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Inter, la misura è colma: Mancini e Ausilio "taglia-tutto". E Icardi ha deciso! Berlusconi: 2 condizioni e un "nome" per vendere il Milan (ma attenti a Pippo...)

di Fabrizio Biasin
Nato a Milano il 3/7/1978, laureato in Scienze ambientali presso l'Università dell'Insubria di Como, da ottobre 2008 è Capo Servizio Sport presso il quotidiano "Libero". Opinionista Rai, TeleLombardia e Sportitalia
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© foto di Federico De Luca

Oggi è nettamente uno dei giorni più difficili dell'anno, ergo: editoriale veloce e leggero. Dice: "Oh tu stronzone, perché favelli di giorni difficili? Cosa mai accade oggi?". Non accade un bel nulla, semplicemente l'italiano medio è reduce dal weekendone, quello straripante, quello che te ne fotti della linea e delle regole perché tanto "c'è tempo, martedì si vedrà". Ecco, oggi è martedì.

Esempio di weekendone tipo. Venerdì: ore 17, gesti dell'ombrello al capo distribuiti tipo "raffica di Honda" (non il giappo del Milan, bensì il cicciabomba di Street Fighter che mulinava il braccio a far male). Ore 18, aperitivo come se non ci fosse un domani con sequenze micidiali del genere spritz-bicchiere di rosso-chupitone di assenzio della Lidl-scolo di lavandino-birrona alla spina a lavar via il tutto. Ore 20, raggiungi in condizioni vergognose mare, montagna, lago o città d'arte a seconda delle preferenze e continui a bere. Ore 23, coma etilico "ma tanto domani non c'ho un cazzo da fare". Sabato: fingi di voler fare qualcosa di istruttivo nel luogo di villeggiatura. Se sei rimasto a casa non fingi neanche. Cominci a pensare alla Pasqua. Molli gli ormeggi. Mangi e bevi ben sapendo che lo farai anche domani "ma a Pasqua si può". Domenica (Santa Pasqua): c'è il sole? Mangi come una bestia all'aperto tutto il giorno. Piove? Mangi come una bestia al chiuso tutto il giorno. E poi bevi, parli coi commensali dell'aereo caduto, di Corona che è ancora in carcere "perché se l'è cercata ma in giro ci sono gli assassini", del Milan cinese o thailandese, quindi lasci spazio a quello che "io l'avevo detto che doveva restare Mazzarri ma mi prendevate tutti per il culo". Poi, vittima di colossali digestioni, ti addormenti e ti risvegli e ti addormenti e ti risvegli come se fossi un abat-jour. Fai schifo insomma, ma tanto "domani è Pasquetta e non c'ho un cazzo da fare". Nel frattempo hai già preso due taglie e la tua igiene personale lascia molto a desiderare. Lunedì (Pasquetta): se hai in programma la gita fuori porta mangi e bevi fuori porta. Altrimenti mangi e bevi a casa. Col rimorso però "perché domani si lavora. Orcaeva". A sera i sensi di colpa si inseguono tipo Vale con Dovizioso: "Non dovevo mangiare quel mezzo capretto abbandonato sulla griglia. Subito dopo la colomba poi… Tra l'altro la colomba era viva, non si fa". Oppure: "Mannaggia a me che ho accettato la scommessa dei 125 ovetti inghiottiti in meno di due ore ma con su la stagnola". Oppure: "Venerdì dovevo fermarmi al terzo gesto dell'ombrello, domani mi sa che son cazzi".

E infatti son cazzi, ma neanche troppo però, perché tutti (capo compreso) son concentrati sulla clamorosa decisione di Mancini nel post Inter-Parma: "Domani ci si allena alle 8.30. Per almeno 50 minuti tra l'altro! E ci si allena anche a Pasquetta!". Roba che la Campagna di Russia a confronto passerà alla storia come una passeggiata al parco.

E quindi ci ritroviamo a parlare di Inter, di una situazione a detta di tutti vergognosa e che però non ha un solo responsabile. Di chi è la colpa? Di Mancini che ha sopravvalutato se stesso e pensava "questi qui son scarsotti ma con me in plancia il quinto posto è cosa certa"? Dei giocatori "dell'Inter" che "da Inter" hanno solo lo stipendio ma rendono meno dei colleghi del Lumezzane? Della proprietà che tutti dicono essere l'unica con due presidenti (Thohir e Moratti) ma quando c'è da metterci la faccia va in onda il "fuggi-fuggi" e, anzi, compaiono articoli "scarica-responsabilità" su prestigiosi quotidiani nazionali? O forse il disastro nerazzurro è conseguenza di una "combo" micidiale di tutte le precedenti?

Probabile che sia così, che la colpa sia di tutti, solo che dar la colpa "a tutti" significa di fatto darla "a nessuno" e così non vale. Alla fine della stagione mancano 8 partite e un derby, l'unico obiettivo (se di obiettivo si può parlare) è riuscire a non far peggio del Milan più sciagurato dell'era Berlusconi, a meno che Mancini non se la senta di dire che "l'Inter ha ancora il 40% di possibilità di accedere alla prossima Europa League". Non pensiamo oserà tanto, rischierebbe le pernacchie.

Siamo alle solite. Col senno di poi era il caso di continuare con Mazzarri? Il sottoscritto è moderatamente convinto che con Walter l'Inter probabilmente avrebbe qualche punto in più, forse molti di più, ma comunque non sarebbe "vera Inter". Cambiare è stato giusto, semmai l'errore è stato fatto il giorno del rinnovo del contratto allo stesso Mazzarri, un tecnico sinceramente bravo (così tanto che è pronto per la Roma) ma solo quando si tratta di gestire una squadra nata per soffrire. E infatti l'Inter di Mazzarri era nata per soffrire, quella attuale invece non soffre neanche più, è defunta. Ci si attacca alla prossima, quella che a detta di chi la sta "modellando" dovrebbe riacquistare la mentalità vincente assente ormai da troppi anni.

Dice: "Senza grano non si va da nessuna parte". Vero. Ecco perché è logico immaginarsi che Thohir dopo aver sganciato 60 milioni per la gestione ordinaria del club, presto ne verserà altri 30 per dar credito alle parole di Mancini, quello del "lotteremo per vincere lo scudetto". Che è come se uno di noi dicesse "Proverò a farmi Melissa Satta". Lo puoi dire, ma è facile che tu finisca col prendere due sganassoni da Boateng.

Il resto toccherà ad "Ausilio mani di forbice": a giugno l'Inter taglierà una decina di rami secchi (ma sarebbe meglio dire "svenderà" per liberarsi degli ingaggi). Icardi? No, l'argentino resterà. Il rinnovo del contratto (scadenza attuale giugno 2018) tarda ad arrivare, ma dipende dal fatto che il ragazzo vorrebbe farsi riconoscere il nuovo stipendio (2,8 milioni più bonus) già da quest'anno. Troveranno un accordo. Per altri invece è pronto il benservito: Mancini li ha provati, spostati, motivati e, infine, si è rotto le balle. L'Inter senza veri leader nello spogliatoio (due lire a Cambiasso si potevano anche dare…) a giugno ricomincerà ancora una volta da zero, sperando che la prossima volta non sia più quella delle sveglie alle 8.30 dopo una sconfitta, ma quella delle sveglie alle 14 dopo sbronze ciclopiche per festeggiare qualche vittoria. Cosi diceva tal Giacinto Facchetti: "Ci sono giorni in cui essere interisti è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore". Ecco, lui probabilmente il giorno di Pasqua si sarebbe allenato per i fatti suoi anche dopo una vittoria. Pensa te che scellerato…

Il Milan ha trovato la seconda vittoria filata. Non sarà molto ma in tempi di vacche magre son soddisfazioni. Per chi? Soprattutto per Inzaghi, ovvio, massacrato da tutti (anche dal sottoscritto) e ancora al suo posto. La valutazione sull'operato del tecnico resta negativa, ma possiamo garantirvi che i capoccia di casa Milan (Silvio in particolare) non hanno ancora preso alcuna decisione a proposito del futuro della panchina rossonera. Il motivo è chiaro, ad Arcore si riflette sulla cessione del club, non c'è spazio per altro. La conferma di Pippo resta molto difficile, ma al momento la sua posizione è "congelata" o quantomeno "offuscata" dalle questioni cino-thailandesi.

La faccenda è piuttosto chiara anche se così non sembra. Silvio "gioca" con due cordate: quella capitanata dal thai Mr Bee e quella gestita dal cinese Mr Lee (rappresentante, tra gli altri, del re dell'energy drink Mr Pink). Fino al 30 aprile tutti i Mr del caso possono controllare i conti del club per effettuare quella che in termini tecnici si definisce "due diligence". Sempre entro la fine del mese gli orientali possono avanzare la rispettiva offerta (i thailandesi hanno già provveduto), quindi la palla passa a Berlusconi, che entro metà maggio ci farà sapere. Probabile che l'attuale patron decida di cedere una minoranza "a salire" nel corso degli anni. Note, invece, le condizioni: Barbara Berlusconi sarà il nuovo ad con "vista sullo stadio". Sarà lei a consigliare (imporre?) Paolo Maldini come "nuovo Galliani". Resta da sciogliere il quesito più importante: trionferanno thailandesi o cinesi? Al momento sono in vantaggio i primi, ma un sorpasso è più che probabile. E le cifre? Siamo lontani dal paventato "miliardo e mezzo" per il 75% sparato qualche giorno fa, ma Berlusconi sta abilmente mettendo in piedi un'asta per raggiungere cifre comunque importanti (800 milioni). Ultima considerazione: che vinca una o l'altra cordata il desiderio di Berlusconi è chiaro: il nuovo stadio dovrà chiamarsi "Silvio Berlusconi". Un'esagerazione? Neanche troppo se pensiamo a tutto quello che il Milan ha vinto negli ultimi 28 anni.

In chiusura qualche "pillola" giusto per scavare sul fondo del barile.

-Di Benitez sapete già: lascerà Napoli e per il Napoli probabilmente un male non sarà. Chi scrive vi ha spesso detto di un abboccamento con Montella per la prossima stagione. L'abboccamento (vecchio qualche mese) c'è stato, ma nelle ultime settimane Mihajlovic ha decisamente superato l'Aeroplanino (a sua volta confermatissimo e felice a Firenze) tanto che i soliti "beninformati" parlano di un pre-accordo già firmato tra De Laurentiis e blucerchiato. Chi vivrà vedrà…

-Alla Samp arriverà Di Francesco? Pare proprio di no. Il colloquio con Ferrero non ha convinto l'attuale tecnico del Sassuolo che invece si piazzerebbe sulla panchina del Bologna in caso di promozione in serie A.

-Situazione Pogba. A Parigi cicaleggiano di un'offerta ufficiale spedita alla Signora. Balle. Dovesse mai arrivare la Juventus avanzerebbe le sue pretese: Cavani, Verratti e quattrini. Poco?

-Applausi scroscianti al direttore sportivo che mai vorresti incontrare per strada dopo le otto di sera: Igli Tare. Uno che tace, appare poco, spende il giusto e attualmente mette sul piatto il seguente tris di baby fenomeni: Anderson, Keita, Cataldi. Più Pioli, il mister che "la Lazio ha scelto Pioli. Andrà tutto a puttane entro Natale". Probabilmente l'ho scritto io tra l'altro. Ehm...

Saluti a tutti. Anche Pasqua è finita. Si porta via sacrosante magnate e soprattutto ci leva dalle balle i professionisti degli "auguri ad ogni costo". Insopportabili.

"Buona Pasqua!"
"Grazie... Scusa, ehm, non mi è uscito il nome sul cel. Chi sei?".
"Sono il Mario! Che pirla che sei!"
"Ah... il Mario... E senti Mario da quant'è che non ci sentiamo?"
"Da Natale! Ora scusa, son di corsa. Ti chiamo a Ferragosto!"
"Se vuoi facciamo direttamente ai Morti".
"Ahahaha che grande che sei Franco!"
"Ma io non mi chiamo Franco..."
"Ahahah ciao Franco, grande!"
"Ma, veramente..."
"Oh Franco hai rotto il cazzo, devo chiamarne altri centotrentasei. Buon anno a te e famiglia"
"Ma è Pasq..."
Appende.

Buon Ferragosto a tutti (Twitter: @FBiasin)

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