Higuian come Maradona? No, come Ibrahimovic
"Un giorno all'improvviso
mi innamorai di te
il cuore mi batteva
non chiedermi il perché
di tempo ne è passato
ma sono ancora qua
e oggi come allora
difendo la città
Ale ale ale, ale ale ale..."
Il coro che negli ultimi anni ha accompagnato le vittorie del Napoli da ieri sera ha un nome e un cognome: Gonzalo Higuain. I tifosi del Napoli, probabilmente, sanno già di che video virale sto parlando. Agli altri consiglio di vederlo. La voce del Pipita, stanca ma vigorosa, che ha accompagnato dopo il triplice fischio il coro della curva è il volto di una squadra che dopo 25 anni ha riassaporato la vetta della classifica. E' l'immagine di una intera città, la più bella, quella di un bomber in grado di vincere col solo aiuto di Pepe Reina il big match contro l'Inter, l'avversaria più forte vista al San Paolo fin qui.
Higuain ha deciso la sfida contro i nerazzurri con due acuti letali, s'è inventato una personale doppietta confermando che per distacco è l'attaccante più determinante di questa Serie A.
La sua sintonia col pubblico napoletano, la sua capacità di incidere nel Napoli, il ritorno in vetta grazie ai suoi gol e, soprattutto, la sua provenienza hanno subito riacceso l'accostamento col più grande di sempre: Diego Armando Maradona.
Eppure, accostare il sacro col profano sembra ancora operazione impossibile. Maradona è unico, inimitabile, un numero 10 che ha cambiato negli anni '80 la storia del calcio. Higuain è altro, uno straripante numero nove. Paragonabile a quello Zlatan Ibrahimovic che in Italia ha dettato legge soprattutto con Inter e Milan. Con attorno buone squadre, ma non sempre ricche di campioni, il centravanti del PSG ha inanellato Scudetti su Scudetti, la stessa impresa che proverà a realizzare adesso il Pipita. Un capolavoro difficile, che da solo varrebbe i tanti trionfi nazionali ottenuti in questi anni proprio da Ibrahimovic.