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Inter, GL Rossi: "Game over"

di Redazione TMW
Fonte: Gianlucarossi.it
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Game over. Le ultime due sconfitte hanno definitivamente sbarrato all'Inter la strada per l'Europa. Ci sta, dài, non ce lo siamo proprio meritato, perché se non si riesce a vincere neppure quando ci si trova per due volte in vantaggio, mentre si è fuoriclasse nel rimettere in partita gli avversari, è giusto così. Si, lo so, c'è stato il solito Tagliavento come taglia-Inter, ma a me pare che riusciamo sempre nell'impresa di non garantirci neppure il diritto di lamentarci. Il calcio che gioca l'Inter di Mancini è divertente e nemmeno complicato: noi, si prova sempre e comunque a fare la partita e spesso arriviamo ad un pelo dal vincerla, ma poi mancano drammaticamente gli interpreti per custodire quello che si è creato. Fatevi due conti, limitatamente a Marassi. Reparto offensivo: due gol, altri due annullati di cui uno probabilmente regolare, un palo e una traversa che hanno dato il record stagionale di 20 legni colpiti insieme al Palermo, oltre a qualche spreco e agli ottimi interventi di Perin. Reparto difensivo: almeno tre parate decisive di Handanovic oltre ad una cappella da oratorio indotta soprattutto da Ranocchia, perché alla Scuola calcio se il portiere esce chiamando la palla il difensore ha il dovere di levarsi dai coglioni; poi errori individuali a raffica tra cui addirittura un perfetto assist di Juan Jesus a Lestienne, unitamente alla solita galleria di insicurezze. Nella ripresa c'è un'immagine che fa riflettere: capitan Ranocchia, solo e nemmeno particolarmente pressato, ha valutato di regalare un corner per il terrore che qualcuno gli piombasse alle spalle. Quest'anno quasi a ogni vigilia ha twittato annunci di imminenti trionfi, sul campo purtroppo è stato quasi sempre smentito, spesso per colpa sua. Molti volevano un Capitano italiano, chissà se hanno capito che non basta la nazionalità a portare il grado. In ogni caso quello andato in scena a Marassi è è stato l'ennesimo harakiri, quello definitivo, al termine di una gara folle, anzi, molto inglese. Il 3-2 finale per il Genoa, dopo i gol di Icardi, Pavoletti, Palacio, Lestienne e Kucka, avrebbe sancito la meritata Europa per i rossoblù, che però non hanno la licenza Uefa.
Alla fine ha quindi goduto Gasperini, uno che vive male dai tempi in cui è stato cacciato dall'Inter. Vi risparmio lo score per decenza, ma andatevi a vedere quella rosa rispetto a quella odierna. Per Gasperini che a 58 anni ha vissuto solo qualche mese di carriera in una grande, battere l'Inter, che ha commesso l'errore di prenderlo benché fosse la quinta scelta, è diventato il massimo della vita, il nirvana.

Per noi, soprattutto quando torneremo noi, resterà sempre uno dei tanti. Scoperto da Moggi, Gasperini è arrivato al massimo della sua carriera ad allenare Palermo e Genoa: questa l'altezza massima della sua asticella, ma qui ci sa fare davvero: lo dico seriamente, è bravissimo! Affermare però a fine-partita che l'Inter ha rischiato di rovinargli la carriera mi ha fatto pensare. Che sia davvero colpa dell'Inter, se Bayern, Real Madrid o nessun'altra grande italiana lo hanno mai più ingaggiato? Eppure dovrebbe ringraziare Dio di poter infilare nel suo curriculum qualche mese di Inter, magari evitando le idee di Zanetti centrale difensivo o Sneijder allargato fin fuori da San Siro. Insomma, Gasperson, a Milano nerazzurra siamo stati proprio cattivi a non capirti, ma che ci vuoi fare? Pensa che Giampiero Ventura, altro bravissimo tecnico, non può nemmeno dire di essere passato per caso in una grande. E pure a me, nel mio mestiere, è capitato di sentirmi Dio confrontandomi con altri, ma se chi di dovere non se ne è accorto, me ne sono fatto una ragione. Dammi retta, caro vecchio Gasperson, metabolizza una volta per tutte quei pochi mesi di Inter e vivrai meglio! Sinceramente hai sbagliato a dire che ti abbiamo valutato un incapace. In questo modo abbiamo piuttosto valutato chi all'epoca ti chiamò.
Per quanto ci riguarda invece, spazio ai soliti rimpianti: non si doveva cambiare allenatore in corsa e non si dovevano perdere tutti questi punti: eppure sarebbe bastato vincere a Genova per trovare l'Europa. E, al di là di Tagliavento, dobbiamo ammettere che ce lo siamo meritato, visto che tutto quello che si è costruito là davanti è stato, come sempre, vanificato dietro. Mancini ha sopravvalutato le sue doti taumaturgiche e ha ipervalutato la squadra: questa è la sua colpa più grave. Se la dietro gioca sempre la banda del buco è perché evidentemente gli altri danno ancora meno garanzie. Bisogna avere un'altra diesa ed è inutile inventarsi ora esperti di mercato correndo dietro ad ogni nome messo in giro dal procuratore di turno. Ci sarà tempo fino ad agosto per inventare la nuova Inter. Intanto Mazzarri avrà sicuramente trovato un club meglio del nostro, visto che ha fatto meglio di Mancini nel giochino della media-punti che tanto piace a chi guarda il dito e mai la luna. Eppure con Mancini un'idea di gioco c'è, ma mancano gli interpreti per metterla in pratica, soprattutto nella fase di non possesso palla. La vera scommessa del Mancio ora sarà trovarli per farei in modo che questo sia stato davvero l'ultimo anno zero.

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