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Pecci: "Con la Fiorentina il Toro non può perdere l'Europa"

di Elena Rossin
Fonte: TorinoGranata.it
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Eraldo Pecci è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Pecci ha giocato nel Torino dal 1975 al 1981 e successivamente è andato alla Fiorentina dall'81 all'85. Terminata la carriera di calciatore si è occupato di edilizia e contemporaneamente ha fatto per anni il commentatore tecnico in trasmissioni televisive della Rai e di Mediaset e l'editorialista del quotidiano "Il Giorno". Spesso è stato nominato dai tribunali in qualità di perito per la valutazione del parco giocatori delle società calcistiche. Lo scorso aprile ha pubblicato il suo primo libro "Il Toro non può perdere" edito da Rizzoli, dove racconta episodi vissuti da calciatore e in particolare del campionato 1975-1976 quando con il Torino, dopo un avvincente duello con la Juventus durato tutta la stagione, vinse lo scudetto. Con Pecci abbiamo parlato della partita che domenica vedrà il Torino opposto alla Fiorentina e con i granata in lotta per accedere ai preliminari d'Europa League.

Fiorentina-Torino è l'ultima occasione utile per il Torino di trasformare il sogno europeo in realtà e il Toro non può perdere, anzi deve vincere.
"Sì, e il Toro non può perdere specialmente con la Fiorentina, squadra con la quale è gemellato. Sarà una partita fra amici con la formazione di Montella che ha già raggiunto i suoi obiettivi e di conseguenza sarà tranquilla".

Sicuramente il Torino troverà un ambiente favorevole, però la Fiorentina onorerà l'impegno e rispetterà fino alla fine il campionato.
"Non c'è dubbio, la Fiorentina è più forte del Torino e lo dice la classifica e solo la sfortuna dovuta ai tanti infortuni non l'ha portata a lottare per traguardi più prestigiosi, però affrontarla adesso per il Torino è il momento migliore perché i viola hanno perso ultimamente alcune partite mostrando delle lacune. Se a questo aggiungiamo, come dicevo, che non ha più nulla da chiedere al campionato il Torino parte alla pari con la Fiorentina, discorso differente sarebbe stato se l'avesse incontrata qualche tempo fa".

Il Torino sarà senza Bovo, ma soprattutto Immobile, però disporrà di Cerci, ex di turno, e di Darmian neo pre-convocati per il Mondiale così come Ciro. Riuscirà il Torino a sopperire all'assenza del capocannoniere?
"Il Torino va a giocarsi qualche cosa d'importante, ha una buona classifica e in campionato ha fatto ciò che doveva in piena dignità, però sappiamo che il Toro senza Immobile perde molto perché quando passa la metà campo se non effettuano la giocata Immobile o Cerci la squadra non è pericolosa per niente. Ci sta che nell'arco del campionato un giocatore possa essere squalificato o infortunato e quindi venire a mancare magari in un'occasione molto importante, possiamo ragionare sul modo sciocco con il quale Immobile si è fatto espellere con il Parma, ma sarebbe un discorso inutile perché la realtà adesso è questa".

Domenica la difficoltà del Torino sarà nel segnare, ma la posta in gioco è talmente alta per cui subentrano anche altre motivazioni?
"Se non si è capaci le motivazioni contano ben poco: non basta che uno sia motivato per riuscire ad alzare venti chili se ha la forza di alzarne solo dieci. Se non si hanno le caratteristiche per fare gol è difficile segnare, ma è chiaro che chi sostituirà Immobile dovrà fare al meglio. Tanto di cappello al campionato del Torino, ma le caratteristiche dei giocatori sono quelle che sono e basta vedere che Immobile ha segnato ventidue reti, Cerci, che non è un attaccante di ruolo, tredici e gli altri calciatori che giocano in attacco poche e più di uno, soprattutto chi è una punta, anche nessuna".

Domenica scorsa era allo stadio Olimpico di Torino e ha visto la partita con il Parma, che cosa dovrà fare il Toro con la Fiorentina per evitare di commettere errori che potrebbero essere pagati a carissimo prezzo?
"Non lo so, molto spesso il Toro è stato sul punto di portare a casa risultati importanti e negli ultimi minuti si è fatto raggiungere, quindi è evidente che oltre alle qualità che riconosciamo al Torino di avere ci sono anche delle lacune che fanno si che questa squadra ogni tanto butti via dei ristati che invece potrebbe tranquillamente conquistare. Sono lacune delle quali è inutile parlare perché siamo all'ultima di campionato e se un difetto c'è stato per tutta la stagione non potrà essere eliminato in questi giorni. Resta il fatto che quella con la Fiorentina è una partita che si presenta come fondamentale e che va giocata essendo forti di essere una squadra consapevole e di avere una classifica con un punto in più della prima diretta concorrente. Non mi sembra però la partita della vita anche perché il Torino la affronta in condizioni abbastanza favorevoli".

Lei è fiducioso che il Torino domenica sera vinca?
"Sì per il risultato sono fiducioso e quindi anche orgoglioso che vada in Europa. Non so, però, se è così importante giocare in Europa League perché spesso le squadre che la disputano durante l'inverno fanno giocare le riserve o i ragazzi della Primavera, all'inizio sembra un traguardo ambizioso poi diventa un problema per gli obiettivi del campionato".

Comunque meglio partecipare all'Europa League, quindi prendendo a prestito il titolo del suo libro il Toro non può perdere l'occasione di giocare in campo internazionale?
"Certamente, come dicevo, c'è l'orgoglio e la voglia di raggiungere un risultato importante".

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