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Savoia, Ugolotti: "Basta paure, siamo noi a dover riconquistare questi tifosi"

di Stefano Sica
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© foto di Francesco De Cicco/tuttolegapro

Presentazione nella sala stampa dello stadio Giraud per Guido Ugolotti, nuovo tecnico del Savoia. Nell'ex trainer della Casertana c'è la consapevolezza che, se da un lato incombe l'obbligo di tornare a far punti, da un altro c'è l'impellenza di far pace coi tifosi, adesso sul piede di guerra con squadra e società. "Ma dipende tutto da noi - ammette Ugolotti -. Siamo noi che dobbiamo cambiare questa situazione con i risultati. Anche la Roma a suo tempo ebbe diverse contestazioni a Trigoria. Torre Annunziata non credo sia solo una piazza che contesta. Per questo dico che chi ha paura non può fare calcio, al limite sarebbe più adatto a fare un lavoro di ufficio. L'avvocato Maglione mi aveva già delineato il quadro della situazione, ma io di momenti così ne ho vissuti tanti in carriera. Questa realtà l'ho accettata e sono contento così. E non ho alcun rimorso in chiave Cosenza. Ho scelto il Savoia e non me ne pento. Anzi, non vedo l'ora di dirigere il prossimo allenamento e di sedere in panchina nella prossima partita. A me interessa solo il lavoro sul campo. Poi certo, a nessuno psicologicamente fa piacere vivere in un contesto così difficile. Qualche ragazzo ha mostrato momenti di confusione ma spetta a me e alla società rimuovere ogni paura e metterli in condizione di scendere in campo sereni. La priorità sarà quella di impiegare giocatori tranquilli, e qualcuno ha bisogno di alleggerire la pressione". Sulla squadra e il possibile modulo: "Conosco Rinaldi e Cipriani perché li ho avuti a Benevento, sebbene per un breve periodo. Qualcun altro lo conosco perché me lo sono ritrovato di fronte da avversario. Ora è presto per parlare di modulo.

Devo capire di più ed analizzare più approfonditamente le caratteristiche dei ragazzi anche se fisicamente mi rispondono bene in base ai primi allenamenti che ho diretto. L'anno scorso a Caserta ho preso una squadra tagliata per fare il 3-5-2 con Capuano e, modificando il tema tattico, le cose sono andate comunque bene. Potrà succedere lo stesso anche qui. Correttivi ora non se ne possono fare, vedremo a gennaio. Ma io spero in quel momento di non averne bisogno. I pochi gol messi a segno finora non sono necessariamente imputabili agli attaccanti. Ci vuole sempre un'organizzazione di gioco che metta le punte in condizione di essere supportate per non andare in difficoltà. Sono stato fermo e qualche partita giocoforza l'ho vista: in questo girone vedo tante squadre cattive, che lottano per un obiettivo. Ecco, noi dovremo mettere in campo la stessa determinazione". Sul suo passato: "Di situazioni complicate me ne intendo. Non ho paura delle sfide, anzi, mi stimolano. Sono subentrato a Siracusa ed abbiamo sfiorato i play-off. Con la Sambenedettese siamo arrivati sesti. Poi mi è capitato anche di ricevere due esoneri a Grosseto e uno a Benevento dove, in quest'ultimo caso, qualche errore lo avrò commesso anche io perché non sempre tutto può riuscirti come programmi. A Caserta, dopo 19 risultati utili consecutivi, e un campionato straordinario che ci aveva fatto guadagnare le prime pagine dei giornali, pensavo di essermi accreditato qualche merito. E il rammarico per come è finita resta. Ma le incomprensioni non sono sorte col presidente, bensì con altre componenti dirigenziali. Poi chiaramente entri in determinate dinamiche in base alle quali puoi trovare squadra subito o puoi essere costretto ad aspettare".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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