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Champions, più guadagni più vai avanti. Anche quest'anno poche eccezioni

di Raimondo De Magistris
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© foto di Alberto Fornasari

Chi più guadagna più spende e chi più spende più vince. Questo assioma tanto semplice quanto fondamentale è alla base dell'andamento di campionati e Champions League negli ultimi anni. Capita, certo, l'eccezione che rende il calcio ancor più affascinante, ma i ricavi che sono alla base del calcio rendono più semplice il lavoro dei dirigenti e l'arrivo dei campioni. E questi, quasi sempre, fanno la differenza.
Il fatturato con l'introduzione del Financial Fair Play è diventato ancor più determinante, la distinzione tra introiti positivi e negativi rendono aspetti come lo stadio di proprietà, i diritti tv e il merchandising ancor più determinanti quando poi c'è da investire per accalappiarsi i giocatori più forti. E questi, è giusto ribadirlo la seconda volta, fanno la differenza.
Non è un caso quindi se quattro dei cinque club in cima alla classifica stilata da Deloitte a inizio anno riguardanti i ricavi della stagione 2013-14 siano ai quarti di Champions League e non è un caso se sono proprio quelli che hanno più possibilità di arrivare in fondo alla competizione. L'eccezione è il Manchester United, club che fa del merchandising il suo punto di forza ma che sta facendo i conti col periodo di assestamento post Ferguson e a questa Champions nemmeno s'è qualificato.

Per il resto tutto più o meno nella norma. Il Real Madrid, con 550milioni di fatturato, è tra le favorite nonostante la crisi di questo 2015. La squadra di Ancelotti la scorsa stagione ha centrato la Decima grazie a campioni come CR7, Benzema e Bale che hanno ingaggi proponibili solo per altri 2-3 club al mondo. Di fronte, ad aprile, si troverà l'Atletico Madrid, già avversario nell'ultima finale. I colchoneros possono contare su un fatturato che è meno di un terzo di quello dei cugini, ma pochi mesi fa hanno sfiorato l'impresa grazie a una squadra organizzata alla perfezione e a un condottiero - Diego Pablo Simeone - che proprio ieri ha deciso di rifiutare offerte principesche e legarsi alla squadra di Madrid fino al 2020.
Stagioni come quella passata, però, rappresentano quasi sempre un unicum e l'Atletico che un anno fa ha vinto la Liga ora è quarto in classifica e deve fare i conti col sopraggiungere del Siviglia. In Champions, inoltre, solo ai rigori ha superato agli ottavi il Bayer Leverkusen e l'impressione è che per approdare tra le prime quattro dovrà solo sperare di trovarsi di fronte un Real in crisi ancor più di quello attuale.

Decisamente più equilibrato il confronto tra Barcellona e PSG, squadre che nella classifica dei ricavi occupano rispettivamente il quarto e il quinto posto. Il Barça può contare su campioni e su un marchio conosciuto in tutto il mondo che permettono ogni anno di aumentare gli introiti dal merchandising, oltre a quelli provenienti dai diritti tv che in Spagna favoriscono oltremodo i due club più famosi. Il PSG, invece, fa affidamento su una rapida crescita delle sponsorizzazioni che di fatto catalizzano il 60% dei ricavi. I 475 milioni di fatturato sono cifra decisamente alta per un club che fino all'arrivo degli sceicchi era fuori dai radar del calcio che conta e adesso - grazie a introiti sul quale l'UEFA dovrebbe porre più di un occhio - gli permettono di gareggiare alla pari con le grandi d'Europa.

Posto di rilievo, e favori del pronostico grazie alla splendida alchimia creata da Guardiola, per il Bayern Monaco. La squadra bavarese è il colosso del calcio tedesco con un fatturato che il resto della Germania può solo vedere col binocolo. Ruolo simile è quello rivestito dal Porto in Portogallo, ma i dragões - che operano in un contesto decisamente meno ricco - per restare in alto in Europa devono puntare su tutt'altra strategia. Il fatturato è molto lontano da quello dei top club europei ed effettuare plusvalenze importanti, a volte eccezionali, è l'unica strada per permettere alla società di continuare a puntare traguardi importanti.

Chiosa finale su Juventus-Monaco. I bianconeri nell'ultimo anno sono riusciti a entrare nella top ten dei club che ricavano di più al mondo. Un incremento positivo avvenuto anche grazie alla costruzione del nuovo stadio, ma soprattutto grazie all'aumento degli introiti tv che in Italia la fanno da padrona. Il trend per i bianconeri è in crescita, ma club come Real, Barcellona e Bayern - come ammesso dallo stesso presidente Agnelli - saranno fuori portata ancora per molti anni.
Per fortuna l'urna di Nyon ha riservato un avversario più abbordabile rispetto a quelli appena citati. Il progetto Monaco, per volontà presidenziale, in estate ha subito un brusco ridimensionamento e la dirigenza dalla scorsa estate ha promosso la strada dell'autofinanziamento dopo un paio d'anni di spese folli. L'accordo con AIM Sport permette al club del Principato di restare il secondo più ricco della Ligue 1, ma i ricavi restano molto inferiori a quelli di un PSG che dalla stagione 2013/14 ha guadagnato il triplo. E più guadagni più vinci, tornando all'assioma iniziale.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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