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Sorrento, Sosa e Marino: "Entusiasmo e passione, vogliamo far bene"

di Stefano Sica
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"Sono contento di essere qua. Mi sento un napoletano dentro e per me si tratta della prima esperienza. Non vedo l'ora di iniziare. La prima telefonata me l'ha fatta Pierpaolo Marino, poi ho sentito il figlio Ernesto e Nicola Dionisio. Come società vogliamo ripartire con una immagine pulita, e sarebbe la cosa più bella ed importante in questo momento che vive il calcio". Primo giorno di scuola per il Pampa Sosa, neo allenatore del Sorrento. Per l'ex attaccante argentino, al battesimo in panchina, la sfida sarà dura ma affascinante. Ma già intrapresa con l'ottimismo giusto. Quello dei campioni. "La società sta facendo un lavoro importante dietro le quinte - chiarisce -. Non è facile e stiamo un po' in ritardo. Giovedì inizieremo e abbiamo già in mano una lista importante di giocatori. Higuain però non ce lo danno... - scherza -. E' chiaro che sarebbe preferibile partire con un gruppo già formato, ma questo non mi preoccupa. L'importante è partire. A Napoli, in C, eravamo in 4 il primo giorno. Almeno qui, a breve, saremo 18-20, forse già giovedì. Sono tranquillo e sicuro di quello che sta facendo la dirigenza. Il modulo? Potrei dirne tanti, ma sarebbero solo numeri che finiscono appena l'arbitro fischia. Magari potrei mettere una difesa a 4, ma non servirebbe se l'avversario gioca con un solo attaccante, per esempio. A volte potrei chiedere ad un mio centrocampista di abbassarsi sulla linea dei difensori e giocare a 5. E poi molto dipende dai giocatori che avremo a disposizione. E dovremo valorizzarli al massimo. Preferisco quel tipo di calcio che ci faccia fare un gol in più degli avversari. Ma in Italia gli scudetti li vince chi ha la miglior difesa. Proprio l'Italia ha vinto i Mondiali facendo una fase difensiva importante.

Senza un occhio su questo aspetto, in Italia non si va lontano. Mi piace molto l'Atalanta di Colantuono. E mi piace molto il 4-4-2 che, in fase di possesso palla, diventa un 4-2-4 ambizioso specie se salgono i terzini. In fase di non possesso, diventa un modulo molto compatto. Sono venuto a vedere Sorrento-Verona, semifinale play-off, tre anni fa. Quel giorno vidi un entusiasmo spaventoso, lo stesso che vorrei rivedere quest'anno. Allo stadio sembrava ci fossero 15mila persone. Vogliamo regalare loro emozioni, e lo dico senza fare facili promesse. Certo, tutto dipenderà da noi, dovremo essere noi a trascinarli. Sky mi è servita come esperienza e lì ho imparato tanto, ma non vedevo l'ora di iniziare ad allenare. Era un sogno e nella vita non bisogna mai smettere di sognare. Mi mancava l'adrenalina dello spogliatoio. E' il posto più bello per un calciatore. Tutti devono capire che, per arrivare fino in fondo nel calcio, non basta giocare bene, ma occorre essere irreprensibili nella vita privata. Bisogna coltivare i valori, quelli veri. Ho appreso da tanti allenatori. Anche da Spalletti, che ho avuto ad Udine solo per 3 mesi. E poi Reja. Ho imparato molto anche da Pierpaolo Marino, anche se faceva un lavoro diverso dal mio".
Parola poi al ds Ernesto Marino: "Mi sono sentito subito coinvolto in questo progetto da Dionisio e dall'avvocato Turco. Vengo qui con grande entusiasmo. Stiamo cercando di allestire quanto prima una squadra competitiva per fare un campionato dignitoso come merita questa città. Stiamo lavorando ad una collaborazione con l'Atalanta per l'arrivo di molti giovani promettenti. Ma anche noi un giorno potremo dare i nostri giovani all'Atalanta quando li avremo valorizzati. Collaboreremo anche col Napoli grazie ai rapporti con Gianluca Grava".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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