Eto'o, globetrotter senza gol
Samuel Eto'o lascia l'Italia per la seconda volta. Probabilmente, anzi, sicuramente quella meno indolore, dopo l'addio all'Inter per l'Anzhi Makhachkala di qualche anno fa, dopo una stagione da campionissimo assoluto. La Premier League russa non gli ha tolto gli anni dal groppone, e si è visto in questa annata. All'Everton, nel periodo più buio di Roberto Martinez, non è riuscito a portare per mano la squadra. Perché, diversamente al pre Mourinho, giocava troppo distante dalla porta, quasi da regista arretrato, quasi mai capace di incidere davvero nell'area di rigore. Tre gol che comunque sono più di quelli siglati con la maglia della Sampdoria: solamente due, in un momento - va da sé - in cui la squadra di Mihajlovic era in piena flessione rispetto all'andata. Resterà il dubbio di come sarebbe andata nella prima parte, quando i blucerchiati sembravano una locomotiva, ma le colpe, né i meriti, sono tutti imputabili a una sponda.
Eto'o, in qualche occasione, ha dipinto calcio pure a Genova. Come nella partita con l'Atalanta, miglior in campo di gran lunga - anche se in gol di sono andati Okaka e Muriel - oppure con il Cagliari. Il suo stipendio è però completamente fuori dalle possibilità delle casse sampdoriane, e l'offerta dell'Antalyaspor, circa 3,3 milioni di euro netti a stagione (per tre anni), è decisamente irrinunciabile per un trentaquattrenne. Nelle ultime quattro annate ha siglato meno gol dell'ultima al Barcellona, almeno in campionato. Fuori è poco sotto, ma con partite moltiplicate. Insomma, dall'Anzhi in poi Eto'o è stato un globetrotter del gol, con quattro nazioni toccate e solamente 41 gol. Contando che prendeva 20 milioni di euro all'anno in Daghestan, calcolare quanto è costato ogni rete è davvero da ingaggio in NBA.