sto per dire, però la Salernitana la vedo favorita, anche in grado di poter vincere tre a zero in casa, spinta dal dodicesimo uomo. Sarà questa la partita".

Anche se il punto di forza del Perugia attualmente è costituito da un'ottima difesa e da un eccellente portiere.
"Sì, prende pochi gol, però la Salernitana ha i mezzi per scardinarlo. Se un calciatore come Denilson Gabionetta sta in giornata può fare male alla squadra avversaria".

Ma le assenze che può avere la Salernitana fino a che punto si potrebbero avvertire?
"Quando si allestisce una squadra di professionisti, secondo me anche chi non è attore principale può essere all'altezza della situazione. Le defezioni le ho sempre viste come una scusante, se fai il professionista qualcosa ce l'hai, altrimenti puoi andare in Interregionale..."

Sono realtà in cui tornerebbe, quelle di Salernitana e Perugia?
"A Salerno tornerei anche domattina. Feci carte false per cercare di rimanere a Salerno nonostante la retrocessione, potrei dire che alla fine del giugno '99 io stavo ancora a Salerno e dovevo fare il trasloco. Il presidente mi chiamava tutti i giorni e mi diceva che sarei stato il punto da cui ripartire per la stagione successiva, poi non si trovò l'accordo, e io dovetti aspettare Vicenza. Ma fino al 28 giugno sono stato lì, quindi non sono stato bene, di più".

Lei è un romano, quindi suppongo che conoscerà il modo di fare calcio di Lotito e Mezzaroma.
"Sì, intanto Lotito è fortissimo - ride - A me sta troppo simpatico, quando ascolto le sue interviste e i suoi detti alla televisione..."

Pensa che sappia fare calcio come lei prediligerebbe?
"Certamente. Lotito prese la Lazio che era in una situazione disperata, e l'ha portata a giocare campionati di livello, comunque abbassando gli ingaggi e i tetti, quindi credo che sappia veramente come si fa a fare il presidente".

Ma anche il Perugia ha fatto bene dalla rifondazione: ha scalato categorie dai Dilettanti.
"Certo, ma anche con Gaucci ricordo che partì da zero, andò fino in Serie A, poi dopo è risceso giù. Perugia calcistica ha fatto queste altalene, purtroppo, ma adesso spero di poter vedere entrambe queste realtà, Salerno e Perugia, per tanto tempo a certi livelli. Addirittura la Salernitana spero di vederla in A perché la piazza merita, io spero che faccia filotto di qui alla fine e che arrivi in Serie A l'anno prossimo..."

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