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Applausi a Sarri per la politica dell'umiltà e del sudore. Il settimo posto annunciato come obiettivo solo per mandare avanti quelle come Inter e Milan, che sperano di risalire la china con investimenti da capogiro

di Raffaele Auriemma
Laureato in Giurisprudenza, scrittore, giornalista professionista, radiocronista dal 1985 e telecronista Mediaset Premium per le partite del Napoli. Corrispondente di Tuttosport, coordinatore per Piùenne, produce e conduce "Si gonfia la rete"
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Umiltà e sudore per cancellare l'ozio e la presunzione. Si riparte così con Maurizio Sarri che soffia via il fumo delle sue mille sigarette quotidiane e con esso anche la fuliggine provocata dalle macerie lasciate da Benitez in due anni sciagurati ed avvilenti. Meglio così, riadattarsi ad una logica da basso profilo è ciò che serve ad una squadra che ha conservato tutti i suoi talenti e che comincia una nuova stagione con il ricostituente di sei innesti, tanti volti nuovi ed affamati quanto basta per ribaltare i pronostici proposti dall'allenatore in persona: "Il nostro obiettivo può essere il settimo posto o qualcosa in più". Meglio un'amabile bugia oppure una cruda realtà? Io da sempre preferisco e professo la seconda ipotesi ed è anche per questa ragione che sto apprezzando giorno per giorno di più Maurizio Sarri. Finalmente qualcuno che possa spegnere i falsi trionfalismi e l'annuncio di scudetti che mai potevano arrivare. Ora si sgobba e si tace, lasciando parlare solo l'allenatore che anche nella sua prima conferenza stampa prepartita ha dimostrato di mantenere intatta la sua genuinità, senza sfoggiare palmares gonfiati per costruire bugie e senza la necessità di commissionare domande ai prestanome di turno per bloccare sul nascere quelle più scomode. Se la strada della risalita deve passare attraverso l'abbandono di quella tracotanza dialettica che aveva condizionato ed illuso sei milioni di tifosi, ben venga questa strategia che già con Mazzarri aveva permesso ad un gruppo stabilmente al settimo posto, di sfidare testa a testa in Champions la formazione che poi avrebbe vinto la Coppa con le grandi orecchie di lì a qualche mese.

E quel "settimo posto" annunciato da Sarri alla vigilia di Sassuolo-Napoli, non è un obiettivo al ribasso, è la necessità di ripartire a fari spenti, nella consapevolezza di allenare un gruppo che può aspirare alla zona Champions. E' possibile perché quest'anno il campionato sarà molto equilibrato ed i primi anticipi lo hanno dimostrato, con la Roma e la Lazio e la Lazio che hanno fatto molta fatica contro formazioni considerate da salvezza o su di lì. Con la Juventus che comincia un nuovo ciclo senza il trio d'oro Pirlo-Vidal-Tevez e la Fiorentina quarta forza della scorsa Serie A, il calcolo di Sarri conduce le due milanesi in un gradino più su degli azzurri, sol perché protagoniste di un mercato fortemente dispendioso. Il Napoli non ne ha avuto bisogno, per la semplice ragione che l'organico della scorsa stagione valeva molto più del deludente quinto posto e di quell'organico le facce più corteggiate sono rimaste, nonostante le avances, talvolta nient'affatto discrete da parte dei club che puntano sugli investimenti per risalire la rapidamente china. Mertens è stato compulsato a più riprese dall'Inter e dal Wolfsburg, idem per Gabbiadini che da sempre è un pallino di Mancini, mentre per Insigne hanno bussato più volte alla porta di De Laurentiis la Juventus, la Roma e le due milanesi. Assalti respinti a fatica dal patron azzurro e spesso mascherati dietro dichiarazioni velenose ed attacchi neanche tanto velati. E' questo il nuovo Napoli, quello con la faccia cattiva ed i muscoli che grondano fiumi di sudore, utili a spazzare via due anni vissuti come spettatori di uno spettacolo di illusionisti.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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