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Juve, lo strano destino di Isla: indesiderato a Torino, fa sognare il Cile

di Ivan Cardia
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Niente "Maracanazo", che poi al massimo si sarebbe potuto chiamare "Nacionalazo", per il Cile, che ieri sera ha battuto l'Uruguay, forse in maniera sorprendente, davanti ai quasi cinquantamila spettatori dell'Estadio Nacional di Santiago, l'impianto più importante del Paese, che quest'anno ospita la Copa America e sogna di vincere, per la prima volta nella sua storia, la massima rassegna continentale sudamericana. Un sogno che potrebbe diventare concreto dopo aver eliminato la Celeste, non certo un avversario qualsiasi, anche perché campione in carica della competizione, anche perché la selezione allenata da Oscar Washington Tabarez, pur priva di Luis Suarez, poteva contare sull'apporto di un certo Edinson Cavani in attacco. Proprio il Matador, suo malgrado, ha avuto un ruolo fondamentale nell'economia della partita, lasciando i suoi compagni in dieci dopo un'ora di gioco, anche se a dirla tutta sulla seconda ammonizione comminatagli dal brasiliano Sandro Ricci si potrebbe discutere per ore e probabilmente se ne dedurrebbe che l'arbitro ha sbagliato. L'esempio dell'attaccante del PSG è stato poi seguito a due minuti dalla fine da Jorge Fucile (30), terzino del Porto espulso anche lui per somma di ammonizioni. Nel frattempo, però, era arrivato il gol che ha deciso la partita, finita col risultato di 1-0; un gol forse inatteso, perché arriva da un giocatore che di recente ha fatto parlare di sé e non sempre in maniera positiva. Non parliamo di Jorge Valdivia, il Mago che sta ispirando l'impresa dei ragazzi di Sampaoli e ha propiziato la marcatura come in gran parte dei gol siglati dalla Roja; il protagonista della serata è stato infatti Mauricio Aníbal Isla Isla (27), detto El Huaso, il mandriano, la cui rasoiata dal limite all'81' ha battuto Fernando Muslera e portato i suoi compagni in semifinale. Una rete che il diretto interessato, senza mezzi termini, ha definito "la più importante della mia carriera".

Un giocatore, Isla, che è diventato un vero e proprio caso di mercato per la Juventus: arrivato dall'Udinese nell'estate del 2012 per una cifra complessiva di poco inferiore ai 15 milioni di euro, forse con maggiori aspettative rispetto al compagno Kwadwo Asamoah, ha reso nettamente meno del ghanese. 47 presenze complessive nelle due stagioni da titolare all'ombra della Mole, non sempre come titolare e non sempre convincenti, poi il prestito in Premier League al Queens Park Rangers, ove trova un discreto spazio visto che porta a casa 26 presenze, spesso da titolare, vista la media di 81 minuti giocati a partita. La società inglese, complice la retrocessione in Championship, ha però deciso di non riscattarlo, lui come l'altro rebus cileno Edu Vargas, rimandandolo indietro alla Juventus. A Torino, però, le gerarchie sono ormai definite e Massimiliano Allegri ne ha decretato la cessione, per quanto nel ruolo di terzino destro (non del tutto confacente al giocatore, va detto) o più in generale di esterni la coperta sia abbastanza corta: è stato proposto alla Fiorentina, che però ha rifiutato, si parla di lui per la Premier League o la Bundesliga, ma al momento le bocce del mercato sembrano piuttosto ferme. E confermano il paradosso, anche qui in maniera analoga a Vargas, di un giocatore che nei club fatica ad affermarsi, dopo le ottime stagioni a Udine, ma in Nazionale riesce a farsi trascinatore. Da indesiderato a mattatore, il passo è breve, per un mandriano: chiedete informazioni a Mauricio Isla, l'uomo che fa sognare il Cile.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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