Chelsea, rinascere o morire. A Tel Aviv è già l'ultima spiaggia
"Squadra che vince non si cambia" è uno degli adagi più usati e abusati del mondo del calcio. L'eccezione che conferma la regola, però, serve ed arriva dal Chelsea di Josè Mourinho. In cinque giornate di Premier i Blues hanno perso tre match (quattro con la Community Shield contro l'Arsenal), ma soprattutto mostrato lacune tecniche, tattiche e fisiche contro qualsiasi tipo di avversario. Sia esso una big come il City che un club di medio livello come il Crystal Palace. Un crollo inatteso per tutti, probabilmente per lo stesso Special One che sembra costretto a ricostruire psicologicamente un gruppo che a metà settembre è già chiamato a dare un segnale di vita.
L'esordio di Champions contro il Maccabi Tel Aviv di mercoledì è l'ultimo appello. Fare centro per il Chelsea vorrebbe dire ripartire verso una stagione positiva. Fallire ancora aprirebbe ufficialmente la crisi. Mourinho non si sente a rischio esonero, ma Abramovich lo ha già fatto. Repetita iuvant?