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Juve, Marotta su Pogba e Tevez: "Non esistono i presupposti per il divorzio"

di Marco Frattino
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

“Non immaginavo un simile epilogo quando andò via Conte. Sapevamo che sarebbe stata una sfida difficile, ma c’era voglia di fare bene. Avremmo lottato sicuramente fino alla fine, questo già lo sapevamo”. Parole firmate da Giuseppe Marotta, direttore generale della Juventus, che ha concesso una intervista a Radio Rai durante la trasmissione Radio Anch’io Sport.

Quanto conta la capacità di programmare? “Accanto una squadra in campo, c’è una società alle spalle. Se un club è forte, anche la squadra ne beneficia. Questa è la storia della Juve, è sempre stato così”.

Testa alla Champions League? “E’ una bellissima occasione, uno spot per il calcio italiano. Il nostro calcio torna protagonista in Europa, vogliamo cogliere questa occasione nel migliore dei modi. Ci troviamo di fronte squadre come Real, Bayern e Barça che hanno fatto benissimo in questi anni. Ce la giocheremo fino in fondo, vogliamo fare bene”.

Conte sembrava ’distaccato’ dalla società, mentre Allegri sembra completamente legato al club. “Sono due profili differenti, ma entrambi ottimi professionisti che sanno gestire il gruppo in modo diverso. Oggi conta molto la coesione del gruppo, quando si gestisce una squadra composta da campioni bisogna sapere come fare. Conte era più duro, Allegri è un po’ più morbido ma entrambi sono riusciti a vincere”.

La Juve diventerà una squadra internazionale? “Oggi il gap tra l’Italia e l’Europa è notevole. Dieci anni fa l’Italia era un Paese ambito, quando il fatturato è alto si possono avere ingaggi importanti. Negli ultimi anni l’Italia è stata in declino, bisogna risollevarsi. Come squadra e come rappresentante del calcio italiano siamo in posizione interlocutoria, abbiamo qualche vantaggio come lo stadio che ci dà aiuto per il bilancio. La Juve ha rischiato con qualche investimento, bisogna darne merito al club”.

Pogba può andare via in estate? “Tutta la società vuole godersi lo scudetto, il quarto consecutivo. Non pensiamo molto al futuro in questo momento. La Juve è composta da dirigenti, calciatori e allenatori, le vittorie arrivano dal gruppo anche se i campioni contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi. Pogba è un grandissimo campione, è il miglior giovane in circolazione e ha attirato le attenzioni dei top club. Noi, però, non siamo abituati a vendere. In questo momento non ci sono i presupposti per mettere Pogba sul mercato. Abbiamo degli equilibri economici, il nostro potere non è come quello di altri club. Tuttavia Pogba non ha manifestato l’intenzione di andare via”.

Il futuro di Tevez? “Ha un contratto in scadenza nel 2016 e ha nostalgia del suo Paese. Tuttavia l’argentino ha fatto benissimo con noi, ha dato un grande contributo con grandi prestazioni. Non ha avuto problemi d’inserimento, è un leader. In questo momento non esistono i presupposti per chiudere anticipatamente il contratto col nostro numero 10”.

Qualche giovane in difesa nella prossima stagione? “Abbiamo circa 70 calciatori in prestito tra Italia ed estero. Abbiamo Rugani che ha fatto bene nell’Empoli, ha disputato un campionato eccellente. È giovanissimo, è del ’94. Non dimentichiamo Mattiello, che stava facendo bene nel Chievo prima del grave infortunio. Ci sono altri nomi interessanti, ma c’è bisogno di cautela perché i giovani devono confermarsi nel tempo. Ma inserire qualche giovane nella nostra rosa è un obiettivo”.

L’anno prossimo possono esserci rivali per la Juve in Italia? “Il livello qualitativo del nostro calcio è diminuito, è un dato oggettivo. Per noi, però, parlano i risultati. Siamo tra i primi quattro club d’Europa, ci siamo arrivati attraverso le vittorie del girone e di altri match contro Borussia e Monaco. A questa squadra vanno dati i giusti meriti. Il calcio italiano è in difficoltà da qualche anno. Il nostro campionato rischia di essere di transizione, dove i campioni non arrivano per affermarsi e restare”.

Dybala è un obiettivo? “Vogliamo sempre vincere, è giusto mixare i giovani con i calciatori esperti. Vogliamo valorizzare i giovani, abbiamo elementi come Coman e Morata ma vogliamo continuare su questa strada. Ci guardiamo intorno, per individuare elementi utili per il futuro. Dybala è interessante, ci siamo incontrati con Zamparini. Oggi possono sussistere divergenze di carattere economico, il presidente rosanero fa le proprie valutazioni ma noi faremo la nostra corsa”.

Come migliorare il fatturato? “Andrea Agnelli conosce bene il calcio, è molto preparato. Ha una spiccata propulsione verso lo sviluppo aziendale, ha creato un modello vincente per ottimizzare le risorse a disposizione. Lo stadio ha dato un grande contributo in termini sportivi e di ritorno economico. Dobbiamo migliorare il nostro fatturato anche grazie agli sponsor. Voglio ringraziare tutto lo staff, anche i miei collaboratori. La Juve ha circa 300 dipendenti: tutti hanno dato un contributo per la squadra”.

E' previsto un ruolo per Del Piero nella Juve del futuro? “Alex sta giocando ancora, era un punto di riferimento per la Juve. Apprezzo quello che è stato il Del Piero calciatore”.

La diatriba sui 33 scudetti? “E’ una ferita che non si è ancora rimarginata, c’è ancora un contenzioso aperto. Gli scudetti vinti sul campo sono 33, aspettiamo sentenze precise. I nostri avvocati stanno lavorando per fare emergere la verità”.

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