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Fusi: "Il Toro ha perso l'entusiasmo e il temperamento che aveva prima"

di Elena Rossin
Fonte: TorinoGranata.it
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© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com

Luca Fusi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Fusi ha giocato nel Torino dal 1990 al '94 conquistando la Coppa Italia nel 1993 e guidando da capitano la squadra granata fino ai quarti di finale della Coppa delle Coppe nel 1994, attualmente è l'allenatore della Berretti del Sant'Angelo Lodigiano.

Il Torino ha compromesso il raggiungimento del sesto posto con il pareggio con il Palermo e le sconfitte con Empoli e Genoa, ma questo non cambia molto il giudizio sulla stagione. L'ha sorpresa che la squadra mollasse proprio sul finale?
"Chiaramente non cambia il giudizio sulla stagione perché il Torino ha fatto bene in Europa League e fino alla fine si è giocato la possibilità di passare ai quarti, oltretutto con una squadra importante com'è lo Zenit. Forse dopo la vittoria nel derby c'è stato un attimo di rilassamento o di troppa sicurezza che ha poi inciso sui risultati delle ultime tre partite e soprattutto la sconfitta in casa con l'Empoli ha complicato un po' la corsa all'Europa. Con il Genoa era uno spareggio e fino all'uno a uno la squadra è stata comunque in partita e ha cercato anche il risultato pieno, dopo il secondo gol del Genoa la squadra si è buttata in avanti per cercare il pareggio e alla fine perdere due a uno o tre a uno oppure persino cinque a uno, com'è successo, cambia ben poco".

In tanti dicono che la squadra è stanca perché ha iniziato la stagione il primo luglio e ha disputato fra campionato e coppe cinquanta partite, ma per un calciatore quanto incide tutto questo?
"Non penso che il problema sia stato aver disputato cinquanta partite o sessanta. Anche noi quando andammo a giocarci la finale di Coppa Uefa ad Amsterdam se non erano cinquanta le partite che avevamo giocato erano un numero molto vicino tra campionato, Coppa Italia e Coppa Uefa. Altre squadre in questa stagione hanno giocato un numero identico di partite o forse più tenendo anche conto di quelle di Coppa Italia, ad esempio la Juventus, eppure è sempre stata concentrata. Quindi il discorso è che probabilmente ad un certo punto nel Torino si è spenta un po' la luce e forse, ripeto, l' aver vinto il derby ha affossato o fatto passare in secondo piano il qualificarsi ancora per l'Europa League provandoci fino alla fine. Le rose sono sempre molto ampie e questo non incide facendo diventare le cinquanta partite un numero elevato. E' venuto meno proprio in questo momento il grande entusiasmo e quel grande temperamento che la squadra ha dimostrato di avere per tutto il resto della stagione".

Ha parlato di rose ampie, ma si dice che il Torino non abbia un organico così esteso e soprattutto non ha le riserve adeguate a far rifiatare i titolari. E' d'accordo?
"Sicuramente non avrà avuto i rincalzi all'altezza di quelli delle altre squadre che hanno giocatori di prima fascia sia in campo sia in panchina e il Toro non ha giocatori di tale qualità fra le riserve, però, come avevo detto prima, ai miei tempi quando abbiamo affrontato la doppia competizione si giocava alla domenica e al mercoledì e non si faceva un grande turnover, infatti, in campo andavano quasi sempre gli stessi, che alla fine disputavano quarantacinque-cinquanta partite all'anno. Probabilmente alcuni degli attuali giocatori non erano abituati alla doppia competizione e ad andare avanti così tanto in coppa e questo può aver influito sul finale di stagione. Non tanto un discorso di stanchezza fisica, magari di stanchezza mentale perché molti di loro erano alle prime esperienze a livello europeo e questo gli ha fatto spendere più energie".

Mancano tre partite ed è quasi impossibile per il Torino arrivare sesto, però se si guarda bene il calendario di tutte le contendenti qualche risultato favorevole ai granata potrebbe verificarsi. Tenendo anche conto che in caso di parità finale con Sampdoria e Inter, per gli scontri diretti, il Torino è in vantaggio. Utopia o obbligo di provarci comunque?
"E' importante non avere mai rimpianti, quindi il Torino deve giocarsi queste ultime tre partite cercando di ottenere il massimo in termini di risultati per poi vedere che cosa fanno le altre. Oltre a questo c'è anche il discorso di effettuare valutazioni da parte della società e dell'allenatore e i giocatori devono far vedere quello di cui sono capaci in funzione delle scelte o delle direttive per la prossima stagione. Al di là dell'Europa è importante questo periodo per programmare le basi per il futuro".

In quest'ottica si potrebbe leggere l'esclusione in alcune delle ultime partite, ad esempio, di Darmian, il maggior candidato ad andare via o l'utilizzo di qualcuno che si era accomodato più spesso in panchina per testarlo?
"E' il momento di valutare se in casa si hanno delle alternative che potrebbero sostituire chi nel mercato estivo andrà via. Molinaro con il Genoa, nonostante il risultato finale, ha disputato un'ottima partita proponendosi molto bene. La società farà valutazioni in queste ultime gare per capire se si può ripartire dai giocatori che già ci sono. Nella delusione della possibile non qualificazione all'Europa si possono anticipare un po' i tempi effettuando precise valutazioni sulle scelte per la prossima stagione".

Cambiando argomento, la sua Berretti ha ottenuto i risultati che vi eravate prefissi?
"Sono soddisfatto perché quando si allenano i ragazzi giovani ci deve essere prima di tutto la crescita al di là di quelli che possono essere i risultati. Noi siamo una società piccola e abbiamo bisogno che qualche ragazzo arrivi in prima squadra, per adesso non ce l'abbiamo fatta, ma speriamo che con gli anni possa accadere".

Anche nella prossima stagione allenerà i suoi giovani?
"Sono pronto a qualsiasi cosa, spero di avere questa possibilità con i ragazzi perché mi dà soddisfazione, ma se non accadrà valuterò altre opportunità".

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