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Maggio: "Sarri maniacale rispetto a Rafa e molto simile a Mazzarri"

di Antonio Vitiello
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© foto di Federico De Luca

Christian Maggio, dal ritiro di Dimaro, ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss per fare un punto della situazione dopo i primi giorni di ritiro: "E' sempre un onore essere ancora qua, ne sono passati tanti in azzurro. Abbiamo fatto un bel percorso a livello personale, ora bisogna continuare per provare ad ottenere sempre il massimo. Dopo il rinnovo ho voglia di dimostrare ancora il mio valore perchè ho ancora delle qualità. Quando sentirò di non poter dare il mio contributo sarà il giorno che cambierò aria".

Otto anni in azzurro e tanti tecnici. Con chi ti sei trovato in maggiore sintonia e cosa hai appreso da ognuno di loro...

"Ogni allenatore mi ha dato qualcosa. Con l'aumento dell'età si acquisisce più esperienza, loro mi hanno aiutato insegnandomi ad essere più tranquillo in campo. Quest'anno è arrivato un allenatore come Sarri che è molto simile a Mazzarri. E' maniacale su ogni aspetto, non lascia niente al caso. Si vede che è arrivato dal basso e questo mi piace molto. Siamo solo all'inizio ma ho già visto buone cose".

Quali le differenze nei metodi di lavoro tra Benitez e Sarri?

"E' differente il modo di allenare. Benitez aveva mentalità all'inglese, ci faceva stare più tranquilli e riposare in alcune situazioni. Sarri invece chiede sempre il massimo, non lasciando niente al caso".

La scorsa stagione imponeva l'arrivo di un sergente di ferro come Sarri?

"Chiaramente lo scorso anno non è andata come speravamo, se guardi bene però siamo arrivati praticamente in fondo a tutte le competizioni. Non arrivando però ad obiettivi concreti c'è stato rammarico, ora è arrivata questa sterzata da parte della società con il nuovo tecnico e sono convinto che potremo fare bene. Se all'inizio le cose non dovrebbero far bene bisogna star tranquilli ed essere consapevoli che ci sono giocatori che possono cambiare il corso della stagione".

Obiettivi per questa stagione?

"Si parte sempre per vincere qualcosa, la squadra è forte e c'è un giusto feeling tra di noi. Dire che puntiamo a vincere lo scudetto non ha senso, viviamo alla giornata senza fare troppi calcoli. Sicuramente partiamo per vincere, non si sa cosa, ma vogliamo vincere. Dobbiamo uscire da ogni gara a testa alta, dando il massimo in ogni partita. Cosa che non è successa lo scorso anno..."

Sul ritorno di Reina...

"Sono felice del suo ritorno, è andato via da un anno e mi diceva spesso che voleva tornare. Oltre alla sua esperienza, si vede che vuole dare ancora di più rispetto al passato. Speriamo ci dia una grande mano a fare bene".

Un dolce ricordo: quel gol alla Van Basten a Livorno...

"Sicuramente è un momento indimenticabile della mia carriera. Ho avuto la possibilità di fare diversi gol in carriera, ora il mio ruolo è cambiato giocando più indietro. L'importante è essere utile alla squadra".

Sul rapporto con tifoseria e città...

"Quando sono arrivato c'erano stupidi pregiudizi. In realtà ho invitato le persone qui a Napoli che pensavano male di questa città, sono stati cinque giorni e non volevano più andare via. Prima di parlare e giudicare bisogna vedere Napoli. Con i tifosi ho un buon rapporto, mi è impossibile parlare male di questa tifoseria e di questa città".

Qual è il rapporto con il dialetto napoletano?

"Non riesco a parlarlo ancora, lo capisco però quando sento parlare alcuni compagni. Con Paolo Cannavaro ho un rapporto eccezionale, mi ha accolto alla grande al mio arrivo in città".

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