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ESCLUSIVA TMW - Violante: "Reggina grande per tanti anni solo grazie a Foti"

di Stefano Sica
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"Io devo solo ringraziare il presidente Lillo Foti perché mi ha permesso di crescere come dirigente e uomo di calcio. Se Reggio Calabria, intesa come tifosi, città ed istituzioni, ha avuto la gioia di festeggiare vittorie a San Siro come all'Olimpico, il merito è solo di Foti, tutta la vita". C'è amarezza e un pizzico di nostalgia nelle parole di Salvatore Violante, per un quinquennio colonna dell'area tecnica della Reggina in partnership col direttore sportivo Simone Giacchetta. Prima il dovuto omaggio al patron Lillo Foti, con cui ha condiviso gioie e dolori in un'era difficile per i colori amaranto. Poi l'analisi malinconica ma dettagliata di un crac purtroppo nell'aria da troppi mesi.

La Reggina scompare dal panorama professionistico nazionale: come è stato possibile arrivare a questo?
"Degli errori sono stati commessi, sicuramente. Da Foti come da me o da tutti coloro che hanno lavorato nella Reggina. Ma nessuno può dimenticare che il presidente ha fatto sacrifici enormi in tutti questi anni, mettendo in secondo piano famiglia, affetti e salute. A me dispiace che una minima parte dei tifosi pensi che Foti si sia arricchito con la Reggina. E' assolutamente falso. La Reggina è stata arricchita da lui, semmai. Foti ha messo a disposizione della società conoscenze, competenze, strutture, mentalità e pragmatismo. Ha portato avanti questo giocattolo da solo per 30 anni, con tutti gli oneri e gli onori. Questa società è stata capace di creare qualcosa di importante nel corso degli anni. Quando io sono arrivato, mi sono inserito subito in un contesto ben rodato che faceva capo a Foti e a Giacchetta. C'era un'organizzazione oliata che curava nei minimi dettagli scouting e settore giovanile. Nessuno potrà mai smentire, numeri alla mano, tutto ciò che abbiamo creato. Ovviamente la retrocessione dalla A alla B è stata l'anticamera di un dispendio economico imponente. Foti, infatti, voleva risalire subito nella massima serie per ridare linfa vitale al club da un punto di vista economico e permettergli di andare avanti. Sono stati fatti degli investimenti importanti ed è andata male. La Reggina non è stata promossa e i passivi si sono prolungati nel tempo senza che ci sia stata mai la possibilità di azzerarli".

Possibile che il disinteresse delle forze imprenditoriali della città e della regione abbia influito su questo tracollo?
"In questo ho un grande rammarico: l'imprenditoria locale ha ceduto frettolosamente alle voci che parlavano di un Foti abituato a decidere sempre da solo senza ascoltare nessuno. Io posso smentire questa leggenda avendo partecipato in prima persona a tutte le decisioni prese dalla società durante la mia permanenza a Reggio. Lui ha sempre coinvolto tutti nelle sue idee, in cinque anni alla Reggina non gli ho mai sentito imporre il nome di un solo allenatore. Foti non ha avuto mai aiuti dagli imprenditori locali, ha condiviso sempre questo progetto con poche persone di fiducia. Chi non si è avvicinato lo ha fatto solo per sentito dire, mai dopo un confronto col presidente. Io posso raccontare anche un altro aneddoto: un anno fa Foti, subito dopo aver provveduto alla fideiussione per l'iscrizione al campionato, si è presentato davanti ai dipendenti ringraziandoli ad uno ad uno per la loro dedizione. Un padre padrone non agirebbe mai così. L'impegno di un pool di imprenditori avrebbe evitato questo tracollo, già molto prima di martedì scorso".

E' imminente una sua collaborazione con Pasquale Foggia nell'ambito dell'omonima scuola calcio sita a Napoli. Ce ne spiega i dettagli?
"Da tanti anni ci lega una grande amicizia. Lino ha avuto l'idea di ampliare il progetto della sua scuola calcio trasformandola in una Academy con più sedi regionali e nazionali. Mi ha coinvolto nelle sue idee per la fiducia che ripone in me dal punto di vista tecnico, umano e professionale. E' in embrione una bella collaborazione nella quale le nostre conoscenze potranno unirsi all'interno di un'unica società finalizzata a creare un connubio importante tra prima squadra e settore giovanile. Abbiamo un orizzonte ambizioso: curare l'addestramento tecnico senza trascurare l'aspetto sociale. Non abbiamo la presunzione di avere, tra i nostri iscritti, tutti calciatori dal sicuro avvenire. Piuttosto vogliamo far avvicinare al calcio tanti ragazzi che, diversamente, potrebbero cedere a tentazioni malsane, specie in alcuni quartieri a rischio di Napoli. Il calcio deve rappresentare solo un percorso di crescita formativo per questi ragazzi. C'è un motto a cui sono affezionato: se è difficile diventare campioni nel calcio, abbiamo l'obbligo morale di esserlo nella vita. Insomma, crediamo nell'Academy come "must" sociale. La Pasquale Foggia Academy sarà un punto di riferimento importante in tante città italiane e avrà un unico programma tecnico e didattico. La sede pilota sarà sempre a Napoli, alla Loggetta, dove è sita la scuola calcio Pasquale Foggia. Poi ne saranno stabilite altre due ad Agnano e nel comune di Curti, presso lo stadio comunale. Poi ci sono richieste per esportare l'Academy in altre zone della Campania e nel resto d'Italia".

Il suo futuro immediato?
"Ho avuto qualche contatto con alcune società di A e B. Sono stato interpellato per una collaborazione tecnica riferita soprattutto all'area scouting. Tuttavia, prima di prendere qualsiasi decisione, non potrò non confrontarmi con Simone Giacchetta, che è stato il mio direttore sportivo alla Reggina, e chiaramente con Lino Foggia. Se non dovessi raggiungere alcun accordo, mi aggiornerò professionalmente con viaggi studio all'estero portando peraltro avanti il progetto di Webapp, denominata All Scouting, a cui tengo molto. Alcuni club stanno già testando questa piattaforma e i riscontri sono positivi. La Virtus Entella è stata in questo senso una società pilota avendo creduto più delle altre nei benefici di questa Webapp. Fra due settimane sarà pronta la versione definitiva che permetterà di gestire tutti gli aspetti essenziali del programma per come l'ho ideato io".

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