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Melfi, il diesse Novelli: "Una grande salvezza, merito di tutti"

di Luca Esposito
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Tocca a Gioacchino Novelli parlare in questi giorni di gioia per Melfi sportiva: la squadra di calcio ha ottenuto il diritto a partecipare alla prossima Divisione Unica e il ds salernitano si espone per la prima volta dopo che è stata interrotta la squalifica che lo ha costretto all'inibizione per circa sei mesi. Una promozione inaspettata se consideriamo che Novelli ha personalmente selezionato alcuni giocatori che compongono la rosa nel corso dei raduni organizzati in estate, una scelta che in pochi adottano se sul mercato ci sono giocatori di nome. Nella sua intervista a TuttoLegaPro.com Novelli ha espresso tutta la sua soddisfazione e ha dedicato il risultato sportivo a diverse persone, compreso l'ex presidente della Salernitana Sport Aniello Aliberti.
"Certamente abbiamo avuto fortuna a scegliere i giocatori nel corso dei due stage di San Mango Piemonte, perché abbiamo avuto grandissima risposta anche da tutta Italia - ricorda Novelli - A tal proposito vorrei ringraziare i proprietari del Terzo Tempo di San Mango Piemonte per l'ospitalità avuta, un centro sportivo che considero uno dei migliori in Italia".
Si sarebbe mai aspettato che a due giornate dalla fine il Melfi si trovasse più su rispetto alla zona play-out?
"Non per presunzione, ma ho sempre creduto alla possibilità che si potesse raggiungere questo risultato a qualche giornata dalla fine. Però non bisogna mai trascurare una cosa, il contesto in cui il direttore sportivo va a lavorare. I successi e i meriti sono di tutti, tanto che nello specifico non è facile incontrare un presidente come Maglione che dia fiducia a un direttore e faccia tesserare alcuni giovani presi dopo uno stage senza nessun tipo di remora. È fondamentale la fiducia".
La sua squalifica è esaurita dopo la sentenza della Corte di Giustizia Federale, proprio due settimane fa.
"Ecco, tutto è finito bene. Per noi è una soddisfazione. Ho preferito aspettare prima di rilasciare dichiarazioni: anche se la squalifica era ingiusta sono rimasto in silenzio e ho lasciato che la giustizia facesse il suo corso. Ho avuto uno stile che spero sia d'esempio nel calcio. Il fatto peraltro era inesistente, e anche i dirigenti del Teramo, che ringrazio, hanno testimoniato a mio favore. Mi dispiace che possano capitare queste cose, ma è un'esperienza che dovevo fare".
Nel girone avete incontrato squadre come Foggia, Casertana e Cosenza, ma la sorpresa siete stati voi, come pure il Teramo.
"Per quanto riguarda noi è così, però il Teramo veniva già da un'ottima stagione. Il Melfi invece è stato oggettivamente una sorpresa, ma bisogna ricordare che da un punto di vista societario sono anni che il Melfi raggiunge dei piccoli miracoli sportivi riuscendo a mantenere la categoria. Lavorare in un contesto del genere è più facile. Molte società hanno speso di più, però poi vanno incontro a pressioni ambientali diverse rispetto al contesto di Melfi. Poi, a supporto di questo risultato, aggiungo che il Melfi ha la media giovani più bassa tra le squadre che sono state già promosse; più bassa era la media del Poggibonsi che però è retrocesso".
Traguardo storico e miracoloso la promozione nella Divisione Unica.
"Sì, però il merito dei grandi successi è da dividere tra tutte le componenti, perché non esiste un successo che possa essere attribuito a una sola persona. Il merito è soprattutto dei giocatori, che hanno saputo fare gruppo. Alcuni tra i più esperti della nostra squadra neanche si ricordano uno spogliatoio unito come quello che hanno trovato a Melfi".
Quali progetti si possono fare in piccole realtà come Melfi?
"Lavorare per una piccola realtà come Melfi può essere vantaggioso per un semplice motivo: gli stessi componenti della società dal primo giorno in cui ci siamo incontrati mi hanno detto che faccio parte di una famiglia, quindi è più semplice lavorare in un ambiente familiare in cui puoi avere la considerazione giusta, rispetto ad altre realtà in cui ci possono essere eccessi di protagonismo.

Avere l'ausilio di quella che può essere definita una famiglia è sicuramente importante. Un esempio è quello di Scialpi, un calciatore che ho cercato già nel mercato estivo che però per svariati motivi è entrato in forza al Melfi solo nella finestra di gennaio grazie alla caparbietà del dg Castaldi, questo significa per me lavorare in gruppo".
E in gennaio è arrivato Cascone che inizialmente giocava, poi è uscito dalla squadra titolare...
"L'ingaggio di Cascone lo considero un'operazione brillante, perché siamo riusciti a fare uno scambio con due ragazzi che da noi non trovavano spazio, e a Ischia questi due giocatori, in particolare Muro, hanno fatto bene. E noi siamo riusciti a prendere Cascone il quale è stato penalizzato dal fatto che comunque all'epoca avremmo potuto giocare con una difesa a cinque, e poi abbiamo cambiato idea tornando a 4: come centrali Cardinale e Dermaku hanno fatto benissimo".
Anche Cardinale è stato rivalutato da lei.
"Per quanto riguarda Cardinale, così come per tutte le altre scelte sono stato contento che la società abbia assecondato queste mie idee. Ripeto, la vittoria è stata di tutto il gruppo, e anche di due ragazzi che sono stati con noi fino all'ultimo anche se poi non sono stati tesserati, parlo di Dario Forino e di Luca Savasta che noi non abbiamo più ingaggiato per altre scelte, ma in agosto hanno contribuito pure loro a dare quella forza in più nello spogliatoio. Il gruppo è stato sempre unito".
A un dato punto il Melfi ha avuto un certo calo, è accaduto all'inizio del girone di ritorno. Se non aveste vinto con l'Aprilia si sarebbe potuto rischiare, anche l'allenatore era in discussione, invece avete ottenuto nuovamente risultati importanti.
"La squadra è stata sempre unita anche se abbiamo avuto una flessione, come capita a tutte le squadre. Se il gruppo non fosse stato coeso, certi risultati positivi non si sarebbero potuti ottenere. Difatti ho letto le dichiarazioni di Cardinale fatte proprio al vostro sito e le sottoscrivo in pieno. Cardinale è un giocatore che non c'entra niente con queste categorie, potrebbe ancora giocare in B".
Ci sono voci che danno lei su tutti i campi per andare a seguire dei giocatori.
"Questo l'ho fatto anche quando ero senza squadra, perché il calcio è una passione per me. Ho sempre girato per i campi per aggiornarmi continuamente. Quando si parla di certi successi, le persone che non si espongono e non hanno la visibilità giusta meritano di essere citate: ho avuto la fortuna di avere con me il collaboratore Antonio Galasso, e i suoi consigli mi sono stati utili".
Secondo lei quale squadre riuscirà a salvarsi nei play-out?
"Intanto la griglia non è ancora definita, quindi è ancora tutto in gioco, e questo è il bello del campionato. Tra le squadre che ho visto meglio probabilmente c'è l'Arzanese: non l'ho vista da prima ma mi dicono che è in gran forma. Il Sorrento non lo so giudicare perché dovremo affrontarlo ancora, ma per quanto riguarda l'Aprilia e l'Arzanese, se dovessero giungere agli spareggi penso possano giungere alla finale decisiva".
Che significato avrà per il Melfi questo finale di campionato?
"Nella famiglia Novelli si ha una sola certezza, quella del calcio pulito e onesto. Noi possiamo ancora puntare a giungere al quinto posto, che significherebbe partecipare alla Coppa Italia nazionale, per cui faremo il massimo possibile, magari fino a superare la quota dei 50 punti".
Ha qualche dedica da fare?
"Sì, all'intera società, ai tifosi del Melfi, ai miei amici, alla famiglia (e nello specifico a mio fratello Raffaele), alla mia compagna Valeria e a Maurizio De Rosa. Aggiungo anche una dedica alla persona che mi ha dato la prima possibilità nel calcio e mi ha insegnato tutto ciò che so del calcio, cioè l'ex presidente della Salernitana Aniello Aliberti".

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