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Paganese spenta, Salernitana con un piede in B. Focus sul match

di Stefano Sica
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© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com

C'è da scommetterci che a Salerno nessuno vorrà sentir parlare di giochi fatti o di promozione acquisita. Più scaramanzia che realismo. Perché oramai, dopo il blitz di Pagani, si può dire senza peccare di esagerazioni che i granata hanno piazzato una seria opzione sulla cadetteria. Con dieci punti nelle restanti cinque gare, la Salernitana sarà matematicamente in serie B accettando l'ipotesi che il Benevento riesca a vincerle tutte d'ora in avanti. E' finita, in sostanza, come ci si attendeva alla vigilia. Con la squadra di Menichini a festeggiare l'ennesima vittoria insieme ai 300 tifosi granata presenti al Torre, e la Paganese a leccarsi le ferite. Tutto secondo pronostico, insomma. Non è stato però un derby per palati fini. Impreziosito più dalla cornice di pubblico che ha reso il pomeriggio piacevole, che dallo spettacolo vero e proprio. Nessun incidente, fortunatamente, tra le opposte tifoserie. Nonostante timori ed apprensioni che si erano rincorsi negli ultimi giorni. Solo qualche coro ostile reciproco, nulla più. Sul campo, la Paganese ha fatto davvero ben poco per uscire indenne, pur avendo disputato un primo tempo ordinato e generoso, tuttavia illuminato soltanto dall'occasione capitata sui piedi di Deli in apertura (palla sull'esterno della rete a Gori battuto). Difficile, però, per le due squadre proporre gioco e fraseggio prolungato con un terreno di gioco che purtroppo non ha ancora risolto le sue criticità. Tanti i falli, frequenti i colpi proibiti. Per i granata è stato praticamente impossibile imporre ritmi e supremazia, se non un possesso palla lento e poco costruttivo. Anche per merito della Paganese che ha basato, giocoforza, la sua strategia su raddoppi e aggressività, troncando il fiato ai suoi avversari. Moduli speculari per Sottil e Menichini (4-3-3) ma rare le emozioni. A parte quella già descritta di marca azzurrostellata. Sull'altro versante, i granata hanno spezzato la loro scarsa capacità di incisione solo con la rete annullata per un presunto fuorigioco a Colombo sugli sviluppi di una punizione calciata da Negro. Le immagini in questo senso non chiariscono. Più intraprendente la Salernitana nella ripresa, anche dopo il vantaggio servito su un piatto d'argento dall'azzurrostellato Moracci (nella foto). Tante le opportunità per il raddoppio, non sfruttate soprattutto da Gabionetta.

Ma la sensazione che gli ospiti potessero rischiare qualcosa non si è mai avuta. Perché stranamente la Paganese, invece di reagire, si è mostrata quasi rassegnata a soccombere, abbassando ritmi e freschezza proposti nel primo tempo. Troppo lunga e sconnessa tra i reparti la squadra di Sottil. E spazi che per i granata si aprivano come praterie. Per 45 minuti non si ricordano incursioni da parte azzurrostellata dalle parti di Gori. Voglia di far male quasi nulla. Solo nel recupero Longo, da pochi passi, ha sparato alto mancando il pari. Quasi una casualità. E una beffa evitata per la Salernitana che, pur senza brillare più di tanto, e sfruttando individualità e pochezza avversaria, non avrebbe affatto meritato uno schiaffo simile. Tutti rimandati, quindi, nella Paganese. Anche se il calendario, dopo i cinque giorni di fuoco a cavallo degli impegni con Benevento e Salernitana, inizia a sorridere. Nei granata pollice alto per Moro, metodista nel 4-3-3 di Menichini. Geometrie e gustosi inserimenti al servizio dei compagni. Non ha perso una palla e ne ha recuperate tante. Meno bene Favasuli e Calil. Il primo forse penalizzato dalla posizione di mezz'ala sinistra e troppo spesso molle nei recuperi e impreciso negli appoggi. Il secondo quasi mai nel vivo delle trame granata. Poco cinico Gabionetta, che ha sprecato tanto e in modo sciagurato. Perfetta invece la linea difensiva. Ma ciò che conta è l'obiettivo finale. E la Salernitana è molto vicina a raggiungerlo. Lo champagne è in frigo, per stapparlo bisogna solo aspettare.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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