Carlos Bacca, ex pescivendolo che da due anni domina l'Europa League
La storia di Carlos Bacca è di quelle inusuali. In un calcio fatto di talenti scoperti e indirizzati in età sempre meno matura, di 14enni spesso nelle cronache del calciomercato come veterani lui è certamente una mosca bianca.
Una carriera sbocciata tardi, ma non priva di successi. A 20 anni per lui era ancora il momento di aiutare il padre nel mestiere di pescivendolo a Barranquilla. Di guadagnare uno stipendio facendo il controllore di un autobus di linea e solo la sera di giocare a calcio. Un hobby, non una professione.
L'istinto del goleador era ben evidente anche allora eppure solo a 22 anni per lui ci sarà l'esordio nella massima serie colombiana. Il Junior de Barranquilla lo acquista nel 2006 ma solo dopo un paio di esperienze in prestito - tra cui una in Venezuela - decide di farlo giocare in prima squadra.
Da lì inizia la sua lunga ascesa, lenta ma progressiva. Perché prima di sbarcare in Europa passeranno altri tre anni con Bacca - che adesso di mestiere fa solo il calciatore - maturo al punto giusto per mantenere sé stesso e la sua famiglia a suon di gol. Col Junior totalizza 73 reti in 130 partite, vince due campionati e comincia ad attirare l'attenzione dei club europei.
In Italia c'è il Chievo che effettua qualcosa in più di semplici sondaggi. In Russia la Lokomotiv va a un passo dal suo acquisto, ma alla fine è il Club Brugge che a gennaio del 2012 definisce l'accordo.
Bacca sbarca in Europa che ha già compiuto 25 anni, ma nel vecchio Continente ha la possibilità di mettersi in evidenza decisamente più in fretta. In Jupiler League, dopo sei mesi di apprendistato, disputa una stagione straordinaria: 25 reti in 35 partite.
Il resto è storia ben più nota. Nel 2013 per sette milioni di euro lo acquista il Siviglia. Un investimento eccezionale per il rapporto prezzo/gol segnati. Perché Bacca da due anni è il faro della squadra andalusa, in Liga ma soprattutto in Europa League. Ieri due reti scattando sul filo del fuorigioco per mettere ko il Dnipro e incidere il suo nome sulla finale di Varsavia. Una doppietta che a quasi 29 anni lo consacra come uno dei migliori centravanti al mondo.