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Paganese gracile, Casertana cinica. Focus sul match

di Stefano Sica
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© foto di Luca Gambuti/Image Sport

Gregucci contro Cuoghi. Due situazioni pericolanti a confronto con le relative panchine in odore di implosione. Alla fine l'ha spuntata il tecnico della Casertana. E con grande merito. Difficile però stabilire dove finiscano le virtù, sicuramente indubbie, dei Falchetti, ed inizino i demeriti della Paganese. Proveremo a spiegarlo. Al Marcello Torre il gioco non è per palati fini, complice anche un caldo asfissiante. Di occasione da rete, almeno nel primo tempo, se ne vedono poche, piuttosto pare che la contesa possa essere accesa più da qualche colpo individuale che da trame studiate a tavolino. Cuoghi conferma il suo 3-5-2, ma gli azzurrostellati non pungono mai. Perché Caccavallo si sacrifica ma predica nel vuoto, e Girardi non attacca mai gli spazi giocando molto lontano dalla porta avversaria. A questo si aggiunge la scarsa proposizione degli esterni Vinci (ingabbiato da Alessandro e Chiavazzo) e Djibo, che restano quasi sempre bassi non andando mai a cercare i tagli dei compagni e non trovando quindi mai la profondità giusta. Il possesso di palla del team di Cuoghi è perciò sterile, come piccole punture di spillo, con Herrera e Dalì che appaiono spaesati. Tanto che l'occasione giusta se la crea Alessandro con un fendente su cui Marruocco fa buona guardia. Insomma, si capisce subito che il modulo adottato dal trainer modenese non può aderire alla perfezione alle caratteristiche di diversi interpreti. Gregucci, dal canto suo, non rinuncia al 4-2-3-1 con Mancosu alle spalle di Diakitè. Eppure il vantaggio rossoblù arriva grazie ad una disattenzione colossale della difesa azzurrostellata che perde la marcatura sulla punta ivoriana e poi non riesce a coprire la battuta a colpo sicuro di Idda (nella foto). Tanti i gol incassati in questo modo dalla Paganese per non destare allo stato attuale allarmi.

Poi Girardi tenta una conclusione ravvicinata ma non coglie l'obiettivo. La gara si trascina così anche per un tratto della ripresa, con Fumagalli che non si sporca mai i guantoni ed i suoi compagni che gestiscono le operazioni senza grossa fatica ma non approfittando di diverse ripartenze molto propizie. Sempre precisa la coppia di centrocampo Carrus-De Marco, con la difesa mai impensierita. Il raddoppio di Cissè, sugli sviluppi di un assist al bacio di Mancosu, smuove finalmente Cuoghi, che con gli inserimenti di Armenise e Bussi passa ad un più convincente 4-3-3. E così nel buio azzurrostellato si accende la stella di Caccavallo, che prova ad irritare Fumagalli da tutte le posizioni ed in tutti i modi. La maglia arrotolata sul capo dopo aver centrato la traversa con una punizione magistrale è il segno della frustrazione dell'asso napoletano, che oggi avrebbe strameritato la soddisfazione personale. Nonostante una Paganese più propositiva, Gregucci non cambia di una virgola il suo dettato tattico, spostando solo De Marco alle spalle di Cissè con l'uscita di Mancosu e l'ingresso di Rajcic, mentre precedentemente Alvino era stato dirottato a sinistra con il nuovo entrato Antonazzo a destra. Ma inerzia e qualità differente fanno in modo che gli equilibri non si rompano. In tutto questo va segnalata la direzione di gara davvero ottimale del romano Morreale, il quale non si è mai notato durante il match. Segno di un arbitraggio perfetto. Quando arriva la fine delle ostilità, i fischi dei tifosi si abbattono su una Paganese che pure avrebbe voluto raccogliere, ma senza successo, il saluto della curva. Cuoghi adesso rischia di saltare mentre il pomeriggio magico di Gregucci non si ferma alla conquista del Torre. Prima l'abbraccio significativo con i giocatori, che lo cercano e lo portano quasi in trionfo. Poi la corsa sotto la curva occupata dai tifosi rossoblù che lo acclamano. Una bella cartolina per gli scettici. Chi oserà adesso toccare la sua panchina?

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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