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Juve, Nedved: "Barça favorito, ma la finale sarà aperta"

di Simone Bernabei
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Pavel Nedved ha parlato al portale ceco Isport Blesk, soffermandosi sulla stagione bianconera oltre che sulla finale in programma contro il Barcellona. Questo quanto riportato da Tuttojuve: "Messi-Suarez-Neymar? Chi ha questi tre in squadra parte sempre dall'inizio per 2 a 0... (ride ndr). Hanno tanto talento, è difficile pensare a come fermarli. Sono imprevedibili e possono fare qualsiasi cosa. Ma la partita è aperta. Il Barcellona ha un grande attacco, noi difendiamo bene e non solo quello, vogliamo creare problemi alla loro retroguardia. Quello che non dobbiamo fare è essere passivi, lasciare al Barcellona l'iniziativa assoluta. Loro sono abituati a giocare in situazioni del genere. Dobbiamo fare attenzione, altrimenti non finirà bene. E' difficile definire Messi, è di un altro pianeta. Ha vinto quattro Palloni d'Oro ... E Neymar è pronto per ricalcarne le orme. Contando che ha solo 23 anni si può dire che in Brasile è già ad oggi uno dei migliori di sempre. Suarez è perfetto e si integra bene con loro. E' cattivo, aggressivo e implacabile in fase conclusiva. Mi piace molto. La finale del 2003 e quella del 6 giugno? Prima mi infastidiva parlarne del 2003, di questa sono felice per l'occasione che avremo. Quella fu la gara che avrebbe dovuto segnare l'apice della mia carriera, questa è la degna conclusione di una stagione meravigliosa. Penso e spero che non dovremo attendere altri 12 anni per rivivere una finale di Champions. Differenze fra giocatore e dirigente? Ad essere onesti, le emozioni sono forse un po' di più ora. Da dirigente senti più il valore del club.

Quando ero un giocatore sapevo che cosa fare, le emozioni erano principalmente sul campo, ho sperimentato questo con i compagni di squadra. Ora mi sento responsabile per l'intero club, quindi sono un po' più grande. Vincere la Champions sarebbe molto significativo per me. Non ci aspettavamo di arrivare fino qui, ma ce lo meritiamo. I ragazzi lo hanno voluto sin dall'inizio. Nel 2005 e 2006 avevamo grandi squadre, ma non ottenemmo risultati europei all'altezza. Poi c'è stata Calciopoli, e la risalita è stata durissima. Il mio obiettivo era rendere nuovamente questa squadra tra le migliori d'Europa, ed è quello che si sono posti anche i giocatori. Nei prossimi anni credo che faremo sempre bene in Europa. Come è cambiata la Juventus? La Juventus ha cambiato molto nel corso degli ultimi cinque anni, siamo tornati in vetta in Italia in primis. Direi che in Italia dominiamo, mentre in Europa non è così semplice. In questa stagione siamo andati avanti in Champions League, ma ci sono ancora tre quattro squadre più forti di noi. Abbiamo ancora del lavoro da fare. Barcellona favorito? Io sono superstizioso, quindi devo dire che il Barcellona è il grande favorito. I favori del pronostico danno spesso pressione, e penso che abbiamo una buona chance, è una partita secca e conterà molto la condizione attuale a livello fisico. Maggior fiducia dopo aver eliminato il Real? Sì. E' un risultato che ha portato in noi grande determinazione. Vogliamo mostrare un buon calcio e non saremo vittime sacrificali. Invidia per Buffon? No. Sono molto contento per il mio amico Gigi, anche nei suoi anni dimostra di mantenersi ai vertici mondiali. A lui manca solo la Champions nel palmares, la merita. A Madrid gli ho detto che soprattutto lui merita un trionfo così".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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