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Generazione d'oro. La Lazio ha i giovani giusti per aprire un ciclo

di Raimondo De Magistris
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© foto di Federico Gaetano

"Il nostro grande obiettivo è quello di lottare entro 2-3 anni per lo Scudetto. Siamo una squadra che sta creando il giusto mix tra giocatori d'esperienza e giovani talenti. Con la priorità di formare una nuova generazione che dia vita, nei prossimi cinque anni, a un nuovo ciclo". Quelle rilasciate qualche giorno fa in Albania dal direttore sportivo della Lazio Igli Tare sono state dichiarazioni ambiziose e inedite. Altisonanti per un club che non lotta per il vertice dall'era Cragnotti, ma fondate su basi solide e su giovani che sono più di belle promesse.
Difficile, magari, prevedere un inserimento così a breve termine dei biancocelesti nella corsa Scudetto. Nei prossimi anni anche le rivali per il primo posto - che in alcun casi sono ben più avanti - continueranno a crescere, ma la certezza è che la lotta per il terzo posto di quest'anno non è un caso e che finire tra le prime tre diventerà ben presto un obiettivo ricorrente. A meno di cessioni inaspettate al quale, però, Lotito in questi anni non ci ha abituato.
A guidare il gruppo della nuova generazione biancoceleste c'è Felipe Anderson, calciatore arrivato nel 2013 dal Santos dopo un lunghissimo corteggiamento. Classe '93, dopo un anno di ambientamento il brasiliano s'è imposto con disarmante facilità agli ordini di Pioli e dallo scorso autunno - al netto dell'infortunio rimediato nel derby - è risultato il calciatore in rosa più determinante in attacco con i suoi gol (sette) e i suoi assist vincenti (sei).
Il brasiliano è di fatto già alla guida di una squadra che ora è composta da un giusto mix tra giocatori d'esperienza e giovani e che ha soprattutto in questi ultimi i giocatori giusti per ipotizzare un ulteriore salto di qualità a stretto giro di posta. Tra questi, ad esempio, c'è Keita Balde Diao, classe '95 cresciuto nelle giovanili del Barcellona. Lui, a differenza di Anderson, già nella passata stagione s'è messo in mostra, ma quest'anno dopo un iniziale periodo di appannamento dovuto soprattutto a un infortunio è tornato a ritagliarsi il suo spazio a suon di dribbling ubriacanti e accelerazioni da duecentometrista.
Stabilmente nel giro della prima squadra - e da qualche settimana anche in quello dei titolari - c'è il centrocampista Danilo Cataldi. Classe '94, è un prodotto del vivaio biancoceleste tornato nella Capitale la scorsa estate dopo un'eccellente stagione a Crotone. "Diventerà il centrocampista della Nazionale per i prossimi 15 anni", ha detto Massimo Mauro domenica scorsa negli studi di Sky dopo la sua ottima gara in quel di Sassuolo. Parole forti per un giovane che ha ancora molta strada da fare, ma al quale non mancano le qualità per ambire a traguardi così ambiziosi.

Anderson, Keita e Cataldi sono solo la punta dell'iceberg per un club che concretamente ha deciso di puntare sui giovani per aprire un ciclo vincente e duraturo. Per la prossima stagione la società capitolina ha già bloccato il '94 Hoedt da affiancare al centro della difesa al 92' de Vrij. In questa Pioli ha già iniziato a far annusare l'aria del calcio che conta a giovani come Strakosha, Prce, Oikonomidis, Verkaj, Paolimbi e Tounkara, l'unico tra quelli appena citati che quasi un anno fa in prima ha anche esordito. Giocatori destinati a palcoscenici importanti se sapientemente guidati. Un lavoro che la Lazio sta dimostrando di saper fare.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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