Inter e fair play finanziario. Thohir guarda al futuro
Erick Thohir, in una lunga intervista a Goal.com, ha scacciato i fantasmi. Quelli di un fallimento, di non rientrare nei piani del fair play finanziario, dopo la convocazione in Svizzera causa inelegante passivo accumulato negli ultimi anni. Gli acquisti di Shaqiri e Podolski, con Brozovic in arrivo e Murillo che sarà a disposizione da luglio, senza contare lo stipendio di Roberto Mancini - non proprio leggero, considerando che c'è ancora a libro paga Mazzarri - potranno sì influire sul bilancio nerazzurro, ma Thohir si è detto comunque fiducioso. "Deve esserci il giusto equilibrio tra aspetto sportivo e aspetto manageriale. Il Manchester United non fa la Champions League, ma questo per loro non è un problema. Finanziariamente sono messi bene ed è per questo che continuano a ingaggiare grandi giocatori. Essere in Champions League porterebbe nelle loro casse 50 milioni di in più, non 500".
In questo virgolettato, che difficilmente verrà detto da nessuno dei presidenti di Serie A vecchia scuola, c'è l'essenza del calcio del nuovo millennio. Che non è un vero e proprio sport ma un business: riuscire a massimizzare i guadagni è la missione principale per una squadra che vuole - anzi, vorrà - essere vincente sul campo. Perché il fatturato è il modo per raggiungere i grandi campioni e portarli in Italia, riuscendo a competere con le grandi squadre.
Lo United, appunto, sarà fuori dalla Champions ma si attesterà intorno ai 400 milioni di euro di fatturato, circa 130 più della Juventus di quest'anno. E la differenza significa acquistare Pogba e pagargli due anni di stipendio, mentre i bianconeri ricostruiscono e ripartono da giocatori certamente di futuro ma meno affermati del francese. Oppure da calciatori top che però sono tra le riserve e gli scontenti dell'attuale squadra di appartenenza. E quindi non i migliori al mondo.
L'Inter ha capito che la Champions è importante ma non è fondamentale. Al momento lo sono solamente i diritti televisivi - perché in Italia il sistema non si basa su piedi d'argilla - che coprono quasi il 50% del fatturato annuale. Merchandising, biglietti e maxi sponsorizzazioni farebbero la differenza, cose che nel Belpaese sono ancora ai margini. Prima verranno sviluppati questi aspetti e prima ci sarà una crescita esponenziale. Sperando che non sia già troppo tardi.