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Parma: Manenti come Ghino di Tacco. Inter meno 480: ma il processo è al Milan. Juve: Allegri rischia il marzo 2012. Mercato: Juve, Neto supera Scuffet e Donadoni verso Bologna

di Mauro Suma
Nato a Milano il 10 Maggio 1965; Giornalista Professionista dal 1994. Dopo le esperienze professionali di carta stampata (La Notte e Il Giorno) e televisive (Telelombardia, Telenova, Eurosport), dirige Milan Channel dal 16 Dicembre 1999.
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C'era una volta il pentapartito e per polemizzare con l'alfiere mediatico della sinistra dc, Bettino Craxi scelse come pseudonimo proprio il nome del rampollo di Radicofani che gli era stato affibbiato dall'avversario. Circa ventisei anni dopo, ecco Parma. Niente Boccaccio e niente conti ghibellini. Ma in termini di rendite di posizione siamo lì. I partiti anche qui sono cinque: i giocatori del Parma, la Lega, la Figc, il comune di Parma rappresentato dal sindaco Pizzarotti (complimenti sinceri) e Manenti. Quattro delle cinque parti si riconoscono dignità di interlocutori. La quinta è al crocicchio delle strade, proprio come Ghino. Pronta a sfruttare la sua rendita di posizione. E come la dogana di Troisi e Benigni. Per passare bisogna pagare, almeno un fiorino. Insomma, quei 5 milioni della Lega dateli subito e direttamente al Parma della gente e dello sport, ovvero in primis ai suoi dipendenti e collaboratori, senza fornire troppi particolari. Che se Ghino sbarra il crocicchio, fanno una brutta fine anche quelli...

Un giorno la UEFA fa trapelare 8 milioni di multa all'Inter, blocco controllato del mercato e rosa ridotta. Ma ti rispondono, pensa a Torres (il Milan gli ha pagato 4 mesi di stipendio, da settembre a dicembre, a luglio e agosto aveva provveduto il Chelsea) e a Van Ginkel (fatte le pulci a 400.000 euro che il Milan non dovrà mai sborsare per via dei lunghi periodi di infortunio del ragazzo), che noi stiamo vendendo le  magliette e aspettiamo fior di soldi dalle cessioni di Alvarez, Taider e Bonazzoli (!). Il giorno dopo, la Gazzetta pubblica le cifre dei disavanzi della stagione sportiva 2013-2014, ovvero la situazione di bilancio, e scopri che l'Inter è a meno 102 milioni di euro, dopo il meno 82 milioni della stagione 2012-2013, Non solo: il debito consolidato negli anni con le banche è di 360 milioni di euro. totale: meno 462 milioni. Mentre il Milan del geometra incompetente che non si decide a fare il bravo bambino e non prende il direttore sportivo, sugli stessi parametri è a meno 260 milioni: meno 15 disavanzo gestione sportiva 2013-14 (l'anno prima disavanzo meno 7 milioni), meno 244 debito. Alle prossime puntate, le prossime risposte che speriamo non siano in vacca, ma nel merito, sui contenuti. Ma sia quel che sia quel che ci diranno, 260 è poco più della metà di 460, la metà! Niente punti esclamativi, meglio una domanda. Ma prima o poi se ne parlerà dei rischi che corre l'Inter se non va in Champions League? Non Europa League. Champions League, letto bene, E sia ben chiaro, l'avversario lo si gufa ma non gli si augura mai il peggio. Quando qualche tifoso un po' alticcio ci rinfaccia il piano Marshall che avevamo invocato proprio su queste colonne per la Juventus post-Calciopoli dei due settimi posti, si sappia che siamo pronti a chiederlo anche domattina per l'Inter. Lunga vita all'avversario, senza il grande e tradizionale avversario muore l'emozione. Ma il gioco in cui, purtroppo, stanno cadendo tanti tifosi rossoneri in buona fede è quello del giornalista interista che non perde occasione per infierire sul Milan in qualunque sede per dividere il fronte rivale e soprattutto per tenere lontana e sopita la discussione su numeri di conto economico allarmanti e abnormi. Scritto, adesso, in tempi non sospetti: numeri allarmanti e abnormi, con la speranza sincera e a cuore aperto di essere smentiti. Analisi lucide, amici rossoneri, quelle del giornalista interista? No, analisi furbe. Il 2015 del Milan è brutto e da polli e non c'è bisogno del luminare per sancirlo, ma andare a ripararsi sotto le tende subdole dell'avversario è perfettamente in linea con le prestazioni del Milan sul campo nell'anno, ahinoi, nuovo.

Non succederà, perché in questo momento la Juventus di Allegri non sembra avere lo stesso avversario che tre anni fa aveva il suo Milan, e cioè la Juventus di Conte. Ma l'1-2 di Coppa Italia contro la Fiorentina in casa è lo stesso risultato che Allegri fece in casa con il Milan contro la Juventus nella Semifinale di Andata della stessa Coppa del 2012. Anche allora, la squadra di Allegri era prima in classifica e in corsa negli Ottavi di Champions League dopo la gara di andata. Poi, un infortunio (e stanno capitando) dopo l'altro e un contrattempo dopo l'altro, la stagione del Milan 2011-2012 finì molto male. La Juventus oggi ha più certezze e meno avversario in Campionato, ma se dovesse avere anche a Dortmund le amnesie e i cali di energia di certi momenti dell'Olimpico e di tutta la gara dello Stadium, l'1.2 sta anche un po' stretto alla Viola, ecco che lo Scudetto, pur importante e meritato, non verrebbe celebrato con l'entusiasmo delle vittorie migliori. E un tecnico che ha esperienze importanti alle spalle come Allegri, non può non metterlo in preventivo.

Su queste colonne avevamo scritto dell'ipotesi Scuffet alla Juventus. Il giovane udinese ha bisogno di maturare e nel domino delle opportunità di mercato, Neto ha messo la freccia. E la prestazione di Neto in coppa Italia a Torino con la maglia della Fiorentina è l'unica consolazione per i tifosi bianconeri. Capitolo allenatori: Roberto Donadoni, cui nessuno si è preso la briga di dire di andare a bordo perché lui a bordo del Parma c'è sempre stato, è atteso pochi chilometri più in là. A Bologna c'è un bel progetto e a Serie A ottenuta, le Due Torri vorrebbero proprio affidarsi proprio a Donadoni che al Dall'Ara ha vinto una Supercoppa Europea nel 1990 con il Milan e segnato, sempre con il Milan, una delle più belle doppiette della sua carriera contro il Torino nel 1995.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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