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Maceratese, Orlando: "Godiamoci il momento, ma l'obiettivo è la salvezza"

di Luca Esposito
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© foto di Luca Muscolini/Uff. Stampa Maceratese

Se la Maceratese è schizzata addirittura al secondo posto da neopromossa in Lega Pro è stato grazie al gol segnato dal suo centrocampista offensivo, il classe 1996 Francesco Orlando, nato a Taranto, il quale ha provato un tiro da distanza impressionante con palla finita a palombella alle spalle del portiere del Siena, un po' quello che nel basket verrebbe definito come il classico tiro "da tre punti". Ora i marchigiani attaccano il primato della SPAL, che sabato dovrà proprio incontrare la Maceratese all'Helvia Recina: ci sono solo 3 punti di differenza. TuttoLegaPro.com ha intervistato proprio Orlando, calciatore ex Chieti, di proprietà del Vicenza ma in prestito a Macerata, per chiedergli un commento a questo avvio di stagione eccezionale della squadra marchigiana.

"Sono avanzato con la palla al piede, avevo tre giocatori del Siena vicino, ho cercato la posizione giusta e ho tirato, l'ho presa molto bene - così Orlando ricorda il gol - Comunque sono contento di questo mio inizio di campionato, questo è il primo anno nei professionisti per me, quindi è chiaro che cerco di giocarmi le mie carte nel miglior modo possibile. Mi hanno fatto notare tra l'altro che la Maceratese non vinceva da 67 anni a Siena, quindi è un successo con un valore statistico notevole".

La rete che ha segnato a chi la dedica?

"La dedico ai miei genitori, alla mia ragazza e anche ai miei parenti".

La società è neopromossa, quindi che obiettivo si è data per quest'anno?

"L'obiettivo che abbiamo è la salvezza, ma non si può mai dire mai. Siamo una squadra comunque esperta perché abbiamo in rosa calciatori importanti come Faìsca, Carotti, Fissore e Forte, quindi non credo che siamo neofiti della categoria".

Come è avvenuto il passaggio alla Maceratese?

"Già dall'anno scorso so che c'era un interesse della Maceratese per me, ma il contatto decisivo tra il mio procuratore e il direttore c'è stato a giugno. Ricordo che già nello scorso campionato di D avevo fatto bene contro di loro, quando giocavo per il Chieti: segnai un gol all'andata, poi al ritorno non ci riuscii ma avevo giocato anche bene".

La Maceratese è una sorpresa, qual è la particolarità del vostro ambiente?

"Macerata è un ambiente tranquillo, siamo in una squadra straordinaria e la tifoseria ci sostiene al punto giusto, e la squadra è ben affiatata all'interno dello spogliatoio".

Sabato c'è la SPAL capolista, se riuscisse a fare gol anche contro la prima in classifica?

"Se segnassi alla capolista sarebbe un sapore straordinario. Lo spero".

Qual è secondo lei la squadra favorita per salire dal vostro girone alla Serie B?

"Vedo bene sempre la SPAL, ma stanno facendo bene anche il Pisa, l'Ancona e altre: ci sono tante squadre che possono essere ambiziose e dire la loro fino alla fine".

Qual è l'obiettivo suo personale invece?

"L'obiettivo è fare bene il prossimo anno, vedremo che cosa deciderà a fine stagione il Vicenza, società proprietaria del mio cartellino. Arrivare in B sarebbe importante, ma è importante anche saper fare un passo alla volta".

C'è qualcuno a cui rivolgerebbe un ringraziamento per esserle stato vicino?

"Probabilmente sono i miei genitori che meritano un ringraziamento speciale. Sono cinque anni che vengono a vedere le mie partite, ancora non sono venuti dall'inizio della stagione perché si gioca spesso di sabato e c'è della distanza tra Macerata e Taranto, ma penso che lo faranno presto. Mi sono stati sempre accanto e mi hanno dato sempre consigli".

C'è qualche aneddoto che racconterebbe?

"Già a quattro anni giocavo in piazza con gli amici, e poi a cinque anni decidemmo con i miei genitori di iscrivermi alla scuola calcio del paese perché mi piaceva proprio tanto giocare a pallone".

Ci viene in mente tra l'altro che lei ha fatto parte del Nardò nel momento più difficile della storia della società, che fu radiata in D dopo quattro rinunce nella stagione 2013-2014. Che periodo fu quello?

"Quando mi chiamarono ero felicissimo, perché era proprio la prima esperienza in Serie D. Poi, alla fine del ritiro si cominciò ad avvertire qualche problema in seno alla società e ci fu la radiazione dopo quelle quattro rinunce. Stetti male perché dopo il ritiro della squadra io rimasi fermo per un mese e mezzo perché potei andare a giocare in un'altra squadra solo a gennaio successivo: ero già del Vicenza, anche se avevo un contratto giovanile. Passai al Real Metapontino, però anche lì fummo sfortunati, perché retrocedemmo ai play-out pur avendo una squadra buona, con Di Gennaro, Iennaco e qualche altro elemento di qualità. Segnai io nello spareggio contro la Puteolana, nel primo tempo supplementare, poi all'inizio del secondo supplementare loro pareggiarono e ottennero la permanenza in Serie D proprio a scapito nostro".

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