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ESCLUSIVA TMW - Avv. Maglione: "Il sistema calcio da solo non ce la fa"

di Stefano Sica
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© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com

Continua l'inchiesta della Procura di Catanzaro denominata Dirty Soccer, che per ora ha portato a 50 arresti ed oltre 70 indagati nell'ambito di alcune partite sospette che vanno dalla serie B al massimo campionato dilettantistico. A parlare di questa operazione, e degli immediati riflessi che sta avendo sul nostro calcio, è l'ex amministratore unico del Savoia, Francesco Maglione.

Oramai queste inchieste stanno diventando pane quotidiano per il nostro calcio...
"Questo ennesimo scandalo deve una volta per tutte indurre ognuno ad una profonda e radicale pausa di riflessione. Io rivendico con orgoglio di aver fatto parte, fino a quando ho esercitato le mie funzioni, del gruppo di presidenti che metteva in discussione l'attuale governance della Lega Pro per una serie di disfunzioni che nel corso di questi mesi si sono aggravate. Allo stato attuale abbiamo una giustizia sportiva che non riesce ad avere tempi certi a causa di una propria impossibilità ad operare, non avendo mezzi e strumenti adeguati per indagare. Poi c'è un presidente di Lega inibito per violazione dell'art. 1 riguardante i principi di lealtà sportiva. Quindi abbiamo un bilancio non approvato in data 15 dicembre, e viene sistematicamente disattesa un'istanza reiterata da più della metà delle società di Lega Pro che insistono per un'assemblea elettiva che esprima la volontà democratica dei club. C'è un vuoto di potere immenso nella Lega Pro quando le società avrebbero il sacrosanto diritto di pronunciarsi sulla riforma dei campionati".

Come se ne esce allora?
"Intanto mi preme condividere le parole sull'argomento del Presidente del Consiglio Renzi e del Presidente della Repubblica Mattarella. Mi auguro che queste riflessioni portino a fatti consequenziali. Il calcio vive una crisi sistemica talmente grave da impedirgli di creare quegli anticorpi in grado di fronteggiare determinati fenomeni. Non è un caso che la scoperta di certi scandali arrivi da sistemi esterni al mondo del calcio. Questo testimonia l'assoluta incapacità di questo sistema nel potersi autogovernare. Un'idea c'è: sarebbe opportuno infatti creare un Ministero per lo Sport conferendo una delega apposita ad un Sottosegretario incaricato di trovare le soluzioni migliori per vigilare sul fenomeno della corruzione nel calcio e della malapianta del calcioscommesse. L'unica Lega che riesce ad esprimere una propria autonomia è quella di B, dove i risultati sono la diretta conseguenza della giusta e corretta politica di governance lanciata da Abodi. Altro riflesso della crisi è quello relativo al caso Francesco Ghirelli. Siamo in presenza di un direttore generale licenziato dal Consiglio direttivo della Lega Pro con un provvedimento ingiustificato e immotivato, tanto che poi c'è stato il reintegro con sentenza del Giudice del lavoro del Tribunale di Firenze. Ecco, il sistema calcio deve ritrovare quello che oggi non ha: forze, energie e risorse per rinnovarsi dal punto di vista morale e culturale. Nel frattempo è necessario il supporto di due stampelle: quella della giustizia ordinaria e quella politica".

I fenomeni corruttivi nel nostro calcio dipendono forse anche da una crisi economica che affligge da tempo il sistema, soprattutto nelle categorie minori.
"Di sicuro la crisi odierna è riconducibile ad una carenza di risorse economiche e finanziarie che acuisce le manifestazioni di questi comportamenti illeciti. Noi, quando ponevamo il tema di una nuova governance, dicevamo proprio questo: deve esserci la capacità di reperire risorse in maniera autonoma senza vivere esclusivamente di gestioni assistenziali da parte della Figc. Questo doveva chiaramente accompagnarsi ad un processo di rinnovamento culturale ed etico che coinvolgesse presidenti e dirigenti di Lega Pro nonché la stessa governance. Le idee camminano sulle gambe degli uomini e, per avere idee nuove, ci vogliono uomini nuovi che possano portare avanti quelle proposte di riforma radicali di cui il sistema ha bisogno a livello strutturale. Sicuramente bisogna rivedere il meccanismo delle scommesse legalizzate, soprattutto nei campionati minori a partire dalla D fino ad arrivare almeno alla Lega Pro. La crisi economica attuale colpisce le categorie minori e certi comportamenti possono trovare maggiore complicità. Tuttavia l'anomalia di questo scandalo non è il coinvolgimento dei calciatori, come lo abbiamo visto sporadicamente in categorie superiori, bensì delle società, ovvero dei presidenti e dei dirigenti. Il problema quindi è strutturale, oltre che di carattere etico-morale".

I punti restituiti alla Reggina hanno comportato la retrocessione del Savoia in D. Una beffa inaspettata per l'ambiente oplontino che già pregustava gli spareggi col Messina.
"La retrocessione sul campo del Savoia è un evento che mi addolora perché ne sono stato amministratore unico fino al 18 dicembre, quando rassegnai le dimissioni. Ma questo è purtroppo uno spaccato dei mali endemici del nostro calcio che ha dei tempi di giustizia sportiva che devono assolutamente essere adeguati a quelle che sono le tempistiche di un campionato. Al di là del diritto della Reggina di vedersi restituiti prima 10 punti, e poi altri 2 dal Collegio di Garanzia del Coni, è un calcio falsato quello che, mentre si gioca su un campo con dei punti in palio, irroga dei punti di penalizzazione salvo poi sottrarli successivamente. Non abbiamo mai una classifica chiara e definitiva e questo condiziona il campionato di una squadra. Anche questo è un male su cui bisogna assolutamente intervenire".

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