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Mario Tenerani: "La Fiorentina italiana non c'é piú"

di Redazione TMW
Fonte: Mario Tenerani
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© foto di Federico De Luca

Due indizi fanno quasi una prova. Per la certezza probatoria potremmo inserire nella discussione anche le tre sberle prese dai viola a Napoli. Anche se quella disfatta fu collegata alla precedente, l’eliminazione al Franchi contro la Juventus. E quindi non assimilabile alla mancanza di forza mostrata con Verona e peggio ancora Cagliari, partite guarda caso giunte dopo le gare con la Dinamo, andata e ritorno.
La Fiorentina italiana, quella che avrebbe dovuto approfittare di un calendario di zucchero filato, è scomparsa dai radar della serie A. Ultimo squillo, per altro molto convincente, con la Samp lo scorso 4 aprile: un 2-0 senza se e senza ma, ottenuto su un acquitrino mai visto a Firenze in precedenza. Fino ad allora i viola, nelle precedenti 19 partite ufficiali, avevano perso una sola volta - a Roma con la Lazio - vincendo in 12 occasioni e in 6 pareggiando. Da lì si è spenta la luce.
C’è stata la botta con la Juve, un brusco risveglio con la realtà: probabilmente in quel momento, a livello inconscio - perché altrimenti sarebbe una follia fare altri ragionamenti - la Fiorentina ha puntato tutto sull’Europa League, perché la Coppa Italia non c’era più. Ricordiamo che l’idea fissa, che batte con un martello pneumatico in seno alla società, è quella di vincere almeno un trofeo per riaprire una bacheca, sempre blindata nell’era Della Valle. Insomma, l’astinenza da vittoria è un nervo scoperto, nonostante negli ultimi dieci anni la Fiorentina abbiamo fatto ottime cose come una semifinale Uefa, una finale di Coppa Italia e alcune partecipazioni alla Champions League, senza scordare gli ottavi di Europa League nella stagione scorsa e ora la semifinale. Ma il desiderio di entrare finalmente nell’albo con un trofeo, è più forte di tutto il resto. Anche perché concorrenti acerrimi dei viola, vedi Lotito e De Laurentis, in questi anni qualcosa hanno vinto…
Ecco perché vista da fuori questa Fiorentina genera un sospetto forte: la sensazione è che a livello inconscio squadra e società, quest’ultima magari trasmettendo al gruppo tecnico messaggi involontari, abbiamo scelto una sorta di priorità, lasciandosi ammaliare dalle tentazioni continentali. Come se l’Europa League e il sogno di alzarla, fossero molto più attraenti di una battaglia per il quarto-quinto posto in campionato.
Magari non è così, ma il dubbio ce lo abbiamo. Tanto che lo stesso Montella, che contesta questa idea, dopo la sconfitta col Cagliari si è lasciato scappare un “forse inconsciamente potrebbe essere accaduto…”.
Se così fosse sarebbe un errore grave, imperdonabile.
La Fiorentina può vincere l’Europa League - quando arrivi tra le prime quattro hai il dovere morale di pensarci -, ma è molto difficile che riesca a farlo perché nel lotto delle semifinaliste i viola non sono i migliori. Il Napoli, ad esempio, è più forte della Fiorentina e lo ha dimostrato ampiamente in campionato, tra Franchi e San Paolo.

E allora, se la Fiorentina alla fine restasse fuori dalla qualificazione europea del campionato e senza aver vinto la coppa, nella stagione ventura il giovedì starebbe ai Campini. Con un danno incalcolabile per le ambizioni economiche - e legittime - della proprietà. Un rischio che la Fiorentina non può correre. Ecco perché un atteggiamento diverso in campionato non guasterebbe: le sconfitte con Verona e Cagliari, che nelle speranze valevano invece 6 punti, sono pesantissime.
Ci sono ancora 6 partite da giocare per un totale di 18 punti in palio. La prossima, però, sarà estremamente complicata: i viola mercoledì saranno a Torino con la Juve e i bianconeri sono usciti a pezzi dal derby con i granata. Avranno molta rabbia in corpo. Poi per i viola ci saranno Cesena, Empoli, Parma, Palermo e Chievo: in trasferta solo con i cugini e in Sicilia.
Montella vuole lavorare sulle energie nervose, cioè sulla testa dei giocatori. E’ quella la chiave. Provando a spiegare che la Fiorentina non può scegliere, ma deve arrivare bene anche in campionato. Già il sesto posto creerebbe non pochi problemi: i preliminari per i viola sarebbero alla fine di luglio… In questo modo salterebbe anche la prestigiosa tournée americana: meglio non pensarci.
Ma forse potrebbe anche non essere solo un discorso mentale, quantomeno nervoso: a fine stagione si imporrà una riflessione sul mercato.
L’altro sospetto, infatti, è che questa Fiorentina non abbia due squadre. Alcune alternative non paiono all’altezza dei titolarissimi. Se così fosse la società dovrebbe cambiare strategia per rafforzare la squadra.
Per lottare su due fronti, infatti, servono esperienza e testa fredda, ma pure piedi buoni. Quelli costano purtroppo, ma fanno ancora oggi la differenza…

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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