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Aversa Normanna sprecona, Salernitana cinica. Focus sul match

di Stefano Sica
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© foto di @Dario Fico/TuttoSalernitana.com

Brucia tanto in casa Aversa Normanna la sconfitta nel derby con la Salernitana. Un altro stop immeritato, infausto e ingeneroso per lo sforzo che i granata hanno profuso a cuore aperto e senza soluzione di continuità al Bisceglia. Il lavoro più delicato da fare adesso per Salvatore Marra, guida dei normanni, sarà quello psicologico su un gruppo che semina tanto ma non raccoglie. L'insidia potrebbe essere proprio quella: diminuire l'autostima e concedersi a cattivi pensieri. E sarà su questo aspetto che il tecnico napoletano dovrà tenere sempre alta tensione e concentrazione dei suoi. Perché l'obiettivo della salvezza è ancora possibile (e può passare anche dalla coda dei play-out) e perché non sempre capiterà di non concretizzare in campo supremazia e personalità. La Salernitana, in definitiva, ha prevalso col minimo sforzo e con una furbizia pungente. E ha trovato il bonus del penalty nel momento migliore dei granata. Rigore che, ad onor del vero, c'era tutto ed è stata la diretta conseguenza dell'evidente cintura di Cossentino su Lanzaro. Il fischio del romano Colarossi, tuttavia, ha provocato un'improvvisa e lunga contestazione dei tifosi normanni presenti in tribuna nei riguardi del patron della Salernitana Claudio Lotito, scappato con una certa celerità verso gli spogliatoi a fine gara. Eppure l'approccio alla gara non era sembrato negativo da parte degli ospiti, piazzati con un 3-5-2 nel quale Mendicino fungeva da supporto per il duo Bovo-Calil. A brillare più di tutti proprio la punta scuola Lazio, prima sfortunata su una traversa colpita con una conclusione magistrale e poi assist-man per Bovo, impreciso a pochi passi da Lagomarsini. La brillantezza della squadra di Menichini, certamente penalizzata, come la Casertana sette giorni prima, dalle cattive condizioni del manto erboso del Bisceglia, si è esaurita sostanzialmente lì. Nell'Aversa Normanna hanno sprecato un po' tutti davanti a Gori. Più degli altri Mangiacasale e Sassano, autori comunque di una prestazione generosa e frecce sempre velenose nella retroguardia granata, continuamante dilaniata dalle verticalizzazioni brucianti degli uomini di Marra.

Di positivo nei normanni resta una organizzazione di gioco in via di perfezionamento e ormai orientata verso il 4-3-3 dopo l'era griffata 3-5-2. La grinta, invece, è sempre la stessa, immutata dal primo giorno in cui il trainer di Pianura si è seduto in panchina. Proprio Marra ha provato, dopo il penalty di Calil (nella foto), a replicare la mossa tattica che aveva funzionato nel turno precedente con i Falchetti. Dando fiducia, cioè, a De Luca rinunciando a Giannattasio (buona anche la sua prova). E quindi tentando di scardinare la difesa ospite con un ariete in più e un centrocampo più leggero e meno manovriero. Mossa che stavolta non ha dato i frutti sperati, ma necessaria per come si era messa la sfida. Anche se poco dopo è arrivata la contromossa di Menichini con l'ingresso di Pestrin per Calil e l'edificazione di una mediana più rocciosa in grado di fare a gomitate con la furia normanna. Per l'Aversa, nel finale, solo tanta confusione mista ad una generosità commovente. Ma la sconfitta non fa giustizia di una performance convincente per intensità e palle gol create, alcune assai clamorose. La Salernitana, invece, pur senza brillare sfrutta l'episodio. Ed è questa la virtù dei forti e dei cinici. E di chi sa come arrivare fino in fondo. Il duello col Benevento, in questo senso, promette ancora pathos e scintille.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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