Monaco, anche i ricchi piangono. E a gennaio aria di svendita
Prima è stato il Malaga, con lo sceicco Al Thani che si è disimpegnato dopo qualche stagione più di chiaro che di scuro, soprattutto considerando la storia del club iberico. Ora c'è il Monaco di Dmitry Rybolovlev, diventato una planetaria operazione di marketing con i Mondiali in Brasile, ma ridimensionato a settembre. E chissà che la caduta non sia verticale, perché il disimpegno dell'uomo d'affari russo appare oramai acclarato. L'addio di James Rodriguez, per 80 milioni, rappresenta una plusvalenza davvero d'altri tempi, poiché era stato pagato poco più della metà solamente un anno prima. Il problema è che i soldi non sono stati reinvestiti, causando l'accartocciamento di una squadra che nelle prime giornate ha fatto tutt'altro che brillare in Ligue 1.
L'addio di Falcao è l'altro colpo pazzesco a una squadra che, un anno fa, aveva pagato 60 milioni per il Tigre, con 12 milioni di euro netti all'anno. Dodici per il colombiano, più cinquantatré dallo United che arriveranno solamente la stagione prossima. E il fatto che sia stato offerto pure Joao Moutinho, pagato 25, è sintomo che a gennaio la svendita continuerà. Tanti i gioielli e i gioiellini, da Lacina Traoré a Geoffrey Kondogbia, passando per Ferreira Carrasco e Lucas Ocampos. Chissà che qualcuno - a parte il belga, a un passo dalla Roma nella scorsa finestra - non possa finire in Italia.