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ESCLUSIVA TMW - Rocco Perrotta, l'italiano della Bulgaria: "Che emozione ieri..."

di Alessio Alaimo
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Un po' di Italia in Bulgaria. Rocco Perrotta, trentaquattro anni, è il preparatore atletico della Nazionale Bulgara. Un passato al Torino, dal 2008 al 2011, poi la valigia sempre in mano, con un bagaglio carico di sogni e aspettative. "Il Torino è stata la prima grande società a credere in me, resto legato ai granata, ancora oggi dico grazie al Toro per l'opportunità che mi ha dato", racconta il giovane preparatore a TuttoMercatoWeb. Poi nel gennaio 2012 l'Udinese ha in mente di creare una sinergia con il Cska Sofia. Per la parte tecnica c'è l'idea di affidare a Rodolfo Vanoli un ruolo di primo piano, con Turci preparatore dei portieri e Rocco Perrotta - appunto - per la parte atletica. "Rocco, andiamo in Bulgaria?". Biglietto fatto, valigia pronta. Si parte. Poi Udinese e Cska Sofia non trovano l'accordo. "Allora vado via?", si chiede Rocco. "No, tu rimani qua". I metodi di lavoro vengono apprezzati. Pronti-via, tre anni di contratto. "Perché all'estero - racconta Perrotta - non serve avere i capelli bianchi per un'opportunità. E poi, la scuola italiana, si spende davvero bene".

Ieri la Bulgaria ha sfidato l'Italia. Che effetto le ha fatto?
"Giocare contro la propria Nazionale è sempre emozionante. Sentire l'inno italiano dal vivo, mentre ero con la mia squadra e dovevo sfidare la mia Nazionale, è stata una bella emozione. E ho visto una buona Italia, un po' sfortunata ma in una condizione fisica davvero ottimale, che gli ha permesso di forzare nel finale".

Quando voi siete calati.
"Abbiamo avuto una flessione negli ultimi minuti, perché i nostri giocatori non sempre giocano nei loro club di appartenenza. Poi le statistiche dicono che le squadre italiane tra marzo e aprile sono in una condizione fisica migliore. Ecco, non siamo stati fortunati a trovare l'Italia in questo periodo".

Dopo la partita ha rivisto e salutato Antonio Conte...
"Ho avuto la fortuna di conoscerlo quando era a Siena ed io al Torino. Ci siamo salutati, anche perché abbiamo qualche amico in comune. Ma non devo certo essere io a dire chi è Antonio Conte".

Conte non vive un momento facile, ha ricevuto qualche critica di troppo.
"Sarebbe bello vedere tutti uniti per la causa della Nazionale. Da italiano che lavora per un'altra Nazionale dico che non è bello vedere questi contrasti. Le fortune di Antonio sono fondate sulla cura dei dettagli e la grande mole di lavoro. Non mi sorpende la sua grande applicazione".

E lei, ci pensa al ritorno in Italia?
"Il sogno è sempre quello di tornare nella propria patria. Dopo il Torino mi sono ritrovato ad avere un'offerta dal Cska Sofia, non potevo rifiutare, all'epoca la squadra faceva l'Europa League. Ho accettato subito. Dopo l'esperienza al CSKA sono andato in Cipro, all'Ael Limassol, che faceva i preliminari di Champions League. E in Europa League siamo usciti contro il Tottenham. Il sorteggio non è stato clemente, ai preliminari abbiamo incontrato lo Zenit e in Europa League il Tottenham. La società, uscita dalle competizioni europee, magari non ha avuto le possibilità di mantenere uno staff importante. Poi il mister - Petev - è stato chiamato dalla Nazionale e insieme abbiamo sposato questa causa".

Com'è il calcio bulgaro?
"Dal punto di vista atletico ci sono grandi talenti. Il lavoro qui non spaventa. Per quanto riguarda la parte tecnica, non è di mia competenza".

Bulgari d'Italia: Bojinov alla Ternana e Chochev al Palermo. Ce li racconta meglio?
"Due professionisti esemplari, che stanno cercando di affermarsi. Credo che a Valeri piacerebbe tornare a calcare i campi di serie A, è un giocatore ambizioso che ha sempre giocato nella massima serie e magari vorrebbe tornarci. Con Chochev avevo già lavorato al Cska Sofia, ha bisogno di adattarsi al calcio italiano, è stato catapultato in un contesto completamente diverso rispetto a quello bulgaro. Dalla Bulgaria all'Italia cambia tutto, anche - faccio un esempio - il modo di mangiare. Non bisogna avere fretta. Poi ha già avuto undici apparizioni in serie A, spero che con il tempo riesca a mostrare il suo potenziale".

Qual è l'obiettivo della vostra Nazionale?
"Valorizzare i giocatori a disposizione. C'è un allenatore giovane, con idee nuove. La Federazione ha puntato su di lui con un contratto a lungo termine. Le qualificazioni all'Europeo magari sono compromesse, speriamo di poter andare al Mondiale per strutturare una Nazionale con ambizioni diverse".

Il suo invece quello di tornare un giorno in Italia?
"In Italia ho la mia famiglia, i miei affetti. Di fronte ad un progetto importante mi farebbe piacere tornare, per continuare in crescendo la mia carriera. Chissà, magari un giorno si ripresenterà un'opportunità con un progetto importante".

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