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Luca Serafini: "Un Milan italiano con il sorriso di Claudio"

di Redazione TMW
Fonte: Luca Serafini
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© foto di Federico De Luca

La vittoria di sabato scorso sul Cagliari ha rappresentato un buon punto di partenza per affrontare il finale di campionato con le idee chiare, se non altro la soglia dell'attenzione e della determinazione si sono elevate consentendo di battere in casa una delle ultime in classifica contro cui peraltro all'andata era stata l'ennesima sofferenza. Confidiamo che Pippo e i giocatori lo tengano presente almeno per risparmiare altri 2 mesi di tortura ai tifosi stremati e lontani.

Con questo auspicio nel weekend di sosta alla vigilia del turno pasquale, c'è spazio per una riflessione sui protagonisti di questa tribolata stagione rossonera in vista del finale e della prossima. A parte il buon rendimento di Diego Lopez e la grande vena realizzatrice di Menez, l'elemento da salvare in prospettiva è certamente la matrice italiana. Prima Bonaventura, poi Antonelli sono stati gli innesti più importanti per affidabilità, costanza di rendimento e atteggiamento. Qualità confermate da Poli, utilissimo ricambio in una eventuale rosa più competitiva. In questa chiave saremmo assolutamente dell'idea di dare una futura chance a Cerci e Destro, ma dalle voci che rimbalzano tra Milanello e il Portello la "società" non sarebbe di questo avviso. Peccato, perché nel frattempo alcuni titolari madrelingua si sono persi tra problemi di varia natura: Abbiati, Bonera, De Sciglio, Montolivo, El Shaarawy, Pazzini mentre Abate è appena rientrato. In attesa di spiegazioni credibili su Saponara, bisogna prendere atto che anche per giovani come Cristante, Niang e Albertazzi la vita in rossonero non è stata facile e le opportunità mal sfruttate. Ora che il club appare in procinto di passare gradualmente in mani straniere, il fattore Italia avrebbe eccome un peso specifico di grande entità sul pubblico, ma bisogna rendersi conto che le priorità sono altre. La prima è naturalmente quella di rinforzare una squadra senza spina dorsale e arricchire una rosa pallida. Per questo occorre seminare progetti, occorre tracciare solchi, occorre che la vecchia proprietà lasci in mano a quella nuova una parvenza di logica tecnica oltre che amministrativa. Ma quest'ultima in pochi anni sembra essersi inghiottita la prima. Peccato, dopo un orrendo lustro di Muntari vi varie etnie, rinunciare dopo 5 mesi a un buon giocatore come Destro. E magari lo stesso Cerci. Restiamo fortemente convinti che una forte presenza italiana in un club come il Milan contribuirebbe al ripristino di una filosofia, un metodo e un rinsaldamento che hanno fatto la fortuna per un quarto di secolo.

Claudio Lippi non avrebbe avuto questi problemi, lui è andato d'accordo con tutti nei suoi 15 anni a "Milan Channel": italiani, brasiliani, europei, extracomunitari, colleghi, colleghe, operatori, avversari. Affrontando la vita sempre con il sorriso sulle labbra, si metabolizzano rapidamente delusioni, sofferenze, disillusioni, riuscendo a mescolare il proprio sangue con quello delle persone e delle cose che ci circondano. Alcune cose, come una squadra di calcio, hanno sangue infatti. Veder crescere Sofia tra le cure amorevoli di mamma Milena e dei nonni è un sollievo, sapendo trasmettere lo stesso buonumore e fissandoci con il medesimo sguardo pungente. Insieme con loro continuiamo a patire e – qualche volta – gioire per il nostro Milan sperando che il futuro di Sofia sia splendente come quello dei colori così fortemente amati dal suo serenissimo, ottimista, indimenticabile papà.

Giovedì scorso non è stata la ricorrenza di nessun lutto, pensandoci bene: Claudio imperterrito continua a vivere sorridente nei nostri cuori, l'unico posto da cui non se n'è mai andato.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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