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De Laurentiis sembra Gandalf, brandisce la clausola rescissoria di Higuain come una spada contro i signori oscuri che vogliono rapire il bomber...

di Raffaele Auriemma
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Tutto ruota intorno al Pipita, l'ultimo grande top bomber rimasto nel campionato di serie A. Le big d'Europa in cerca dell'uomo-gol gli stanno facendo un corteggiamento serrato e cordiale, nonostante quella clausola rescissoria da 90 milioni più spese che di certo non può spaventare chi sta per vendere Di Maria (il ManUnited) a 65 milioni di euro, oppure il Psg che non pensa al ridimensionamento nel dopo Ibra. Anzi.... Il ristoro economico come unica ragione per accettare la perdita (caso mai) di Higuain: la famigerata clausola sembra avere nel Napoli le sembianze di un enorme assegno circolare. Eppure troppe volte il presidente De Laurentiis ha brandito quella clausola contrattuale come se fosse la spada di Gandalf nel Signore degli Anelli contro l'Oscuro Signore danaroso e rapace. Era una difesa, fatta ad alta voce e più volte. Così tante volte da aver tracciato nell'animo del Pipita una corsia preferenziale per indicare la via d'uscita dal Napoli. Non era così e il presidente lo ha spiegato apertamente, con grande afflato a papà Jorge ed al fratello Nicolas, nell'incontro veneziano che ha permesso al Napoli di testimoniare una volta di più la necessità di trattenere uno dei cinque bomber più forti della Terra. Perché è così. Perché non esiste Napoli competitivo senza la presenza di un centravanti del suo calibro; perché cambierebbero fisionomia e progetti in sua assenza; perché non basterebbe il ricavato della clausola rescissoria per convincere altri attaccanti come lui ad accettare un Napoli che quest'anno indossa i panni dell'incognita.

Higuain, oggi, è "il Napoli" e se collochiamo gli azzurri tra quelle (poche) che possono competere per il ruolo di anti-Juventus e che nutrono l'ambizione di un posto in Champions, si intuisce una volta di più la necessità di non perderlo. La Roma e la Lazio ripartono dalle posizioni di seconda e terza forza, giacche lo scorso campionato questo ha detto, mentre l'Inter ed il Milan, pur avendo speso tanto per rinforzarsi, non possono vantare un attaccante tanto bravo e potente come Higuain. E solo la sua presenza domani a Dimaro potrebbe dare un senso alla presentazione della squadra sotto gli occhi dei tifosi accorsi a Dimaro con la passione inestirpabile e le perplessità (giustificate) di chi non riesce ancora ad individuare i tratti della squadra azzurra. Oggi il Pipita si metterà in viaggio da Madrid verso Napoli e poi deciderà se ricominciare ad allenarsi lunedì a Castelvolturno, oppure se accettare l'accorato invito di De Laurentiis a presentarsi nel ritiro di Dimaro. Anche solo per poche ore, anche solo per infiammare piazza Madonna della Pace che domani sera si riempirà delle tante anime azzurre che pendono dalle labbra e dai gol del loro unico, vero, riconosciuto condottiero. I rigori sbagliati sono soltanto un brutto ricordo, al pari di una stagione cominciata male (leggi: eliminazione dalla Champions per mano dell'Athletic Bilbao) e finita peggio (leggi: sconfitta in finale di Coppa America contro il Cile). Vai bomber, il mondo è tuo, ancor di più adesso che le tue vacanze sono finite e ti aspetta il rilancio in un'annata che potrebbe diventare la migliore, grazie ad un modulo disegnato interamente per te. Sarri è lì, con il suo computer e le sue statistiche, le strategie tattiche che non vede l'ora di illustrare al calciatore più forte che abbia mai allenato. Mai più Higuain isolato al centro dell'attacco del Napoli, costretto a toccare uno, al massimo due palloni a partita nell'area avversaria e ad essere uno dei calciatori partenopei tra i più continui nel fornire gli assist ai compagni di squadra: lui, le palle-gol deve riceverle, non crearle per gli altri. Gabbiadini o Mertens al suo fianco e Insigne alle sue spalle: chi vuole scommettere sul numero di gol che segnerà quest'anno con la maglia del Napoli?

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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