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7 giorni al gong: Juve da rifare, non da sistemare. Roma, il tuo problema è Garcia. Sabatini la nuova piovra del calcio italiano. Galliani, hai sbagliato assistito. Savona-Teramo: ecco cosa non torna

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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© foto di Federico De Luca

Tra 7 giorni ci ritroveremo con Direttori che corrono a destra e sinistra per l'Ata Hotel e procuratori che provano a piazzare qualche assistito che perderebbero il giorno dopo se restasse a piedi. Ognuno pensa, giustamente, all'uovo oggi e non alla gallina domani e di questo passo la gallina è invecchiata. E' l'abitudine italiana: hai 3 mesi per fare mercato e ti riduci all'ultimo giorno. Follia. Noi siamo contenti così possiamo fare spettacolo e far durare le dirette televisive 12 ore.
Nel frattempo è iniziato il campionato e i primi 90 minuti hanno confermato i segnali di fumo lanciati dal mercato. Ovviamente è ancora presto e la Juve non si mette in discussione per una partita ma facciamo attenzione a non sottovalutare i messaggi che arrivano. Una Juve che vuole confermarsi in Italia e vincere in Europa non può presentarsi all'esordio con Padoin al posto di Pirlo e Marchisio. La difesa va sistemata e l'attacco rinforzato. Vidal-Pirlo-Tevez non sono tre qualsiasi. Sono mezza Juventus. Chi è rimasto potrebbe avere un calo fisiologico naturale e anche l'arrivo di Cuadrado ancora non basta. A questa squadra servono campioni. Non faccio il Direttore sportivo e neanche il mago ma a Marotta consiglierei di investire prima di restare spiazzato. Via Llorente e avanti con la pazza idea che il Milan non ha raggiunto: Ibrahimovic. Marotta faccia gli straordinari e pensi a un Dybala trequartista con Mandzukic e Ibra davanti. 3-4-1-2. La Juve ha bisogno di fantasia e imprevedibilità. Oggi è scarica e prevedibile. Bonucci è il simbolo di questa squadra vincente e Pogba potrebbe essere rimasto anche con grilli per la testa. Il francese dovrebbe essere, come lo è sempre stato, più efficace che spettacolare. In difesa urge un rinforzo perché Barzagli non è eterno e Bonucci non può essere sempre infallibile. C'è poco tempo ma la Juve deve fare. Anche tanto. Almeno se vuole evitare che Conte vada in giro per Torino a dire: "Avete visto? Al primo anno Allegri ha vissuto di rendita sul mio lavoro e adesso è uscita fuori la sua vera anima". Non è così. La Juve resta la più forte ma non deve sottovalutare le tre partenze eccellenti e alcuni guai fisici dei suoi calciatori. Nella preparazione, probabilmente, qualcosa è stato sbagliata.
La Roma, sulla carta, è la principale antagonista ma, nonostante un gran mercato, la Roma ha un gran problema: Garcia. Il francese non è adatto ad una squadra che vuole vincere in Italia. Il suo gioco ormai è diventato prevedibile e in Italia ci sono molti allenatori, tatticamente, più preparati di Garcia. Ha messo da parte la spocchia, questo già è qualcosa ma i suoi limiti sono oggettivi. Nell'11 titolare la Roma è alla pari della Juve se non addirittura più forte ma ha ancora diverse incognite, come tutte le squadre che cambiano molto in una sola estate. Il tridente offensivo è letteralmente nuovo ma Garcia sembra un pesce fuor d'acqua. Sarebbe un peccato per la Roma gettare al vento questa stagione. Walter Sabatini, nel frattempo, è ufficialmente la nuova piovra del calcio italiano. Comanda tutto e tutti. Ha la bacchetta e lo seguono come pecore al pascolo. Con Gerson ha cambiato agente e ha deciso lui a chi far fare l'operazione (tra trasferimento e commissioni si parla di tanti milioni di euro). Decide lui i procuratori che devono lavorare (sempre gli stessi). Stringe alleanze e condiziona anche altre società: dalla A alla Lega Pro. Arriva a piazzare persino gli addetti stampa. Chiama il Presidente amico e gli "consiglia" quell'addetto stampa che conosce da una vita. Poi si allea con le società che gli mettono i direttori sportivi amici e, di tanto in tanto, sforna consigli utili. Sia chiaro: tutto lecito, fin quando agli americani (che non vedono e non sentono) va bene, siamo tutti felici e contenti. Sabatini è l'uomo da 40 sigarette al giorno; forse più. Ha lavorato con Lotito e da Lotito ha preso la mania di usare 7 telefonini. E' un grande esperto di calciatori ma deve migliorare nella gestione dello spogliatoio. Non è un Direttore tuttofare ma è un Direttore vogliofaretutto. Nel frattempo i soldi aumentano, il potere anche per non parlare degli amici Direttori e Procuratori. Quando va in difficoltà chiama la società amica e gli piazza nel parcheggio il calciatore.

A noi va bene, sia chiaro.
Nel frattempo il Milan sta riportando a casa Balotelli. Anche se ancora non è chiaro quale sia la casa di Balotelli. Ormai fa da spola tra Italia e Inghilterra. E' uno scaricabarile continuo. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Raiola è diabolico. Ha infinocchiato tutti con la storia del ritorno di Ibra. Tutti, in coro, a dire: "Torna Ibra olè olè olè". Poi arriva l'ultima settimana di mercato e Mino chiama l'amico Adriano e gli piazza Balotelli, che forse non avrebbero voluto neanche alla Lazio e alla Sampdoria. Galliani è un amante di Venditti. A tutti canta la solita strofa: certi amori...bla bla bla... fanno dei giri immensi e poi ritornano... Forse, però, questa canzoncina al Milan porta anche un po' sfiga. Kakà ha fatto un giro immenso ma quando è tornato si è fatto molti giri in panchina. Sheva uguale e così via! I cavalli di ritorno non funzionano, figuriamoci con un cavallo pazzo. Balotelli è stato bruciato da tutto e tutti. Un motivo ci sarà? Ma cosa passa nella testa di chi lo ha avuto addirittura di riprenderlo? Balotelli calciatore non si discute ma con quelle qualità uno senza educazione e rispetto per lo spogliatoio non va preso. Né prima né ora. Il Liverpool, pur di cederlo, preferisce fare un buco da 20 milioni di euro. Volevamo Ibra e Mino ci ha riportato Mario. E' come dire: voglio Sharon Stone e si presentano con la Littizzetto. Scusa Luciana.
In chiusura puntata solita dedicata ai terremoti del calcio italiano. Il Prof. Artico, in primo grado, ha sentenziato: Savona-Teramo è stata una finzione. Entrambe in serie D! Amen. Volete una prova? Ma che dobbiamo fare con queste prove, fidatevi di noi, Campitelli sapeva e ha orchestrato il tutto. Premesso che non ci interessa minimamente se in B andrà il Teramo o l'Ascoli, quello che ci spaventa è la superficialità nella gestione delle indagini e peggio ancora le sentenze approssimative. Mi spiego: Savona-Teramo è stata comprata dal Teramo, mi aspetto che escano fuori denunce e squalifiche per almeno 3-4 calciatori del Savona e 4-5 del Teramo. Siccome non stiamo giocando alla playstation dove bastano due persone per indirizzare un risultato, qualcuno doveva sapere (omessa denuncia) come minimo. Invece non risulta indagato alcun calciatore delle due squadre. Come mai? Si parla di un incontro avvenuto, prima della gara, al Bar Ambra. Un bar piccolino in un paese dimenticato dal Signore. Indagini serie prevedrebbero che qualcuno della procura ascoltasse i titolari del bar o i dipendenti. Frase semplice semplice: "Quel giorno avete visto questi signori nel vostro bar?". Il signore sarebbe Campitelli e la risposta "passa tanta gente" in questo caso non vale. Volete che i titolari del bar non ricordino che quel giorno nel loro baretto si è presentato un tizio piccolino con una macchina da 150 mila euro e un papillon rosso con giacca a quadrati bianca e rossa? Io questa gente la noterei. Nessuno è andato ad indagare sul posto. C'è una sentenza di condanna senza una prova certa e neanche un'intercettazione vera. Ora la palla passa al secondo grado che sarà presieduto dal Prof. Mastrandrea e dal Prof. Sandulli. Già in diverse occasioni, l'appello ha dimostrato di poter stravolgere le sentenze del primo grado. Una vede bianco e l'altro vede nero. Probabilmente, in questo caso, non sarà così con l'Appello che confermerà la retrocessione in D di Teramo e Savona ma quello che chiediamo è la prova madre. Di Campitelli e i suoi panettoni non ci interessa nulla. Vorremmo solo delle prove per essere sicuri che la giustizia abbia fatto realmente il suo corso. Perché la giustizia non va subita ma accettata. Poi ben venga l'Ascoli in B: grande piazza e grande società.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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