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Sacchi: "Juve è pronta per la Champions, Lazio è la grande sorpresa"

di Chiara Biondini
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© foto di Antonio Vitiello

"La Juve è prontissima per la Champions. Dortmund docet: può arrivare lontano se si ripropone con il collettivo e la mentalità per giocarsela attaccando può arrivare. La Lazio è la grande sorpresa e Lotito se parlasse meno sarebbe perfetto. Il Milan ha grandi dirigenti e per tornare grande deve trovare le persone giuste e affidabili che diano tutto. L'occhio di falco? E' inutile finché non saremo più corretti e leali. Il mio libro 'Calcio totale' sta andando benissimo nelle vendite, mi fa piacere: è il sogno di un ragazzino che ha coltivato una passione senza mai farsi prendere dalla bramosia del successo e dei soldi". Queste le parole rilasciate da Arrigo Sacchi ospite questa mattina nella trasmissione "Pezzi da 90" condotta da Massimo Boccucci sull'emittente umbra Radio Onda Libera.

Come vede la Juve contro il Monaco?
"I bianconeri possono farcela. Se ripete Dortmund può arrivare sino in fondo. Le squadre italiane hanno quasi sempre giocato all'estero come giocano in Italia. Ma in Italia si vince con le individualità e la difesa, mentre per vincere in Europa servono il collettivo e la mentalità offensiva. Se la Juve farà questo metterà in difficoltà tutti, perché come organizzazione di gioco le squadre italiane in generale sono più brave di quelle straniere".

La Lazio ha scavalcato la Roma al secondo posto: è la vera sorpresa del campionato?
"E' la grande sorpresa e non da ora. Se Lotito parlasse meno sarebbe perfetto. Il presidente e Tare hanno fatto in questi anni dei capolavori spendendo poco per ottenere grandi risultati. Adesso sono anche cresciuti nel gioco, bisogna fare i complimenti. La squadra gioca e cresce partita dopo partita. Pratica un calcio generoso, da protagonisti e con coraggio".

Ennesimo show di Ferrero dopo Milan-Sampdoria: le sarebbe piaciuto avere un presidente così?
"Lasciamo stare. Ho detto che il calcio è la cosa più importante tra quelle non importanti... ma non così poco importante".

L'occhio di falco nella prossima finale di Coppa Italia apre alla tecnologia in campo: cosa pensa?
"Finché non saremo noi più corretti, più leali e più onesti si possono mettere tutti gli occhi di falco che si vogliono".

Quale consiglio può dare al Milan di oggi per vederlo competitivo?
"Il Milan ha dei grandi dirigenti. Servono persone affidabili e giocatori che diano sempre tutto. Berlusconi è stato per il calcio italiano come una valanga che è caduta in un piccolo stagno: lui ha cambiato le cose e risvegliato un mondo stantio. Solo un uomo avanti 20 anni poteva scegliere un signor nessuno come me. Il Milan è copiato più all'estero che in Italia, me lo fece notare Costacurta in una partita in Danimarca".

Nel suo libro 'Calcio totale' ha messo più anima, cuore o storia?
"Ci sono tutte queste componenti. Senza amore, passione, entusiasmo e voglia di fare le cose al massimo delle proprie capacità, non ci può essere tutto il resto. E' la benzina per poi sviluppare le capacità che uno ha. Poi viene la storia. E' un libro che attraverso gli anedotti racconta di un bambino che amava il calcio e che ha avuto una carriera lunghissima cominciata nei dilettanti. E' un tentativo di trasmettere quello che sono stato. Sta piacendo e sta andando molto bene, è nei primi posti delle classifiche delle vendite".

Cosa immagina che possa restare del suo libro a chi lo legge?
"Un ragazzo di campagna che giocava nei cortili ed è diventato un allenatore è una speranza che devono avere tutti. Non ci devono essere la bramosia del successo e i soldi. Fare le cose per passione e come scelta di vita".

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