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La Juve ha deciso: via Pogba, è scattata l'asta. Dybala insiste per i bianconeri. Moratti: ecco perché rivuole l'Inter. Milan, pronta la cordata cinese. Napoli, tra Miha e Spalletti

di Enzo Bucchioni
Giornalista professionista e scrittore, editorialista del Quotidiano Sportivo che ha rifondato e diretto per cinque anni. Opinionista radio e tv. Twitter @EnzoBucchioni
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© foto di Federico De Luca

La Juventus ha deciso di vendere Paul Pogba. Gli ultimi dubbi sono caduti nel corso di un vertice tra Agnelli, Marotta e Paratici nel quale sono stati attentamente valutati tutti gli aspetti positivi e negativi della vicenda. Cosa ha portato a questa decisione? Gli aspetti sono molteplici.

Il primo, strettamente mercantile, è legato all'insistenza con la quale si sono fatti sotto tutti i principali club europei con offerte piuttosto sostanziose per il club e proposte di ingaggio faraoniche per il ragazzo. Quello che la Juventus sperava a gennaio quando ha dato l'ok a Raiola per valutare la situazione sta succedendo, è scattata una vera e propria asta fra tutte le principali società europee disposte a far follie per il giovane centrocampista francese.

Non ci sono soltanto le proposte di Paris Saint Germain della quale vi abbiamo già detto, ma anche il Barcellona si è mosso con Ariedo Braida. Richieste di incontri e manifestazioni di interesse sono però arrivate anche dal Real Madrid, dal Manchester United e perfino dal Bayern di Monaco. Questa situazione porterà alla Juventus soltanto dei vantaggi. I dirigenti valuteranno con calma quale sarà l'offerta più vantaggiosa sia in termini di denaro contante e di contropartite di giocatori. Su questo fronte continua anche a lavorare Raiola nell'interesse del suo assistito.

La Juventus valuta Pogba tra gli ottanta e i cento milioni. L'offerta del Psg ha messo sul piatto due giocatori che piacciono molto come Cavani e Verratti. Il Manchester sarebbe perfino disposto a cedere anche Van Persie, vecchio pallino della Signora che in agosto compirà 32 anni, pur di arrivare a Pogba. Tutti quanti per il giocatore sono pronti a offrire un quinquennale attorno ai dieci milioni, il doppio di quello che guadagna a Torino.

L'analisi dei dirigenti juventini ha tenuto conto anche di un altro aspetto, strettamente personale. Il ragazzo non sembra più lo stesso da quando è entrato nel vortice di questa mega-valutazione e sa che tutti i più grandi club lo vogliono. Manifesta riconoscenza alla Juventus, ma è sicuramente attratto dai guadagni e dalla possibilità di successo maggiore andando a giocare in club in questo momento più prestigioso. La vicenda lo turba e i dirigenti della Juventus sono troppo scafati per non aver capito che costringere Pogba a rimanere in bianconero potrebbe rivelarsi un autentico boomerang. C'è il rischio che il giocatore perda intensità e motivazioni, l'ascesa potrebbe fermarsi e il rischio è quello di svalutare un capitale che oggi è altissimo. L'esempio recente che è stato fatto e al quale hanno pensato a Torino è quello di Cuadrado che la Fiorentina ha tenuto a forza l'estate scorsa. Nei primi cinque mesi di campionato il rendimento del ragazzo era notevolmente calato, neanche lui sembrava più quel giocatore spensierato e felice di un tempo. Per fortuna Mourinho ne era rimasto comunque innamorato e la società viola ha avuto l'occasione di rifarsi a gennaio vendendolo molto bene, ma non sempre va così.

Ecco allora che la strategia è stata decisa. Va bene l'asta, vanno bene le trattative su più fronti, va bene anche denaro più giocatori che piacciono ad Allegri e non solo cash, poi la Juve tirerà le somme anche sentendo la volontà del giocatore che punta molto in alto. Comprensibilmente. Raiola lo vede molto bene al Psg che vuol fare di Pogba un testimonial perfetto del calcio francese, ma ci sono almeno due mesi di tempo per chiudere, da aprile a giugno. La Juve fisserà una data limite anche perché, comprensibilmente, l'affare Pogba condizionerà tutte le strategie di mercato.

L'unica pista tenuta ancora calda, molto calda, è quella che porta a Dybala. La Juve vede l'argentino del Palermo come il più affidabile successore di Tevez che per ora non ha voglia di allungare il contratto con la Juve fino al 2017. Resterà ancora un anno e poi chiuderà al Boca. Su Dybala ora sono in molti, Inter compresa, ma anche nell'ultimo incontro di pochi giorni fa, il ragazzo ha fatto ancora una volta sapere di volere la Juve. L'offerta, 25 milioni, non convince Zamparini che ne vuole almeno quaranta. Neanche il rilancio Juve, quaranta fra cash e giocatori per Dybala e Vazquez, ha fatto breccia. Il presidente del Palermo sa che la volontà del giocatore è importante (come quando Cavani scelse Napoli) e prima o poi dovrà mettersi a trattare. La Juve, comunque, non molla.

Per l'attacco Allegri vuole giocatori più disposti a partecipare alla manovra, più tecnici. Ecco allora che ha dato il via libera per la cessione di Llorente e il fine prestito di Matri al Milan, mentre il giovane Coman sarà dato in prestito. Alla Juve oltre a Tevez e Morata servono almeno altri tre attaccanti importanti. Su Zaza e Berardi sono nati dei dubbi. Hanno caratteri non malleabili, si adatteranno alla Juve? Su questo si ragiona, ma sono scese le probabilità di Zaza bianconero. Come si vede, oltre Dybala, molto ruota attorno a Pogba.

Ruota tutto attorno a Moratti, invece, la recompra dell' Inter. Anche se l'ex presidente ha smentito l'anticipazione della Gazzetta (e cosa doveva fare?), l'idea è nata dal suo entourage, soprattutto dal figlio, e la cordata di amici sta nascendo nell'ombra. L'azionariato popolare è una soluzione più lontana, si sta ancora lavorando su un pool di personaggi interisti disposti a investire per tirare fuori la società da una situazione difficile dopo la cessione a Thohir. C'è la convinzione che anche spendendo, questa gestione fatta da lontano, con poca gente di calcio al comando, difficilmente produrrà effetti e rilancio a breve. E vedere l'Inter in questa situazione non piace a chi per l'Inter ha dato la vita.

Proprio per questo al momento della cessione Moratti si era cautelato facendo inserire una clausola chiamiamola di possibile ricompra. Thohir si è impegnato per iscritto a mantenere la società nerazzurro al livello della sua tradizione e della sua storia, in caso contrario l'ex proprietario avrebbe esercitare la ricompra. Un giorno Moratti ci disse: "Ho venduto a Thohir perché mi sembra affidabile, farà il bene dell'Inter, non voglio ritrovarmi dopo sei mesi i tifosi sotto casa". Sta succedendo dopo un anno e mezzo. Il discorso è avviato, vediamo dove porterà. Comunque Thohir se non vuol vendere, dovrà fare una squadra competitiva e comunque l'Inter ci guadagnerà.

A proposito di cessione e di ricompre, mentre mister Bee, il thailandese, sta per passare all'offerta ufficiale e definitiva per comprare una quota del Milan, mister Lee, il cinese, ha fatto sapere attraverso l'agenzia cinese Xinhua e non una qualsiasi, di avere messo assieme una cordata con cinque magnati disposti a versare il miliardo per comprare il Milan, quattro sono cinesi, il quinto è thailandese. Speriamo non sia Bee altrimenti è una frittata.

Berlusconi valuta, lui e alcuni figli venderebbero tutto e subito, Barbara vorrebbe fare una vendita più graduale, gli piacerebbe costruire prima lo stadio. Molto complicato, un po' come per il Milan tornare in Europa.

Nel frattempo finalmente tutti hanno capito quello che scriviamo da gennaio: Benitez se ne andrà da Napoli. Non ci voleva molto, nel calcio quando si rimandano le firme a primavera in genere non arrivano mai. De Laurentiis ha in mano Spalletti, il sogno è Klopp e l'ultima tentazione Mihajlovic che ha già detto a Ferrero di voler lasciare la Samp. Un trio di duri, quello che serve al Napoli.

TWITTER @EnzoBucchioni

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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