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Savoia, il sogno si avvicina. Tredici anni dopo

di Stefano Sica
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© foto di Cafaro Agency/TuttoLegaPro.com

Una serata di festa, di allegria, di emozione collettiva. Torna a battere forte il cuore bianco del Savoia, ad un passo dal ritorno tra i professionisti. Tredici anni dopo il crac societario che lo aveva degradato dalla C1 ai dilettanti. Era il 2001, appena un anno dopo lo storico derby in B col Napoli di Novellino pareggiato al San Paolo. Settemila spettatori sugli spalti di un Giraud pieno come un uovo nell'anticipo del sabato sera contro la Battipagliese, polverizzata senz'appello. Come era nella trama di una rappresentazione dal finale già scritto. Non fosse altro perché la gara con le Zebrette è stata l'occasione per lanciare la giornata biancoscudata. Non si poteva fallire, quindi. Troppo aristocratico il proscenio per potersi permettere di farlo. Ed è stato gustoso ammirare da vicino l'esaltazione di una piazza così appassionata, in un'atmosfera onirica sospesa tra ideale e realtà. Del resto Torre Annunziata ha fame di grande calcio, storicamente. E questa stagnazione perenne tra i campionati dilettantistici non ha fatto altro che alimentarla. E ora, col nuovo corso di Lazzaro Luce (osannato al 90' con diversi cori dalla Curva Sud, fortino dei tifosi torresi), può tornare a sognare. I guai giudiziari del patron oplontino, in cerca di riscatto dopo aver accarezzato la stessa ambizione lo scorso anno al Gladiator, senza agguantare l'obiettivo a causa di un'Ischia straripante, non hanno fermato la progettazione di una società solida e sana. Perché l'apporto decisivo e fondamentale, anche in termini economici, ce lo ha messo l'ad Quirico Manca, che ha surrogato Luce (attualmente agli arresti a Lanciano) in tutte le sue funzioni. Riuscendo (quasi) a non farlo rimpiangere. A questa catena vincente, composta da una vecchia volpe del calcio campano come il ds Tonino Simonetti, abile nel mettere a disposizione di Vincenzo Feola una corazzata, mancava però un uomo che garantisse esperienza e doti manageriali in termini organizzativi, soprattutto per un club che si affaccerà al professionismo. E anche qui la scelta è risultata indovinata con Francesco Maglione il quale, peraltro, col suo arrivo ha portato nel gruppo la serenità necessaria in un momento critico della stagione. Difficile dire ora se il binomio Simonetti-Maglione sarà comunque riproposto. Lo stesso Manca ha precisato a fine gara che si tratta di figure con compiti diversi. Ma, mentre Maglione sembra al centro del progetto, con Simonetti ci sarà a breve un confronto per studiare una possibile prosecuzione del matrimonio. Si vedrà.

In un contesto simile, il risultato del campo (5-1) è passato quasi in secondo piano. Troppo arrabbiato e vorace il Savoia per bucare il Saturday Night. La malizia di De Liguori si avverte, i centrali Stendardo e Manzo non fanno sconti, i terzini Petricciuolo e Panariello vivono una serata tranquilla, Gargiulo in mediana ci mette muscoli e corsa mentre Scarpa (nella foto) e Tiscione sui lati fanno divertire ed esaltano al meglio il 4-2-3-1 di Feola. Carotenuto delizia e la partita va in archivio già nel primo tempo. E pensare che il tecnico oplontino si era concesso il lusso di tenere in panchina elementi come Meloni (22 gol lo scorso anno con la Torres e già 15 in questa stagione) o l'ex Nocerina e Juve Stabia Terracciano. C'era anche un po' di curiosità per il duello a distanza tra Manzo (Battipagliese) e Del Sorbo (Savoia), compagni di un Pianura vincente ma relegato oggi agli almanacchi del calcio. E' finita in parità, col fantasista bianconero inghiottito dalla serata negativa dei suoi compagni e l'attaccante dei Bianchi che purtroppo non è riuscito a trovare il guizzo decisivo. Tra tanti giocatori navigati, però, il Savoia un gioiellino in casa ce l'ha. E' il numero uno Luigi Maiellaro. Un '94 di cui si parla un gran bene e che anche ieri ha sfoderato un paio di ottimi interventi (uno quasi miracoloso). Un under sicuro e sfrontato, da tenere sicuramente d'occhio e che meriterebbe una chance anche tra i professionisti. Le luci, rigorosamente bianche, che si accendono in Curva Sud a metà del secondo tempo, anticipano quella che sarà la passerella finale a fine partita. Il più scatenato è Scarpa, che va a raccogliere l'abbraccio di tutto lo stadio. Lui, in verità, di birra in corpo ne avrebbe ancora. Fa bene Feola a predicare calma, perché la matematica è quella cosa che ti inchioda i piedi nella realtà di un calcio imprevedibile. Ma il siparietto tra il trainer e lo stesso Scarpa, in sala stampa, è la fotografia di un gruppo che divertimento e tranquillità trascineranno inevitabilmente in Lega Pro. "Scarpa voleva ravvivare la partita, forse gli sembrava troppo piatta, e ha commesso un fallo da rigore evitabile (poi trasformato da Olcese, ndr)", attacca Feola. Gli risponde l'asso stabiese: "Ma no, era come il contatto Glik-Higuain, veniale, non c'era nulla". E giù risate. La festa è appena iniziata.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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