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L'amico del re è quello che gli dice il vero: Totti, purtroppo, il momento è giunto!!!

di Fabrizio Ponciroli
Nato a Magenta il 28/4/1974, giornalista professionista dal 2001. Vanta collaborazioni con diverse testate web e cartacee, oltre ad esperienze da telecronista. Opinionista Campionato dei Campioni. Direttore del mensile cartaceo CALCIO2000
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Francesco Totti. Che meraviglia. Mi sento un privilegiato a poterne parlare con diritto di cittadinanza. Sì, perché io, come tutti voi, ho avuto l'onore di vederlo dal vivo. Di Pelè ho sentito racconti, di Sivori le lodi di mio padre ma non li ho mai visti, in carne ed ossa, dimenarsi sul campo verde. Totti, invece, me lo sono gustando e, stagione dopo stagione, mi emoziono ogni volta che ho la fortuna di vederlo scendere in campo con la sua amata maglia giallorossa. Quella che sta per cominciare sarà il suo 24esimo campionato, tutti nella massima serie, con la casacca della Roma. Incredibile... E' passata una vita, calcisticamente parlando, dal giorno del suo esordio: 28 marzo 1993, Brescia-Roma... Allora era un 16enne di cui si parlava un gran bene, oggi è un totem, anzi il totem del nostro calcio. Eppure qualcosa mi disturba. Tra qualche settimana, Francesco compirà 39 anni. Tanti, alla sua età, avevano già appeso le scarpe al chiodo da anni. Platini, classe 1955, al termine della stagione 1987 diceva basta. Zidane, altra leggenda, a 34 anni ha capito che era giunto il momento di smettere di rincorrere un pallone. Maradona ci ha messo più tempo, ma, a 38 anni, era in pensione. Perché cito questi grandissimi? Perché ho paura per Totti.

Io adoro le favole ma credo che il lieto fine sia caratteristico solo dei racconti di fantasia. La domanda me la sto facendo da diverso tempo: Totti serve ancora a questa nuova Roma? La risposta, almeno dal mio punto di vista, è affermativa ma con una condizione necessaria e non rinnegabile. Totti può essere funzionale alla squadra se accetta di non essere più una prima scelta. Dura, vero? Eh lo so ma, onestamente, credo che sia la pura verità. Totti non può essere un titolarissimo, termine caro al buon Mazzarri. Le sue qualità tecniche sono intatte ma, nel calcio di oggi, devi correre e anche tanto... Anche Zanetti, un highlander, nella sua ultima stagione, alla soglia dei 40 anni, qualche goccia di sudore in più ce l'ha lasciata sul terreno di gioco. Avere Totti in campo, significa dover correre anche per lui... Certo, poi vieni ripagato da giocate sopraffine ma, se punti a fare un campionato da protagonista, forse sarebbe preferibile avere Totti "alla Altafini". L'ex bomber italo/brasiliano, negli ultimi anni di carriera, faceva ancora la differenza, subentrando a gara in corsa, quando gli altri iniziavano ad essere stanchi. Pensate che lusso sarebbe, per Garcia, poter contare su uno come Francesco negli ultimi 20' di gioco? La sua classe illuminerebbe la scena... Ma, vi chiedo, Totti, uno abituato ad essere sempre e comunque il "numero uno" in campo, è pronto a diventare una "riserva", anche se di lusso? Pirlo, altro genio, alla sola idea di non essere più un titolarissimo, ha fatto le valigie...
Garcia, allenatore (e uomo) che stimo molto, ritengo ci abbia già riflettuto. Ne parlerà mai con Francesco? Si sono già confrontati in merito? Non è dato saperlo ma pare proprio che il momento sia giunto. Totti, la bandiera, l'uomo che impersona al meglio la fede giallorossa, è chiamato a fare, probabilmente, la scelta più difficile della sua vita: continuare a giocare da "numero uno", fregandosene del rischio di fare figuracce oppure diventare una "riserva" per il bene della sua Roma? Che dilemma... Io sono tra coloro che sciagura faccia un passo indietro anche se capisco quanto possa essere struggente e frustrante...

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