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Reza Ghoochannejhad - Lo 'stilista italiano' che fa impazzire Teheran

di Raimondo De Magistris
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L'Iran è probabilmente l'unico paese al mondo in cui il nome 'Gucci' non viene immediatamente associato al noto brand italiano. Nella città di Teheran pronunciare questo nome vuol dire far riferimento a Reza Ghoochannejhad, attaccante classe '87 che ha lasciato l'Iran all'età di otto anni salvo poi tornarci per diventarne l'idolo in pochi mesi. Colpa di un cognome troppo lungo e di un abbreviativo che ha preso piede in tutto il paese dopo il gol alla Corea del Sud. "Ma io col marchio Gucci non c'entro nulla", disse Ghoochannejhad tra il serio e il divertito al momento del suo trasferimento al Charlton lo scorso gennaio.

La storia che lega Reza all'Iran è relativamente recente. Fa parte di quello scientifico piano di rientro attuato da Carlos Queiroz nell'ultimo biennio. Il manager portoghese nel bel mezzo delle qualificazioni Mondiali ha deciso di chiamare tutti i giocatori all'estero - emigrati o iraniani di seconda generazioni - per costruire una squadra più competitiva. L'allenatore lusitano, con la prospettiva di partecipare al Mondiale, ha convinto giocatori come Steven Beitashour (nato e cresciuto in California), il 'tedesco' Ashkan Dejagah e l'attaccante del Las Palmas Masoud Shojaei a far parte dei Leoni Iraniani. Una scelta che ha rappresentato una vera e propria svolta per l'Iran e che ha coinvolto anche Ghoochannejhad, fino a quel momento impegnato esclusivamente con le nazionali giovanili dell'Olanda. "Non ho bisogno di richiamarti. Posso darti subito la mia disponibilità". Questa la risposta di 'Gucci' alla chiamata di Queiroz che l'ha fatto esordire il 16 ottobre 2012. Il palcoscenico della prima è di quelli da togliere il fiato: lo Stadio Azadi di Teheran con oltre 110mila persone sugli spalti. Per l'Iran è già una gara da dentro o fuori e di fronte c'è la squadra più forte del raggruppamento. La sfida contro la Corea del Sud viaggia sul filo dell'equilibrio, a deciderla una rete di Javad Nekounam a dodici dal termine tra mille polemiche. Una sconfitta che in Corea non digeriscono: il ct Hong Myung-Bo accusa l'Iran di scarsa ospitalità, Queiroz risponde aizzando il popolo iraniano e caricando a mille la gara di ritorno nel sud-est asiatico.
La rivincita arriva otto mesi dopo, Ghoochannejhad nel frattempo ha cominciato a carburare anche in nazionale: ha deciso la sfida in Qatar e contribuito con un gol alla vittoria col Libano. Alla sfida al Seoul World Cup Stadium la Corea del Sud arriva con la qualificazione già in tasca ma annuncia battaglia fino alla fine. L'Iran, invece, deve assolutamente ottenere i tre punti per evitare spareggi. Come all'andata, il primo tempo si conclude sullo 0-0. Come all'andata, l'Iran la decide nella ripresa. Questa volta, però, è un accelerazione di 'Gucci' a sorprendere la difesa coreana e a dare il via alle feste tra le strade di Teheran, che adotta Ghoochannejhad come nuovo idolo nazionale e festeggia per la quarta partecipazione ai Mondiali dei suoi 'Leoni'.

Reza torna in Iran da eroe, un'accoglienza da star ben lontana dagli standard di una vita senza riflettori fatta di studi (musicali e di giurisprudenza) e calcio trascorsa tra Olanda, Belgio e Inghilterra. Adesso a lui - che in 13 partite con la sua nazionale ha segnato nove reti - il compito di evitare figuracce in un girone sulla carta proibitivo con Argentina, Bosnia e Nigeria. Teheran è tutta ai piedi del suo 'stilista'. Sognare, mai come in questo caso, non costa nulla.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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