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Seedorf-Tassotti, prime incomprensioni. Galliani, 3 mesi al gong. La Juve non ha rivali, il capolavoro di Marotta. Branca, con i soldi che hai speso all'Inter Monti avrebbe salvato l'Italia

di Michele Criscitiello
Nato ad Avellino il 30 Settembre 1983. Vive e lavora a Milano dal 2005. Ha diretto la Redazione di Sportitalia fino allo scorso novembre. Ha curato e condotto i Gran Galà del Calcio Aic 2011 e 2012. Mail: mcriscitiello@micri.it Twitter: MCriscitiell
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Prove di resurrezione al Milan. Le vittorie in extremis con Verona e Bologna, il buon primo tempo con l'Atletico Madrid e il facile successo di ieri a Genova fanno ben sperare il Milan che resta in corsa per l'Europa League. Si vede la cura Seedorf? Macchè. La squadra non ha cambiato passo a tal punto da pensare ad un cambio repentino della stagione ma ha conquistato delle vittorie che almeno consentono ai rossoneri di restare sulla scia europea. Lo avrebbe fatto anche Allegri, tra alti e bassi. A Milanello, però, c'è un problema. O, almeno, rischia di diventarlo. Seedorf e Tassotti non si amano. L'olandese sta, poco alla volta, togliendo potere all'ex terzino che con Ancelotti ed Allegri si è sempre occupato dall'aspetto tattico. Allegri, a Cagliari, aveva come vice l'ex portiere Marco Landucci; al Milan, Landucci c'era ma si limitava alla preparazione dei portieri. Tassotti ha sempre avuto il suo spazio ma con Seedorf sta venendo meno. Il Mister senza patentino ha voluto un preparatore tattico ad hoc per il suo progetto: Maurizio Seno, 50enne, arriva da Coverciano. Tassotti a fine stagione potrebbe dire addio, dopo tantissimi anni, al Milan. A queste condizioni non ci sta. Per anni ha rifiutato di fare il primo in altre piazze per restare a Milano, non solo per questioni lavorative ma anche per scelte familiari. Si è precluso una carriera che, sicuramente, gli avrebbe regalato gioie maggiori ma da quando Seedorf è sbarcato a Milanello con la cartellina del sapere qualcosa è cambiato. Nel frattempo, anche ai vertici, continuano i giochi di potere. Il gong per Adriano Galliani si avvicina. Come detto prima di Natale, in Primavera, dovrà decidere se restare alla guida del club, per l'aspetto tecnico, o abbandonare il Milan e provare nuove avventure. Lui ha il dna rossonero ma la presenza di Barbara Berlusconi si fa sempre più ingombrante e Galliani si è fatto un paio di calcoli: senza investire sarà sempre più complicato andare avanti e il cambio generazionale lo penalizza nel riassetto societario. Qualcuno ha anche voltato già le spalle a Galliani che, però, prepara un blitz in Lega Calcio. La sua esperienza potrebbe essere importate per il rilancio di un sistema che ormai non si tiene più in piedi da solo e viene sorretto unicamente da Infront Italy che, ogni anno, consente che lo spettacolo continui.

Barbara Berlusconi procede con il suo disegno per il futuro. Paolo Maldini resta in stand by, per la carica di Direttore Generale resistono i nomi di Uva ed Albertini anche se l'ex centrocampista rossonero sembrerebbe sempre più allettato da una carriera nella politica del pallone, dove oggi è chiuso da Abete ma domani potrebbe prendere in mano le redini della Federazione. Albertini, con tutto il rispetto per Uva, sarebbe perfetto per il Milan. Sogliano, per la poltrona di Direttore Sportivo, resta in assoluta pole position.
La Juve, parlando di campionato, si aggiudica un altro derby anche se al Toro va concesso l'onore delle armi. Una buona partita disputata contro la Regina d'Italia e un rigore che poteva-doveva essere fischiato. La Juventus si avvia verso la conquista dello scudetto, punta all'Europa League e studia un grandissimo ritorno in Champions League. Conte ha confezionato un giocattolo perfetto, Marotta lo ha costruito seguendo le istruzioni del bilancio. Il Direttore Generale della Juventus, finora, non si è preso i giusti meriti. Una parte della stampa non lo ama e, volutamente, non evidenzia il lavoro svolto finora ma se questa Juventus viaggia a mille è grazie alle intuizioni in sede di calciomercato. Dai campioni, Tevez su tutti, ai parametri zero Pirlo-Pogba e Llorente. Le ultime sessioni di mercato di Marotta sono da portare da esempio a Coverciano. Lezioni private a chi da grande vuole fare il mestiere di Direttore Sportivo. Non guardate gli improvvisati, quasi tutti, che oggi propone il campionato italiano ma prendete appunti dalle mosse di Marotta. A proposito di esempi da seguire, non seguite mai quello di Marco Branca. Se volete diventare ricchi lavorando in una società di calcio, allora, seguite il piano di lavoro di Branca ma se volete fare gli interessi del vostro Presidente non guardate al modello Inter. Moratti è stato costretto a cedere per le follie di mercato. Soldi spesi male, calciatori che non rendono per l'ingaggio che hanno e fiumi di soldi finiti nelle tasche dei procuratori. Minusvalenze assicurate e poco profitto tratto da un settore giovanile che doveva essere il fiore all'occhiello del club. Se Branca non avesse buttato tutti questi soldi, forse, oggi Moratti sarebbe ancora alla guida dell'Inter. Forse non esisterebbe un Thohir e forse Mario Monti avrebbe salvato i conti del nostro Paese.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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