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ESCLUSIVA TMW - Buscè: "Decisivo il lavoro di Sarri. Empoli fucina di grandi tecnici"

di Stefano Sica
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© foto di Federico De Luca

Da sempre uomo Empoli, è al suo secondo anno nel settore giovanile azzurro. Dopo aver diretto la formazione Esordienti, Antonio Buscè ha guidato in questa stagione i Giovanissimi Regionali. Un'annata da capolista assoluto in un girone peraltro molto duro. Allo studio adesso, col responsabile del vivaio Marco Bertelli, la possibilità di proseguire questo rapporto fruttuoso e redditizio.

Due vittorie consecutive (ben 8 punti nella ultime 4 partite) e salvezza matematica. Per l'Empoli è stata una stagione straordinaria.
"Io credo che l'Empoli abbia disputato un ottimo campionato considerando che ha fatto vedere un bel calcio sia con le grandi sia con le squadre meno quotate. Si sono viste partite bellissime, ad esempio, con Napoli, Roma, Juventus o Milan. La prestazione del Napoli mi meravigliò non poco perché stavano attraversando un buon periodo. Non credo che abbiano snobbato la gara, magari la squadra era già mentalmente proiettata all'Europa League. Raggiungere comunque la salvezza a quattro giornate dal termine è stato un traguardo magnifico. Io poi sono molto attento a come lavora la linea difensiva della squadra, e devo dire che lo fa benissimo. Sarri ha dato in questo senso dei meccanismi perfetti. Ora, però, il difficile è riconfermarsi. Bisognerà vedere la posizione dell'allenatore e di alcuni giocatori che sono molto richiesti. Ma l'Empoli è una fabbrica di calciatori. E anche di allenatori. Da qui è passata gente come Spalletti, Baldini o Mario Somma. Qui l'ambiente è sano e la società è paziente. Non si fanno tanti anni tra i professionisti per caso".

La stessa pazienza che, andando indietro negli anni, non ebbe il Sorrento quando esonerò Sarri. L'anno seguente ci fu proprio il matrimonio con l'Empoli.
"Questo è un male diffuso nel nostro calcio. Se vai male 4-5 partite, senti il fiato dell'esonero sul collo. Ma un progetto deve avere almeno 4-5 anni di esecuzione. La società deve mantenere fiducia e coerenza, poi al limite, a fine anno, può fare un bilancio se determinate cose non sono andate bene. Quest'anno proprio il gioco dell'Empoli ha fatto la differenza in serie A. E tanti allenatori sono venuti qui a vedere come lavorava il mister. Una grande soddisfazione per la famiglia Empoli. Alla sua prima stagione qui, Sarri faticava ad ottenere risultati. La società ebbe pazienza, ci fu una partita del riscatto a Lanciano e poi si finì per disputare la finale play-off col Livorno".

Consiglierebbe Valdifiori al Napoli?
"Certo. Agli azzurri potrebbe far comodo perché ha esperienza e grande palleggio. Oramai Mirko è maturo e, a 29 anni, merita la chance di giocare in una grande squadra. Soprattutto per quello che ha dimostrato. In Italia non vedo tanti registi, lui in quest'ottica è una garanzia. Poi è chiaro che la maglia del Napoli ha un peso diverso. E gli obiettivi stessi sono diversi. Ma lui può vincere questa sfida".

E' al suo secondo anno come tecnico nelle giovanili dell'Empoli. Un bilancio?
"Intanto faccio una premessa: nelle mie aspirazioni c'è quella di allenare un giorno i "grandi". E' il mio sogno, infatti non voglio essere etichettato come quello che vuole fare il settore giovanile a vita. Ben venga la gavetta, io ne ho fatta tanta anche da calciatore. Ma il mio obiettivo è, nell'immediato, quello di salire man mano un gradino nella gerarchia delle squadre del settore giovanile. In ogni caso questi due anni sono stati molto formativi per me, anche in ottica futura. E ho avuto la possibilità di farli in un vivaio importante. Ho trovato ragazzi di grande qualità e già predisposti a livello mentale al lavoro e al sacrificio. L'Empoli garantisce certi insegnamenti già quando sono molto piccoli. Mi sono tolto già molte soddisfazioni. Abbiamo disputato un ottimo campionato vedendocela con squadre molto attrezzate come Fiorentina, Pisa o Prato. Tra noi e la Fiorentina ci sono un bel confronto e una piacevole competizione a livello di settori giovanili. Si vedono partite belle e capisci che si sono gettate le basi per un lavoro importante. Insomma, in questo biennio sono stati fatti passi da gigante. Mi sono misurato io e si è potuta tastare con mano la crescita dei ragazzi. Credo che ci sia soddisfazione per il mio lavoro anche perché ho gettato delle basi solide i cui frutti si potranno cogliere in futuro. Anche a livello tattico, dove ai ragazzi ho dato degli input che recepiscono. Tra l'altro tre miei gioiellini sono passati coi Giovanissimi Nazionali con i quali disputeranno le fasi finali dei play-off. Un motivo per me di grande orgoglio. Non è un caso che due estati fa avessi chiesto io stesso di poter lavorare almeno su una proiezione di due anni, tempo minimo per fare una valutazione generale su quello che si è prodotto. E sono molto contento. Poi ci incontreremo in questi giorni per vedere se proseguire questo rapporto. Ho capito cosa significa fare un lavoro di settore giovanile per una società come l'Empoli che deve giocoforza puntare su questo: formare, valorizzare e proporre il proprio prodotto. L'Empoli rappresenta una realtà di 40mila abitanti ma è già un punto di riferimento per tanti. E deve esserlo a dispetto di chi invece disperde tante risorse. Ecco perché qui anche i giocatori più "anziani" trovano maturità, tranquillità ed equilibrio. E magari una seconda giovinezza".

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