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Empoli, Sarri: “E’ bello che ci sia ancora posto per realtà come la nostra”

di Elena Rossin
Fonte: TorinoGranata.it
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© foto di Federico De Luca

L’allenatore dell’Empoli Maurizio Sarri ha commentato la vittoria sul Torino e la raggiunta salvezza della sua squadra. Ecco le sue dichiarazioni:

Che sapore ha questa salvezza?
“Ha un sapore bellissimo, è arrivata con quattro giornate d’anticipo da una squadra che per la grande critica nazionale era condannata alla retrocessione. E’ bello sapere che nel calcio italiano c’è ancora posto per realtà come la nostra, ci ha dato una soddisfazione immensa. Ora dobbiamo festeggiare, ma solo per cinque minuti perché la testa deve andare subito al derby di domenica: qualche cosa di bello da fare ci sarebbe ancora”.

Ci dice quali erano le sue sensazioni all’inizio della stagione?
“All’inizio della stagione era un viaggio nell’ignoto. Nel nostro gruppo quasi nessuno aveva mai giocato in serie A per questo era un viaggio nell’ignoto. Pian piano abbiamo acquisito consapevolezza che per lo meno potevamo stare in questa categoria e giocarci la salvezza, poi negli ultimi tempi è subentrata la voglia di poter raggiungere una cetra posizione in classifica che potrebbe entrare nella storia. Secondo me abbiamo anche la possibilità di riuscirci se la squadra non cala mentalmente e mantiene la condizione fisica che ha in questo momento si può continuare a fare risultati, punti e prestazioni e alla fine tirare le somme con una classifica importante”.

Per lei che era al suo primo anno in serie A che sensazioni sta provando?
“Il calcio è pieno di luoghi comuni, storie e novelle, ma se uno sa fare il suo lavoro lo può svolgere in qualsiasi categoria. Ultimamente la cosa che mi fa più ridere è quando sento che dicono che l’Empoli ha preso un allenatore di profilo internazionale. Che devo dire, all’estero giocano con altre regole? Il pallone pesa di più? Non riesco a capire certe cose, però il calcio è pieno di queste affermazioni, di top player, di allenatori di caratura internazionale. Siamo contenti di aver sfatato almeno una parte di questi luoghi comuni”.

Altri luoghi comuni degli ultimi tempi sono stati che il Napoli aveva più motivazioni dell’Empoli e anche il Torino?
“Oggi ci siamo trovati in una situazione climatica difficile, c’erano diciotto gradi in più rispetto alla gara con il Napoli, il caldo è stato improvviso e pesante e aver retto i ritmi che abbiamo tenuto nei primi sessanta minuti è già tanta roba. Nel primo tempo dalla panchina c’era la sensazione di una nostra superiorità fisica abbastanza netta, poi è chiaro che nel finale quei ritmi non si potevano più tenere e se il Torino si abbassa e ci tiene un po’ in aria l’impatto fisico è diverso e ci hanno messo un po’ in difficoltà. Nella testa avevamo la voglia di mettere il sigillo alla salvezza e ormai da diverse partite c’era la storia del “quasi salvi” e a noi cominciava un po’ a pesare. Oggi c’era la possibilità di togliere il quasi e i ragazzi avevano una forte motivazione. Non penso che ci saranno problemi di motivazioni per la prossima partita”.

Al futuro penserà da domani?
“Io al futuro comincerò a pensarci dal trentuno di questo mese perché se per noi nelle prossime quattro partite ci sarà la possibilità di migliorare la nostra classifica dobbiamo farlo. Non abbiamo ancora mai parlato con i dirigenti di futuro e mi sembra ovvio poiché dobbiamo concentrarci sull’attualità, in questi giorni assolutamente no perché abbiamo da fare qualche cosa d’importante e poi verso fine mese cominceremo a parlarne. Penso che mi chiamino visto che ho ancora due anni di contratto”.

Lei a chi dedica la raggiunta salvezza?
“Se proprio devo fare una dedica e non la voglio fare a carattere personale la faccio a quei 2500 che venivano allo stadio all’inizio della stagione”.

I tifosi del Torino hanno molto apprezzato che lei ieri è salito a Superga per rendere omaggio al Grande Torino, ma oggi ha dato loro un dispiacere perché la sconfitta forse preluderà l’approdo in Europa League.
“Non ho dato un dispiacere, lo sport è questo. Io ho grande rispetto per la storia del Torino e grandissimo rispetto per la tifoseria del Torino e mi meraviglio che loro mi facciano i complimenti per un atto che secondo me era dovuto: andare a Superga. Un uomo di sport che viene a Torino in questi giorni, secondo me, è obbligato ad andare a Superga. L’atto era dovuto, poi la partita è la partita e ognuno cerca di portare punti alla propria classifica e non penso che questo possa rendermi non ben visto dai tifosi del Torino, questo fa parte dello sport”.

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