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Di Vaio: "Mai avuto dubbi su Pioli, Lazio deve guardare al 2° posto"

di Chiara Biondini
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© foto di Luca Gambuti

Pioli ha stregato la Lazio e conquistato i suoi tifosi. Marco Di Vaio, ieri sera ai microfoni di Radio IES, esalta l'operato del suo ex allenatore.
"Seguo la Lazio perchè io sono cresciuto Laziale. Ho tutta la mia famiglia a Roma e poi conosco Pioli e lo sento ancora. Sono stato con lui a Bologna e lo stimo molto. E' stato capace di costruire una grandissima organizzazione tattica costruendo una mentalità offensiva capace di esaltare le qualità e sfruttando gli inserimenti dei suoi centrocampisti. Pioli ha una grande priorità, il campo e il lavoro quotidiano. Dedica tutte le sue energie per curare ogni dettaglio anche il più piccolo particolare. Conosco il suo staff e il modo di approcciare al lavoro e quindi ero certo che sarebbero arrivati i risultati. Sta facendo bene e la squadra lo sta seguendo alla grande. C'era scetticismo al suo arrivo ma lui ha saputo gestire le pressioni di una piazza esigente come quella di Roma. Ha letto alla perfezione le potenzialità della sua squadra già dal ritiro. Domenica contro la Fiorentina ha fatto una gara perfetta. La prima mezz'ora è stata fantastica, poi sul due a zero ha chiuso la partita e ha giocato sul velluto. Il primo tempo, così come il match contro il Sassuolo ha evidenziato grandissima qualità e intensità. Felipe Anderson lo scorso anno era stato etichettato come inadeguato, Pioli lo ha valorizzato così come ha fatto con Cataldi e con giocatori rilanciati da Klose a Mauri che sta vivendo una seconda giovinezza. La squadra merita la Champions League e ha dimostrato di essere completa e matura per centrare l'obiettivo più prestigioso. La Lazio deve puntare al secondo posto e poi si vedrà dove arriverà a fine stagione".

La partita di domenica ha riportato alla mente un Lazio-Fiorentina di qualche anno fa, sulla panchina c'era Zeman e i goal furono addirittura 8: "Stefano non è un integralista come Zeman, è più duttile di mister Zeman che ha iniziato e chiuderà la sua carriera con il 4-3-3. Pioli cura molto anche la fase difensiva con i movimenti studiati e preparati, mantenendo una propensione offensiva ma senza tralasciare la fase difensiva. Quella domenica è passata alla storia e nei tabellini c'è anche il mio nome. Avevo già segnato un goal in serie A però per un giovane avere continuità e per me segnare sotto la curva Nord è stata un'emozione incredibile. Mi sono reso conto dopo di quello che era successo. Quella domenica mi marcava Pioli. Ne abbiamo parlato spesso a Bologna. Quella partita è entrata nella storia perchè fare otto goal a quella Fiorentina piena di campioni come Batistuta fu un impresa".

Danilo Cataldi sta rubando la scena e le suggestioni, dopo averlo visto con la fascia di capitano al braccio, riportano la memoria ad Alessandro Nesta: "Quello che ha fatto Nesta è il sogno di ogni giovane che proviene dal settore giovanile. Essere il capitano della tua squadra del cuore, vincere uno scudetto e alzare tante coppe in Italia e in Europa è il sogno di tutti. Il gesto di Radu è stato per valorizzare l'uomo ancor prima del calciatore. E' un passaggio importante perchè se due senatori come Radu e Mauri, danno un'investitura simile significa che è molto apprezzato anche umanamente. E' stato un augurio per il ragazzo come è un augurio nei suoi confronti sperare che possa ripetere l'avventura di Nesta, significherebbe che la Lazio torna protagonista in Italia e in Europa alzando trofei importanti".

"Nesta ha avuto un rapporto turbolento dopo il suo addio con i tifosi. Poi c'è stato il ritorno sotto la curva nella manifestazione 'Di padre in figlio' e poi ancora polemiche per alcuni tweet che non sono piaciuti molto ad alcuni tifosi. Io ricordo la faccia di Nesta vicino a Galliani quando fu presentato a Milano e quell'immagine vale più di mille parole e dovrebbe far capire tutto. Alessandro è una persona molto riservata, parlare della Lazio per lui non è semplice. La Lazio è un grande amore che si porta dietro una ferita altrettanto importante. Il suo addio non è stato figlio di una scelta, la parola fine al suo amore è stata forzata e imposta. Io non ho vissuto quello che ha vissuto Alessandro con la maglia della Lazio e questo mi dispiace perchè è quello che volevo. Forse io parlo più serenamente di Lazio per questo motivo, lui ha vissuto emozioni straordinarie scrivendo un pezzo importante della storia biancoceleste e poi una ferita grandissima. Dover lasciare la Lazio in quel modo per lui è stato un finale che non avrebbe voluto. Però nella sua riservatezza è indiscutibile quanto sia legato e porti nel cuore la Lazio e quello che ha vissuto con questa maglia".

I goal di Klose hanno spazzato via le polemiche di inizio stagione e i suoi malumori per i pochi minuti giocati: "Fare il giocatore è una grande fortuna. Fare il calciatore e farlo da attaccante è straordinario, l'emozione di fare un goal è indelebile e te la porti dentro per tutta la vita. I grandi campioni vivono e giocano spinti dalle emozioni. Quindi credo che Klose se riuscirà a portare la Lazio in Champions sarà molto affascinato dal fatto di giocare la coppa a Roma con la consapevolezza che si è arrivati a quel traguardo grazie ai suoi goal. Sentirsi protagonista in questo modo credo possa spingerlo a voler restare. Un campione di questo livello, abituato a giocare partite importanti è un valore aggiunto per i compagni e per l'allenatore".

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