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Non è come due anni fa. Napoli in alto mare, anche per colpa di Benitez

di Raimondo De Magistris
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Tante parole non sempre sincere. Una conferenza stampa lunghissima (più di un'ora) per esprimere concetti in molti casi studiati a tavolino. E' sfilato via così il congedo alla piazza partenopea di Rafael Benitez, allenatore che ieri con il presidente Aurelio De Laurentiis al suo fianco ha annunciato il suo addio dopo due anni. "Vado via per problemi famigliari", ha più volte detto il manager di Madrid che proseguirà la sua carriera al Real.
Una motivazione inconsistente e poco convincente anche alla luce delle schermaglie dialettiche emerse nelle ultime dichiarazioni pubbliche dell'allenatore spagnolo. Quando più volte Benitez ha parlato di business plan e di attese in alcuni casi disilluse per calciatori promessi e mai arrivati.
Ieri, però, non era il momento giusto per dirlo. Non era il luogo e l'occasione per fare polemiche. Rapporto cordiale e addio senza alcuno screzio è la posizione che ha voluto far trasparire anche De Laurentiis. "Per quanto fatto sono soddisfatto al 120% - ha detto il presidente -. Benitez già lo scorso anno mi fece capire che questo sarebbe stato l'ultimo". Il numero uno del club partenopeo ha provato a convincere tifosi e giornalisti che l'addio fosse quasi scontato. Peccato, però, che i fatti nelle ultime settimane abbiano raccontato altro e parlato di un De Laurentiis che fino alla fine ha provato a convincere Benitez - con tanto di incontro col suo agente Quilon -, ma che s'è dovuto arrendere quando a farsi avanti è stato il Real. Perché anche Madrid come Napoli è molto distante da Liverpool, ma ha ambizioni e prospettive certamente più allettanti.

Adesso per gli azzurri comincerà un ciclo completamente nuovo. De Laurentiis ha bacchettato chi gli parlava della rifondazione. Ha preferito il termine continuità, ma è chiaro che quando cambi allenatore e direttore sportivo - annunciato anche l'addio di Bigon - tante prospettive future cambiano.
In questo senso, poco o nulla è stato detto. Rimandata la decisione sul nuovo allenatore a data da destinarsi, l'imprenditore romano s'è preso addirittura una settimana di pausa per ottemperare ai suoi impegni cinematografici prima di iniziare a pensarci. Solo a giugno inoltrato, stando alle sue parole, si comincerà a discutere del nuovo tecnico e del nuovo quadro dirigenziale.
Una scelta in netta controtendenza con quanto accaduto due anni fa, quando di questi tempi De Laurentiis era già tornato dal suo viaggio a Londra e convinto Benitez a prendere il posto lasciato vacante da Mazzarri. Allora, c'è da dire, c'erano più margini di manovra e certezze. Il Napoli secondo in classifica era già sicuro di partecipare alla Champions l'anno dopo, mentre oggi tutto si giocherà negli ultimi 90 minuti. I profili valutati in queste settimane sono stati i più disparati, presi in considerazione anche a seconda del posizionamento finale. Un quadro incerto proprio perché quello che a inizio stagione era considerato come l'obiettivo minimo, il terzo posto, è adesso traguardo tutta da conquistare contro la Lazio domenica prossima al San Paolo. Benitez quest'anno non è riuscito a tenere alto il livello della tensione contro le piccole squadre perdendo troppo punti per strada. Quei punti buttati via che hanno subito estromesso il Napoli dalla corsa Scudetto e reso impervio anche il cammino verso la prossima Champions. A questo, infine, c'è da aggiungere la ricostruzione del quadro dirigenziale. Allora, nonostante l'addio del suo mentore Mazzarri, Bigon decise di restare. Oggi, invece, l'ormai ex direttore sportivo ha deciso di accettare la corte del Verona lasciando così il Napoli dopo sei stagioni.
Il quadro, insomma, è al momento nebuloso e piuttosto complesso. Per il futuro tutto è in alto mare, nonostante i buoni propositi mostrati nella lunga conferenza stampa di ieri.

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