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...con Accardi

di Alessio Alaimo
"Roma, non perdere Sabatini. Mazzarri? No, non ha il profilo. Sarri uno da Milan. Napoli, Bigon è ok ma se va via prendi Carli. Parma, Manenti un folle senza niente da perdere..."
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© foto di Federico De Luca

"Far andare via Sabatini sarebbe un errore. Non dimentichiamoci che la Roma è seconda in classifica, sta passando un momento particolare che può capitare a tutti". Parla così a TuttoMercatoWeb l'agente Fifa Beppe Accardi, a proposito del momento difficile che attraversano i giallorossi.

Chiaro, ma qualcosa in casa Roma non va.
"Se pensiamo alla grande stagione del Borussia Dortmund dell'anno scorso o dell'Atletico Madrid e poi vediamo come oggi per esempio i tedeschi hanno dei contraccolpi ci rendiamo conto che il calcio è fatto anche di queste cose. Vero, la Roma ha rallentato ma è anche vero che ha avuto degli infortuni che hanno creato degli scompensi mica da ridere. E a lungo andare queste cose le paghi. Però...".

Però?
"Io non farei andare via Sabatini: ha dimostrato di saper fare un ottimo lavoro e determinate cose. La Roma è una società che negli ultimi anni ha fatto bene e ha messo a posto i bilanci. Nel calcio italiano bisogna fermarsi un attimo e iniziare a capire una cosa".

Cosa?
"Oggi quello che conta ed è importante è il bilancio. Le società hanno bisogno di ricostruire il proprio assetto finanziario perchè in passato sono stati fatti degli errori. E la Roma da quando è arrivato Sabatini ha curato l'aspetto finanziario e anche quello tecnico. La Roma oggi è seconda".

Per il dopo Garcia si parla di Mazzarri, che ne pensa?
"Per allenare certe squadre ci vuole un certo profilo...".

Si spieghi meglio.
"Quando parlo di profilo mi riferisco a qualcosa che va al di là dell'aspetto tecnico e calcistico. Per la Roma vedo un allenatore che abbia un profilo come quello di Ancelotti oppure Blanc: quegli allenatori che al di là del campo hanno qualcosa in più. Gestire i campioni è diverso da gestire i calciatori. I campioni hanno un profilo e una personalità talmente tanto alta ed elevata che devi saperli gestire. Poi ci sono piazze dove c'è bisogno di un gestore più che di un allenatore. Perché ci sono uomini che hanno fatto la storia del calcio e ovunque siano andati hanno fatto bene? Semplice, avevano il profilo giusto per gestire i campioni. Uno su tutti Trapattoni: non è che fosse, in confronto agli altri, un inventore di chissà cosa. Ma il suo spessore era cento volte più elevato di tutti gli altri".

Sarri invece, le sembra uno da Milan?
"Ad inizio campionato lo avevo definito uno degli allenatori più importanti della serie A. Il profilo di Sarri è da Milan, perché ha tutte le caratteristiche e le componenti, anche fuori dall'aspetto prettamente tecnico e calcistico, per gestire i campioni. Il suo problema - che in realtà non è un problema - è che è una persona onesta. Uno pane al pane e vino al vino. In Italia giudichiamo un allenatore se va in panchina vestito con la tuta o in modo elegante. Poi però esaltiamo Bielsa. E Bielsa come va in panchina? Con la tuta. Proprio come Sarri. Ma a questo proposito, una precisazione è d'obbligo".

Prego.
"Un allenatore diventa determinante quando ha alle spalle una società forte che sa difenderlo e crede nel suo lavoro. Bisogna fare i complimenti all'Empoli, che ha dato a Sarri il tempo di lavorare. Per non andare troppo lontano, in Italia abbiamo l'esempio lampante di quello che è il calcio: la Juventus. I bianconeri vincono perché programmano e hanno capacità managieriali. Guardate com'è arrivato Allegri alla Juve, non è che fosse stato visto di buon occhio dai tifosi. La società però lo ha messo nelle condizioni di poter lavorare. I grandi club hanno la grande capacità di gestire le società come delle aziende e di difendere le proprie scelte".

A Napoli invece traballa Bigon.
"Non penso che andrà via. In questi anni ha fatto un ottimo lavoro d'accordo con gli allenatori. Non capisco e non vedo il motivo per cui debba andare via. Il fatto che il Napoli sia una delle poche squadre rimaste in Europa League è un risultato importante. Se Bigon andasse via non lo capirei. Poi dipenderà dall'allenatore del futuro. Ma se andasse via suggerirei un nome...".

Chi?
"Per capacità lavorative e competenze direi Marcello Carli dell'Empoli. Oggi nel calcio c'è bisogno di gente che abbia idee, entusiasmo e il coraggio di rischiare andando in giro per il mondo a vedere i calciatori. Guardate l'Arsenal: qualche anno ha avuto il coraggio di rifondare, andava male ma ha aspettato i nuovi e a fine campionato ha chiuso in zona Europa. Questo significa programmare. Ad inizio anno tutti ridevamo sulla Sampdoria: nell'anno teoricamente più problematico dove il club ha dovuto fare di necessità virtù i manager hanno dimostrato di poter fare calcio senza spendere cifre esagerate. E non va sottovalutato il lavoro della Lazio, così come quello del Cesena che tra mille difficoltà si sta rimettendo in pista e se dovesse fare il miracolo sarebbe qualcosa di importante. Tutti oggi parlano del Parma, ma non era mica un problema nuovo: Leonardi e Ghirardi volevano decidere da soli, è sempre stato così e ci mancherebbe, a casa mia, con i miei soldi, decido io. Poi se dovessero avere delle responsabilità, si assumeranno le colpe".

Prima del fallimento, a Parma si è assistito al bluff Manenti che poi è finito in galera.
"Un folle scatenato senza niente da perdere: avrà pensato di mettere un gettone nella slot. Della serie: «se va bene ok altrimenti mi faccio male». Oggi leggo che si sta cercando di salvare il Parma, ma è ora di smetterla di prenderci in giro".

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