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Finalmente Milan, ora palla alla difesa. Bufera Salah, Fiorentina approssimativa. Napoli, Allan non è bello ma piace. Che bello il nuovo Friuli! Caso Catania, punite i delinquenti non la città

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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© foto di Federico De Luca

Non sono arrivati Ancelotti, Kondogbia, Martinez e Ibrahimovic ma almeno il Milan sta facendo un mercato con dignità e di valore, a dispetto delle ultime due stagioni disastrose. Sta seguendo un filo conduttore e, se non avesse sventolato ai sette venti gli obiettivi, successivamente persi, gli ultimi acquisti avrebbero avuto anche maggior valore e risalto. Bacca e Luiz Adriano sono caviale e champagne rispetto a Destro e Pazzini. Mihajlovic è un allenatore autoritario e non un tecnico che nello spogliatoio canta, su indicazione del Presidente, come se fossimo al coro dell'asilo. Inzaghi è uscito devastato dalla stagione in panchina; mi permetto di dire, più sotto il profilo gestionale che tecnico. Succube di Berlusconi (andava a prenderlo alle scalette dell'elicottero) e in balìa di Galliani. Risultato: esonero e tanto di cazziata davanti al nuovo allenatore "Se non fosse stato per l'affetto che ci legava a lui, andava esonerato molto prima". Ora il Milan sta provando a fare una squadra valida, sperando nel colpo finale che possa far aumentare il gradimento della tifoseria. Mancano due difensori, questa è la prima cosa. Costruire una squadra partendo dall'attacco è sempre rischioso. A Sinisa manca gente di qualità e rapida dietro. Oggi il mercato di Galliani è da 6, già un valore positivo se consideriamo che due settimane fa si assestava esattamente alla metà. Può solo migliorare. Un grande merito va riconosciuto al club: la libertà di informazione. Sembra una barzelletta e potremmo essere facili bersaglio di satira ed ironia, come spesso succede quando c'è di mezzo una società di Berlusconi, ma in questi due anni abbiamo sparato con i cannoni sul Milan e la società non ha mai posto alcun tipo di veto/minaccia. Anzi. Per molto meno, società come Roma, Napoli, Genoa, Sampdoria e tante altre fanno scrivere dagli avvocati (quando va bene e sono sereni). Dipende dalla cultura dei rispettivi club. Il Milan ha una grande comunicazione e da top club europeo ragiona. In questi giorni si è scatenato il putiferio attorno all'operazione Salah. Parliamo di un grande calciatore che, comunque, ha giocato a grandi livelli per sei mesi in Italia; non di più. Riconoscendo grandi qualità all'attaccante, dobbiamo ammettere che la Fiorentina ha fatto un pasticcio prima durante e dopo. La famosa clausola incastra la società e da lì non ne usciamo. Il comportamento di Salah può anche essere considerato poco professionale ma, diciamocela tutta, la Fiorentina quando va in tilt inizia a fare comunicati, interviste senza senso e minacce ad altre società. Un delirio per coprire le ingenuità societarie. Siccome i Della Valle possono permettersi avvocati e consulenti a 5 stelle sarebbe il caso che parlassero prima con loro e poi sferrassero gli attacchi al calciatore e alle squadre interessate a Salah. La lettera all'Inter è un ennesimo segnale di debolezza a tutto il mondo del calcio. Se l'obiettivo è tenere il calciatore, allora, l'obiettivo è stato già ampiamente fallito perché è impossibile ripartire da Salah. Quindi già averlo perso è un grande smacco. Se adesso per consolarsi si passa alla ripicca, la Fiorentina perde due volte. Cadute di stile di questo tipo da una società di valore europeo non ce le aspettiamo.
Sarà la settimana del trasferimento di Allan al Napoli. L'Udinese vende i suoi gioielli a caro prezzo anche quando l'annata non è stata delle migliori. Allan al Napoli per 12 milioni di euro più Inler e Britos al Watford e Zapata all'Udinese per due anni, sarebbe un capolavoro da manuale del mercato. Così come in passato per Sanchez, Isla, Asamoah, Inler e Armero. Giusto per citare i casi più recenti e per non scomodare il Signor Marcio Amoroso da Udine a Parma. Aspettiamo di capire se Inler accetterà Watford e Zapata Udine. Allan al Napoli andrà. De Laurentiis lo vuole e fa bene. Stiamo parlando di un calciatore brasiliano-napoletano.

Non è uno che incanta per la qualità delle giocate ma è costantemente il principale "ladro" di palloni in ogni partita. Ne recupera una quantità clamorosa e concede alla squadra di ripartire. Nell'ultimo anno si è avvicinato molto anche alla porta avversaria e - se migliorerà anche nella mira - potrebbe togliersi grandi soddisfazioni. Ragazzo pacato e tranquillo, uomo silenzioso e sempre pronto a far gruppo. Il Napoli acquisterebbe un calciatore di grandissimo livello, umano e professionale. Sarri conosce bene le sue qualità e, per come gioca il nuovo tecnico azzurro, uno come Allan è fondamentale. Il brasiliano firmerà per 4 anni a 1.5 a stagione. Se fossi in Allan sarei dispiaciuto di lasciare Udine, soprattutto, per un motivo: non poter giocare nel nuovo Friuli. Mercoledì scorso ho fatto un giro nel campo e ho pensato che se in Italia avessimo tutti stadi così saremmo a cavallo per i prossimi 30 anni. I tifosi dell'Udinese saranno dei privilegiati. Vedere la propria squadra in una bomboniera così non ha eguali. Puoi anche acquistare 4 top player ma se non te li puoi godere ha poco senso. Manto erboso morbido da poterci fare un pic nic, i nuovi spalti sono colorati e talmente vicini alla porta che se il primo della fila allunga il braccio accarezza la testa di Buffon, quando ci sarà Udinese-Juventus. Sediolini per tutti, bar e comfort per gli abbonati. Sembra un villaggio e, invece, è uno stadio. In Italia bastano un sindaco sano di mente ed un presidente pronto ad investire sul mattone e non buttare soldi in un calciatore per cambiare la vita di questo sport. E pensare che anche ad Udine c'erano assessori che criticavano il progetto-stadio: quei folli non dovrebbero neanche avvicinarsi ora che si inaugura. Lavori alla velocità della luce. Costo totale 26 milioni di euro, 26 mila posti. Stadio pronto alla prima giornata del prossimo campionato, fatta eccezione di una delle due curve che aprirà a dicembre.
Caso Catania - Quando ci sono gli arresti ne parliamo a tutte le ore del giorno, poi vengono scarcerati e il caso passa in secondo piano. Nel frattempo la giustizia sportiva procede alla velocità della luce e le città, dalla sera alla mattina, si ritrovano per anni senza un patrimonio: la squadra di calcio. Figuriamoci al Sud, dove la maggior parte delle volte c'è solo quello, come valvola di sfogo sociale. Sapete, oggi, che fine abbia fatto Semeraro? Io no. Però so bene che il Lecce sono anni che è stato spedito, giustamente, in serie C e non riesce a risalire. Il rischio del Catania è lo stesso, per questo dobbiamo vigilare. La grande vittoria, se di vittoria giornalistica si può parlare, è che Catania si è liberata dei suoi "diavoli". Abbiamo, negli ultimi due anni, gridato al cielo che qualcuno doveva intervenire per fermare questo scempio. Ci ha pensato la Procura della Repubblica quando, ormai, era troppo tardi. Inizialmente venivamo etichettati come i "nemici" del Catania per poi rivelarci i veri amici della città. Adesso attenzione a non distruggere la passione della città. I tifosi non hanno colpe. Erano le istituzioni che avrebbero dovuto vigilare e fermare Pulvirenti e Cosentino. I tifosi più di contestare cosa avrebbero dovuto fare? Pulvirenti e Cosentino sono liberi. Una settimana a casa e tutto passa. Un'influenza ti tiene più tempo in casa. Pulvirenti passerà e tornerà ad occuparsi dei suoi hotel a Taormina, Cosentino tornerà a Miami a fare la bella vita e a trattare sudamericani, forse questa volta non più per l'Italia, ma ai tifosi del Catania non restituiranno mai più la loro squadra di calcio se oggi la spedite in Eccellenza. La giusta punizione è una: radiare i 3 tesserati, mandare il Catania in Lega Pro, farlo partire con una penalizzazione di 5 punti ma non cancellarlo dal calcio professionistico. In attesa della relazione di Palazzi, ci auguriamo che vengano smascherati anche gli altri furbetti del quartierino perché, noi tutti sappiamo, che non c'era solo il Catania.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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