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Tutti i retroscena su Mancini. Moratti, Pellegrini, 100 milioni e una clausola per riprendere l'Inter. Milan, Pazzini-Okaka: no di Miha. Juve, ok Nastasic. Giovinco per Ilicic? Roma su Rugani dell'Empoli

di Enzo Bucchioni
Nato ad Aulla (Massa Carrara) il 16/03/54 comincia giovanissimo a collaborare con La Nazione portando la partita che giocava lui. Poi inviato speciale e commentatore, oggi direttore del Qs Quotidiano sportivo della Nazione, Resto del Carlino e Giorno
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Moratti ha confermato di essere stato lui a consigliare a Thohir di rimettere Mancini sulla panchina dell'Inter, ma c'è di più: la telefonata al Mancio l'ha fatta proprio l'ex presidente in persona. E allora come mai Massimo Moratti poche settimane fa si è dimesso da presidente onorario e con lui tutti i suoi uomini, per poi tornare pesantemente a interessarsi dell'Inter. La storia è complicata e ruota tutta attorno alle vicende finanziarie. Moratti mai e poi mai avrebbe venduto l'Inter se non avesse avuto una pesante situazione economica da gestire e le banche che entro l'anno scorso chiedevano il rientro delle esposizioni. Mesi prima di vendere a Thohir aveva incontrato a Portofino l'ex presidente Pellegrini (un nome che ritorna) per cercare una soluzione italiana che gli consentisse comunque di avere più voce in capitolo. Tramontato questo tentativo, dopo mesi di trattative, Moratti ha ceduto ha Thohir al quale le banche hanno approvato un piano di risanamento a più lungo termine con la spalmatura e l'assunzione di nuovi impegni economici garantiti dal capitale dell'indonesiano. Moratti, in sostanza, l'ha fatto per salvare l'Inter. Nel contratto, però, c'è una clausola secondo la quale Moratti un giorno potrà tornare in possesso della sua amata società, naturalmente sostituendosi a Thohir negli impegni economici. Proprio per questo Moratti non è più il proprietario dell'Inter, ma oltre a detenere una quota del trenta per cento, sta sempre alla finestra per vedere quando e se un giorno sarà possibile trovare nuovi soci e (soprattutto) nuovi capitali per riprendersi la società. La crisi che investe anche il settore petrolifero e le raffinerie ha costretto la famiglia Moratti a non investire più sull'Inter, ma prima o poi il settore riprenderà e allora molte cose potrebbero cambiare. Non è un caso che in questi giorni sia tornato in ballo anche il nome di Ernesto Pellegrini che ha smentito la volontà di riprendersi l'Inter, ma il rapporto con Moratti è sempre forte e chissà, forse un giorno i due potrebbero anche mettere in piedi una cordata o una accoppiata vincente. Moratti, infatti, è contento dell'operazione fatta con Thohir che considera una persona seria. Avrebbe (è vero) pensato di contare di più nelle scelte, ma è convinto che le difficoltà di Thohir siano dovute alla distanza del nuovo proprietario e alle difficoltà che ha nel seguire le cose giorno dopo giorno. Insomma, non c'è rottura Moratti-Thohir, anzi, il riavvicinamento l'ha cercato proprio l'indonesiano che entro fine anno dovrà ricapitalizzare per 100 milioni di euro e visto tutto quello che ha già scucito, ha chiesto che all'aumento partecipi anche Moratti con la sua quota. Proprio per questo forse Moratti ha sentito anche Pellegrini, e comunque l'ex presidente non si tirerà indietro e farà l'aumento di capitale. In cambio ha ottenuto il cambio di panchina e, soprattutto, ha rimesso in pista il suo pupillo Mancini. Ecco perché spiegato il voltafaccia di Thohir che 48 ore prima aveva confermato Mazzarri salvo poi licenziarlo in tronco, in mezzo ci sono lo zampino, la volontà e i soldi di Moratti. Mancini però non è sicuramente uno sprovveduto e se è vero che ha tre anni di contratto, anche lui ha fatto inserire una bella clausola: se a giugno non sarà costruita una squadra competitiva per vincere qualcosa, lui può decidere di andarsene. Naturalmente lui in primis, Thohir, Moratti e i tifosi sperano che non accada, perché "ccà niscuno è fesso"...

Non è fesso neppure Mihajlovic che ha detto no allo scambio Pazzini-Okaka proposto da Galliani. Comprensibile. Sono due giocatori diversi, l'ex romanista possente, veloce, capace di far salire la squadra e di aprire varchi per i compagni, l'altro (Pazzini) un ottimo giocatore, dotato di grande carattere, ma più finalizzatore, più egoista, più attaccante e basta. Miha dovrebbe modificare una squadra che al momento sembra perfetta. Galliani comunque non molla e gioca anche sul tavolo Genoa dove mette sempre Pazzini (che vuole andare a giocare) chiedendo in cambio Matri. Probabilmente otterrà la stessa risposta anche se con Preziosi c'è una lunga e vecchia amicizia. Vedremo.

Al Milan servirebbe anche un centrocampista, ma l'idea di scambiare Pazzini con la coppia Ilicic-Lazzeri della Fiorentina è caduta in fretta. La Juve invece cerca un difensore, purtroppo il recupero di Barzagli non è vicino. Su Nastasic c'era una vecchia opzione fatta scadere l'estate scorsa soltanto per una questione economica, il City voleva 15 milioni. Ora che l'ex viola non gioca, pur di non svalutare il suo giocatore, il City potrebbe darlo in prestito per sei mesi magari intavolando un discorso su Vidal che la Juve sicuramente cederà a giugno. Sempre la Juve deve risolvere il problema Giovinco. Per non perderlo a zero a giugno dovrà cercare di venderlo a gennaio. Si è fatto avanti il Torino, ma l'offerta è bassa. Ci pensa anche la Fiorentina che sul piatto ha messo Ilicic: si tratta. L'ex del Palermo non è sgradito ad Allegri che può utilizzarlo dietro alle due punte o come secondo trequartista dietro una punta. La Juve però pensa anche a Savic e il discorso non sarà facile. Come difensore ci sarebbe anche Rugani, a metà con l'Empoli, ma i toscani a gennaio non lo mollano. Tra l'altro proprio su Rugani si è buttato Sabatini della Roma che cerca di prendersi la metà dell'Empoli. Se dovesse riuscirsi si profila un bel braccio di ferro con la Juve.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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